In questo nuovo appuntamento, Paolo Cianni, membro del team di consulenti dei mutui in Facile.it, ci illustra alcuni scenari previsti per i mutui in questo agosto 2023, e ci fa una panoramica di quanto successo nelle settimane appena trascorse.
Settimana calda per BCE, FED e BoJ (Banca del Giappone), che sono state chiamate a decidere sui tassi di interesse. Come la FED, anche la BCE ha alzato i tassi di un quarto di punto, portando il tasso di riferimento al 4,25% e raggiungendo i massimi dell’ultimo ventennio, toccati a luglio 2007.
Per trovare nuovi massimi bisogna guardare all’ottobre 2000, con tassi al 4,75%. Contestualmente, la Bce ha confermato che non riacquisterà più i titoli in scadenza acquistati con il programma App, in pieno quantitative easing. Questo aumento, di un quarto di punto, era stato ampiamente anticipato da analisti e da diversi membri della stessa Bce. Ma la vera incognita è ciò che si farà da settembre in poi. E i mercati finanziari sono alla ricerca di una guida.
Infatti, per il prossimo futuro, non c’è alcuna chiara indicazione su cosa accadrà al costo del denaro: le prossime decisioni verranno prese riunione su riunione sulla base dei prossimi dati Sebbene l’inflazione abbia fatto registrare un 5,5% a giugno (dal 6,1% a maggio), l’inflazione core (al netto di cibo ed energia) sale ad un 5,5% nel mese di giugno dopo aver toccato un 5,3% a maggio.
Ed è proprio l’inflazione core uno dei dati chiave per la Bce, perché misura l'inflazione nel medio termine, escludendo gli elementi più volatili. E da una misura di quanto effettivamente l’inflazione sia pervasa nei vari settori economici. Le aspettative sull’Euribor (tassi Futures) salgono di circa 10/15 centesimi nell’ultimo quarter dell’anno, spostando un’eventuale inversione di tendenza a dicembre 23 (fino a qualche mese fa davano il picco a settembre), ma con tassi fermi al 4%. Valutando il contesto è molto probabile che la Bce possa prendersi una pausa. Anche perché i tassi così alti pesano sulle attività economiche: l’area euro ha subìto una brusca frenata a giugno a causa del deterioramento economico nel settore manifatturiero e dei servizi, entrambi in precedenza molto resilienti.
Da un lato, i tassi variabili continueranno progressivamente a crescere fino alla fine del Q4 2023/inizio 2024, allineandosi al tasso BCE, mentre i tassi fissi, che replicano in modo abbastanza fedele l’andamento del bund tedesco, dovrebbero restare ai livelli attuali, avendo scontato già parte di questo ultimo aumento, e ampliando la differenza tra i due indici.
Gli IRS subiscono un leggero aumento, con incrementi leggermente più marcati sulle lunghe durate.
IRS | 10a | 15a | 20a | 25a | 30a |
---|---|---|---|---|---|
02-gen | 3.10 | 3.05 | 2.83 | 2.61 | 2.42 |
01-feb | 2.89 | 2.87 | 2.70 | 2.50 | 2.36 |
01-mar | 3.30 | 3.28 | 3.12 | 2.94 | 2.78 |
03-apr | 2.92 | 2.92 | 2.78 | 2.60 | 2.45 |
02-mag | 2.95 | 2.97 | 2.85 | 2.68 | 2.54 |
01-giu | 2.95 | 2.97 | 2.87 | 2.73 | 2.61 |
03-lug | 3.06 | 2.98 | 2.85 | 2.69 | 2.55 |
26-lug | 3.10 | 3.08 | 2.94 | 2.80 | 2.67 |
Gli Euribor continuano ad aumentare progressivamente:
Euribor | 3m |
---|---|
02-gen | 2.16 |
01-feb | 2.48 |
01-mar | 2.78 |
03-apr | 3.05 |
02-mag | 3.27 |
01-giu | 3.46 |
03-lug | 3.58 |
26-lug | 3.71 |
Nonostante il leggero aumento degli IRS, si fa ancora più marcata la differenza tra IRS ed Euribor a favore dei tassi fissi, così da rendere le proposte a tasso fisso nettamente più convenienti rispetto al variabile (che continua a crescere costantemente, essendo correlato al tasso BCE, in costante aumento). Abbiamo gli IRS di lungo periodo più bassi di circa 1 punto rispetto all’Euribor.
Abbiamo gi IRS di lungo periodo più bassi di circa 70bp sul 25 anni e ben 85bp sul 30 anni rispetto all’Euribor.
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