20 lug 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Marco B.
Gli aumenti dei tassi di interesse decisi dalla BCE a partire da luglio 2022 per contrastare l'inflazione (si è arrivati al 4%, potrebbero esserci ulteriori rialzi) ha fatto lievitare le rate dei mutui immobiliari a tasso variabile.
Dunque molti italiani si sono trovati a pagare rate più alte.
Però se le banche non le hanno diminuite quando i tassi erano inferiori o negativi, tra 2015 e 2022, è possibile chiedere il rimborso. Scopri come su Facile.it, leader nel confronto di mutui online.
Un’indagine svolta dall’organizzazione di consumatori Altroconsumo ha svelato che questa circostanza si è verificata è di frequente, a causa di una clausola contrattuale definita "Floor" (significa "fondo"): non permette di diminuire la rata sotto un limite determinato e fissa un livello minimo al valore che può raggiungere il tasso complessivo.
Va chiarito che le rate dei mutui a tasso variabile sono determinate dal valore dell'Euribor (il loro tasso di mercato), cui si aggiunge lo spread. Questo è la commissione a favore della banca, costante per tutta la durata del mutuo ed espressa in percentuale. Sommata all’Euribor, definisce la misura del tasso di interesse applicata al finanziamento.
Tuttavia, chiarisce Altroconsumo, dall'inizio del 2015 fino a maggio del 2022, l'Euribor è stato sempre negativo e "dal 2016 il tasso della Banca Centrale Europea è sempre stato zero".
Ciò avrebbe dovuto determinare un calo dell’importo delle rate, però non sarebbe successo. Quindi i clienti per 7 anni hanno versato interessi più elevati del dovuto e non hanno tratto beneficio dal fatto che i tassi fossero negativi.
Questo è accaduto proprio a causa della clausola del "floor". Di fatto, si tratta di una forma di autoprotezione della remunerazione su cui possono contare le banche; sono messe al riparo da riduzioni troppo marcate dell’Euribor, garantendo così agli istituti un tasso minimo pari allo spread.
Cosicché Altroconsumo ha avviato un’azione legale nei confronti di varie grandi e medie banche, per ottenere la restituzione di soldi versati in eccesso dai loro clienti. Quanti? Per fare un esempio, il titolare di un mutuo a tasso variabile ventennale con 100.000 euro di debito residuo tra marzo 2015 e agosto 2022 ha versato 2.000 euro in più a causa del "Floor". L'importo del risarcimento dovrebbe arrivare almeno a 1.000 euro.
Un cittadino può iscriversi all’azione all'azione legale se ha un mutuo a tasso variabile oppure se lo ha estinto o sostituito, purché abbia pagato le rate con la clausola del "Floor" tra 2015 e 2022.
La clausola è stata individuata per ora nei contratti di quasi tutti i maggiori istituti di credito. Altroconsumo ne ha già individuati 23. Occore controllare i propri contratti.
Per interrompere la prescrizione, il cittadino dovrà mandare un reclamo alla sua banca, seguendo le istruzioni che gli fornirà Altroconsumo. Poi non resterà che attendere il verdetto finale della Cassazione.
Con la sentenza 2836 del 6 settembre 2022 la Corte d’Appello di Milano ha già riconosciuto la vessatorietà della clausola "Floor", dando ai clienti l’opportunità di avere indietro notevoli quote di interessi.
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