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Quando si richiede un mutuo capita di sentir parlare di destinazione d’uso di un immobile. Cos’è? E’ una classificazione che, in base alle norme urbanistiche, determina le finalità per le quali un certo immobile deve essere utilizzato. Se la destinazione d’uso non viene rispettata si commette un illecito e si corre il rischio di andare incontro a pesanti sanzioni. Ad esempio, se si compra un immobile con destinazione deposito e poi si decide di viverci, trasformandolo di fatto nella propria abitazione abituale, si viola la legge.
Le destinazioni d’uso sono classificate in sette macro categorie che ne descrivono le funzioni. Sono:
Quando in un immobile si svolgono attività differenti dal punto di vista della destinazione d’uso, prevale quella interessata ad una maggiore superficie.
Spesso si fa confusione tra categoria catastale e destinazione d’uso. Sono due cose diverse. La categoria catastale serve infatti a stimare il valore del bene a fini fiscali ed è utile, ad esempio, per il calcolo e il pagamento di tasse e imposte.
Sapere qual è la destinazione d’uso di un immobile è molto importante, soprattutto se si è in procinto di acquistarne uno. Ci sono diversi sistemi per accertare quale sia la destinazione:
Si parla di cambio di destinazione d’uso quando si modificano le funzioni di utilizzo di un determinato immobile. Ad esempio quando si vuole trasformare un’abitazione in laboratorio o viceversa. Il cambio di destinazione d’uso è regolamentato da particolari norme e qualsiasi violazione delle stesse si configura come un abuso edilizio.
Il cambio di destinazione d’uso è possibile ma solo in presenza di precisi requisiti e quando la modifica è prevista dai Piani Urbanistici locali.
Una volta finiti i lavori si hanno 15 giorni di tempo per presentare al Comune dove si trova l’immobile la Segnalazione certificata di agibilità (S.c.a) che attesta il rispetto delle condizioni richieste dalla destinazione d’uso interessata.
Se la possibilità è prevista, quando si passa da una categoria funzionale a un’altra, si parla di cambio di destinazione d’uso rilevante. In questo caso, la prima cosa da fare è aprire una pratica presso il Comune di competenza richiedendo l’autorizzazione alla modifica e, nel caso fossero necessari interventi edilizi, anche il permesso a costruire.
Successivamente bisogna comunicare il cambio al Catasto che provvederà a registrare la modifica e ad aggiornare la documentazione fiscale relativa all’immobile.
La spesa finale per un cambio di destinazione d’uso è determinata dalla somma di una serie di voci:
Giornalista professionista, collabora da diversi anni con il Sole 24 Ore (Casa24Plus, Mondo Immobiliare). In passato ha lavorato, tra gli altri, per Tempo Economico e Tgcom.
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