Calcolo consumo energia elettrica: come farlo

Acquisire una maggiore consapevolezza dei propri consumi è un punto di partenza per risparmiare sulla bolletta dell'energia elettrica. Se non si conosce quanto consuma ogni singolo elettrodomestico di casa, dal frigorifero alla lavatrice, passando per lo scaldabagno, è difficile trovare soluzioni mirate che permettano di tenere sotto controllo le spese.
Sapere come viene utilizzata l'energia in casa è utile per stimare i costi, capire se ci sono degli errori in bolletta, individuare eventuali sprechi e scegliere come ridurre i consumi. Inoltre, chi non ha idea di quanto consuma non può capire cosa conviene scegliere nella giungla dei fornitori energetici che affollano il mercato. Pertanto, se non sai come effettuare il calcolo dei consumi di energia elettrica, leggi quanto segue.
Sommario
- Come calcolare il consumo elettrico?
- Cos'è la potenza elettrica assorbita?
- Come si calcola il consumo degli elettrodomestici?
- Qual è il consumo degli elettrodomestici in stand-by?
Come calcolare il consumo elettrico?
Va subito evidenziato che il consumo di energia elettrica in un appartamento varia in rapporto a molteplici fattori, tra cui:
- il numero di persone che regolarmente vivono in casa (scopri i consumi medi di una famiglia di 4 persone);
- la quantità e la tipologia di elettrodomestici presenti.
Ogni elettrodomestico consuma in modo diverso: i consumi di condizionatore e lavatrice, elettrodomestici particolarmente energivori, differiscono da altri, come il frigorifero, che rendono la bolletta salata perché sono in funzione più ore al giorno.
Un'altra variabile che incide sul dispendio di energia elettrica è la classe energetica di appartenenza: più questa è alta, minore è il consumo. Basti pensare che un apparecchio con dicitura A+++ consuma il 41% in meno rispetto ad uno di classe A+.
Se non si prendono in considerazione le abitudini dei componenti del nucleo familiare, i calcoli non possono essere accurati. Gli stili di vita degli occupanti incidono notevolmente sulla bolletta elettrica, ma alcuni semplici cambiamenti possono aiutare a diminuire i costi energetici.
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Molte persone desiderano vivere in un appartamento tecnologicamente avanzato ma allo stesso tempo efficiente dal punto di vista energetico. A questo riguardo il conteggio del consumo degli elettrodomestici che vengono usati quotidianamente si rivela fondamentale per evitare brutte sorprese, ovvero per ricevere bollette non salate. Prima di conoscere come operare il calcolo dei consumi elettrici, bisogna comprendere in cosa consiste la potenza elettrica assorbita partendo dal concetto di kW, ovvero di chilowatt.
Cos'è la potenza elettrica assorbita?
In buona sostanza la potenza elettrica non è altro che la quantità di energia che viene assorbita nell'unità di tempo. Più nello specifico, 1 kW equivale a 1000 watt e ciò vuol dire che se un determinato motore elettrico vanta una potenza di 1kW, questo assorbirà 1 watt nell'unità di tempo. Il kWh, invece, indica la quantità di energia che viene assorbita per un tempo t. Dunque, se il motore dovesse rimanere in funzione per 5 ore, assorbirà di conseguenza 5 kWh di energia, cioè 1kWx5h.
Alla luce di quanto spiegato si possono ricavare due formule:
- per conteggiare i kWh relativi a un determinato intervallo di tempo partendo dalla potenza, si dovranno considerare le ore di funzionamento le dell'elettrodomestico, per poi moltiplicarle per la potenza assorbita
- per calcolare la potenza elettrica assorbita basta dividere l'energia per ore di funzionamento dell'elettrodomestico nell'intervallo di tempo.
In tema di risparmio energetico la potenza elettrica che viene impiegata dagli elettrodomestici svolge un ruolo determinante e per questo è importante saperla conteggiare, così da avere una stima quanto più possibile precisa sui consumi periodici.
Sul punto è bene specificare che l'assorbimento non costituisce il consumo generale di un dispositivo ma si riferisce a quanta energia impiega in una precisa fase del suo funzionamento. Si pensi a un elettrodomestico che assorbe 1800 watt, secondo quanto viene riportato dall'etichetta energetica. Questo valore non rappresenta il consumo bensì l'assorbimento. Occorre quindi calcolare quanto incide in euro sulla bolletta e per questo occorre moltiplicare 1800 watt per le ore in cui l'apparecchio rimane in funzione. Il dato ottenuto offre un'idea del consumo in termini di potenza, ma occorre sempre tener in considerazione la tariffa che viene applicata dal proprio fornitore di energia elettrica.
Oltre a leggere l'etichetta energetica dell'elettrodomestico, si può sempre far riferimento a quanto indicato sulla confezione o sul libretto di istruzioni al fine di conoscere il consumo espresso in watt. Presso negozi di fai da te e bricolage esistono inoltre strumenti di misurazione che, quando applicati al dispositivo, permettono di calcolare in tempo reale la potenza assorbita. Il conteggio della potenza impiegata è abbastanza semplice e alla portata di tutti, proprio perché non richiede specifiche competenze tecniche.
Il calcolo in ogni caso non sarà mai preciso, visto che diventa attendibile solo nel caso di dispositivi che hanno un consumo costante, ad esempio quando viene lasciato in funzione il ventilatore sempre alla stessa velocità. I dati saranno meno precisi nel momento in cui la potenza assorbita dall'apparecchio non resta la stessa per tutto il ciclo di utilizzo.
Quasi tutti gli elettrodomestici presenti nell'abitazione vantano differenti livelli di assorbimento. Si pensi a un climatizzatore inverter che nel momento in cui viene avviato impiega la massima potenza, viste le condizioni di temperatura e di umidità presenti nell'ambiente, per poi rallentare e lavorare a basso regime, al fine di mantenere i valori climatici costanti. Lo stesso vale per la lavatrice, la quale registrerà un picco di assorbimento energetico in fase di riscaldamento dell'acqua, mentre consumerà progressivamente meno durante la centrifuga l'ammollo.
Esistono tanti elettrodomestici che integrano sofisticati sensori in grado di adattare in maniera automatica la potenza impiegata. Questo è il caso degli aspirapolvere di ultima generazione che sono in grado di rilevare la quantità di sporco, per settare di conseguenza l'intensità di aspirazione, così da garantire un maggior risparmio sui consumi energetici.
Come si calcola il consumo degli elettrodomestici?
A questo punto è normale chiedersi come effettuare il calcolo degli elettrodomestici che hanno diversi livelli di potenza, si pensi al forno elettrico, al condizionatore, al ventilatore o allo scaldabagno elettrico. Un esempio potrebbe essere utile per chiarire il concetto.
Prendendo come riferimento uno scaldabagno elettrico con una potenza di 1200 watt, o 1,2 kW, che sarà la massima impiegata quando viene raggiunta la temperatura più alta. Quando l'elettrodomestico viene usato a un livello intermedio, raggiungendo una temperatura che corrisponde alla metà di quella massima, la potenza sarà di 600 watt, ovvero 0,6 kW. Quando lo scaldabagno dovesse rimanere acceso per 100 ore al mese alla potenza massima il consumo mensile sarà pari a 60 kWh (0,0 kW x 100 = 60 kWh).
In genere gli elettrodomestici che consumano di più sono il forno elettrico, il condizionatore, il phon, il microonde, la lavatrice e lo scaldabagno. Incidono poco, invece, il pc portatile, il ventilatore e la televisione, a condizione che ne venga fatto un uso consapevole.
Solitamente le bollette vengono inviate agli utenti ogni due mesi, quindi basterà solo moltiplicare le cifre per due, così da capire meglio quanto possano pesare esattamente tutti gli elettrodomestici presenti nell'appartamento sul budget familiare. Una volta effettuati i calcoli, qualora si dovesse riscontrare un consumo oneroso, è bene trovare una tariffa maggiormente conveniente, comparando le numerose offerte disponibili con pochi e semplici click. Per ogni promozione è inoltre specificato il costo medio in bolletta, aspetto che consente di conteggiare velocemente quanto è possibile risparmiare rispetto al contratto attuale.
Qual è il consumo di uno scaldabagno elettrico?
Lo scaldabagno elettrico è un dispositivo che riscalda l'acqua per mezzo di una resistenza elettrica. È uno degli elettrodomestici più energivori della casa, tanto che spesso risulta essere la voce di maggior consumo sulla bolletta, arrivando ad oltrepassare i 1.500 kWh all'anno. Usare l'elettricità (che viene prodotta dal calore delle centrali termiche) per scaldare l'acqua non è il massimo dell'efficienza poiché comporta la doppia trasformazione dell'energia da calore ad elettricità e poi nuovamente da elettricità a calore tramite il passaggio in una resistenza. Tale processo moltiplica il consumo di energia.
- Quando è possibile, è meglio installare uno scalda acqua a pompa di calore, che permette di utilizzare in maniera ottimale l'energia necessaria per la produzione di acqua calda;
- Un'altra opzione che consente di fare un uso più efficiente dell'energia è quella di sostituire lo scaldabagno elettrico con un sistema a gas o di usarlo ad integrazione di un impianto solare termico.
Se non è possibile attuare la sostituzione dell'apparecchio, si possono ottimizzare i consumi regolando il termostato a 40° d'estate e 60° d'inverno e installando un timer per accensioni programmate dello scaldabagno.
Quanto consuma la lavatrice?
La maggior parte del consumo delle lavatrici deriva dall'alimentazione della resistenza che riscalda l'acqua, portandola dalla temperatura dell'acquedotto a quella programmata per il lavaggio.
I consumi elettrici di una lavatrice, secondo una tabella recentemente pubblicata dall’ENEA, possono infatti variare dai 154 kWh all’anno di un’efficiente lavabiancheria da 6 KG in classe A+++, fino ai 413 kWh di una 9 KG in classe D. In euro, ipotizzando un costo per l’elettricità di 18 cent a kWh, ciò si traduce in un costo in bolletta inferiore ai 154 euro all’anno per il modello più compatto e moderno, contro gli oltre 413 euro di quello più grande e obsoleto.
Dovrebbe essere ormai chiaro che scaldare l'acqua per via elettrica è un metodo totalmente inefficiente. Per ovviare a tale inconveniente basta:
- ridurre la temperatura dell'acqua
- usare la lavatrice solo a pieno carico
Un altro modo per risparmiare è avere qualche premura in più nella scelta del modello. Alcuni apparecchi in commercio sono provvisti di un doppio attacco che permette di alimentare la lavatrice sia con acqua fredda (per lavare a basse temperature) sia con acqua calda prodotta da una caldaia a gas (o da pannelli solari), in modo tale da diminuire i consumi di elettricità e i tempi di lavaggio.
Inoltre, è sempre buona norma utilizzare la lavatrice nelle fasce orarie in cui l’elettricità costa meno: se avete sottoscritto una tariffa bioraria con il vostro fornitore di energia elettrica, secondo una formula molto in voga nel mercato tutelato, i lavaggi vi costeranno meno nelle fasce serali (dalle 19 alle 8 del mattino seguente), nei weekend e nei giorni festivi.
Quali sono i consumi del piano cottura elettrico?
I piani cottura elettrici si dividono in due tipologie: radianti o a induzione.
- I piani cottura a induzione si differenziano dai primi perché il calore viene prodotto tramite un campo magnetico generato da speciali bobine poste sotto al piano cottura in vetroceramica e si trasferisce direttamente alle pentole, senza scaldare il piano, eliminando il rischio di scottature.
- Il piano cottura a induzione è il piano cottura che rende meglio, a fronte di una minore dispersione energetica. Un altro vantaggio è che i tempi di cottura si riducono sensibilmente perché il calore è concentrato sotto la padella.
Tuttavia, a causa dell'elevata potenza richiesta dal piano cottura a induzione, è fondamentale che il piano disponga di un limitatore di potenza che permetta di non superare mai i 3kW, in modo da non far scattare il contatore. Per una famiglia composta da 3-4 persone, il consumo annuo di una cucina elettrica si attesta intorno ai 450 kWh.
Qual è il consumo della lavastoviglie?
La lavastoviglie consuma 400 kWh all'anno, circa il 15% del consumo medio di una famiglia, ed è quindi uno degli elettrodomestici più dispendiosi in termini di fabbisogno energetico. Come la lavatrice, anche questo apparecchio assorbe la maggior parte dell'energia nella prima fase del ciclo di lavaggio, quando l'acqua prelevata dalla rete idrica viene riscaldata per mezzo di una resistenza elettrica.
Per alleggerire la bolletta bastano alcuni piccoli accorgimenti, come:
- scegliere un modello di nuova generazione (classe energetica A+, A++ e A+++) che permetta di programmare cicli di lavaggio brevi e a basse temperature;
- arrivando a consumare meno di 1 kWh a lavaggio;
- migliorare le prestazioni energetiche della lavastoviglie usandola a pieno carico e rinunciando all'asciugatura con aria calda, aprendo lo sportello a fine lavaggio.
Quanto consuma un'asciugatrice?
Nonostante si tratti di un elettrodomestico non presente in tutte le case degli italiani, il suo utilizzo sta aumentando sempre più, specialmente nelle abitazioni in cui manca lo spazio per stendere il bucato. Tuttavia l'utilizzo di tale apparecchio triplica sicuramente i costi, ma esistono alcuni accorgimenti da adottare per limitare la spesa, eccone alcuni:
- Il programma va scelto in base alla biancheria da asciugare, così evitiamo di avviare cicli lunghi quando non è davvero necessario;
- Se sei in possesso di una tariffa elettrica bioraria, ricorda di far partire l'asciugatrice solo dopo le 19 e durante i weekend;
- Avviare l'asciugatrice solo a cestello pieno.
Altra informazione utile per una corretta previsione di spesa e per il calcolo del consumo di watt è la frequenza d’utilizzo dell’elettrodomestico. L’acquirente che ha esigenza di utilizzare il prodotto con una certa assiduità, dovrà valutare che il consumo di un modello di classe energetica alta (da A in su) garantisce un notevole risparmio sulla bolletta a fronte però di una spesa iniziale più alta. Il consumo di modelli di classe b, ad esempio, si aggira tra i 3 e i 5 kWh.
Qual è il consumo degli elettrodomestici in stand-by?
Gli elettrodomestici in stand-by consumano energia elettrica anche se, apparentemente, si è provveduto al loro spegnimento. Lo stand-by è segnalato dalla famosa lucina rossa, la quale indica una temporanea sospensione di utilizzo dell'apparecchio, ma non il suo consumo di elettricità. Il consumo di energia da parte di un elettrodomestico in stand-by non è equiparabile al consumo del medesimo quando è accesso e mentre viene utilizzato. Ciò che si verifica durante lo stand-by, in ogni caso, è la mera riduzione dei consumi energetici, non la loro interruzione. Riconoscere lo stand-by è dunque essenziale per risparmiare energia e tagliare la bolletta elettrica.
Spegnerli completamente staccando la spina consente di ridurre notevolmente i consumi elettrici. Basti pensare che, ad esempio, un condizionatore in stand-by consuma fino a 80 Watt. Una tv oppure un decoder in pausa possono consumare invece anche 25 Watt. L'esempio più eclatante di quanta energia elettrica consuma un elettrodomestico in pausasi ha con i sistemi HI-Fi. In pausa, vantano consumi oltre i 130 Watt.
A influire sul costo della bolletta, in relazione allo stand-by degli elettrodomestici, è anche la loro usura. Più i dispositivi sono obsoleti, più lasciarli in pausa pesa sui consumi elettrici. Meglio acquistare quindi elettrodomestici nuovi a risparmio energetico.
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