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Quali sono le novità del settore mutui di maggio 2023?

Inflazione core Italia ad Aprile 2023

In questo nuovo appuntamento, Paolo Cianni, membro del team di consulenti dei mutui in Facile.it, ci illustra alcuni scenari previsti per i mutui in questa seconda metà di maggio 2023, e ci fa una panoramica di quanto successo nelle settimane appena trascorse.

BCE: inflazione alta e fine della forward guidance. Avanti con il rialzo dei tassi

Il Consiglio direttivo della BCE ha optato, il 4 maggio, per il settimo rialzo consecutivo da settembre 2022, portando il tasso di riferimento al 3,75%. Ma la lotta da Francoforte al carovita non è ancora finita, a causa dell'inflazione che continua ad essere persistente. 

Al contrario della FED, dove Powell in conferenza stampa ha detto chiaramente di essere arrivati ad un punto dove ci si può prendere una pausa dai rialzi, Lagarde invece indica che la strada da fare è ancora lunga. 

L’inflazione media della zona euro è scesa al 6,9%, dall’8,6% di gennaio, ma quella core (quella al netto di cibo ed energia) era aumentata a marzo per il quarto mese consecutivo, passando dal 5,6% di febbraio al 5,7% a marzo, per poi leggermente ridiscendere di nuovo ad aprile, al 5,6%.

Quest’ultimo dato indica che l’inflazione si sta rilevando più ‘sticky’ (appiccicosa) del previsto: infatti segnala che l’aumento dei prezzi si è trasferito agli altri settori dell’economia, risultando perciò più difficile da sconfiggere, ed è proprio il dato sull’inflazione core in aprile che ha portato il Consiglio Direttivo della BCE ad un nuovo aumento dei tassi a maggio.

Si è inoltre deciso anche per l’interruzione della "forward guidance", ovvero delle anticipazioni sulle future aspettative di politica monetaria: si è optato per una comunicazione "volta per volta", in base all’evoluzione dei dati. 

Con la fine della forward guidance la BCE, in base ai dati sull’inflazione, nei prossimi mesi può così prendersi una pausa nel rialzare i tassi o reagire in modo brusco all’occorrenza, senza risultare incoerente con le proprie decisioni, che non verranno assunte secondo un programma stabilito, ma di volta in volta in base ai dati. Guardando i future, il mercato ad oggi vede il picco a settembre, per poi stabilizzarsi verso fine anno e tornare a scendere dall'inizio dell'anno prossimo.

Sembra quindi avvicinarsi la conclusione della prima fase “falchista”, ovvero quella del rialzo dei tassi, e sta per aprirsene un’altra: quella in cui i tassi saranno mantenuti alti, e anche per un lungo periodo.

Il 2 maggio la BCE ha inoltre comunicato, coerentemente alla strategia di quantitative tightening, la riduzione del programma di acquisto di titoli APP (Asset Purchase Program) del programma standard (non quello pandemico), che vede ridotti i reinvestimenti per la metà.

Panoramica dei tassi

Gli IRS sono in diminuzione rispetto a marzo:

IRS 10a 15a 20a 25a 30a
1 gen 3.18 3.12 2.90 2.69 2.50
1 feb 2.90 2.87 2.72 2.54 2.37
1 mar 3.30 3.28 3.12 2.94 2.78
1 apr 2.92 2.92 2.78 2.60 2.45
2 mag 2.95 2.97 2.85 2.68 2.54
19 mag 3.13 3.14 3.03 2.88 2.75

Gli Euribor continuano ad aumentare progressivamente:

Euribor 3m
1 gen 2.13
1 feb 2.51
1 mar 2.65
1 apr 3.05
2 mag 3.27
19 mag 3.42

Notiamo come l’Euribor continui a crescere costantemente, mentre gli Eurirs hanno un movimento laterale, che fa sì che ci sia una marcata differenza tra IRS ed Euribor, così da rendere le proposte a tasso fisso decisamente più convenienti rispetto al variabile. L'attuale contesto macroeconomico infatti avvantaggia fortemente gli IRS di lungo periodo, con tassi più bassi di circa 50bp sul 25 anni e addirittura 70bp sul 30 anni rispetto all’Euribor.

La durata trentennale resta la durata più richiesta lato acquisti. La durata media per le richieste di acquisto nel Q1 del 2023 è stata di circa 27 anni.

Stai cercando un mutuo? Scegli il tasso fisso

Andiamo al punto focale: se sto cercando o sottoscrivendo un mutuo, su quale tasso dovrei orientarmi?

In questo periodo le banche stanno spingendo sui tassi fissi, soprattutto quelli di lunga durata; questo si traduce in spread bassi e tassi finali (TAN) estremamente competitivi e, in diversi casi, addirittura inferiori ai tassi variabili. Quindi il consiglio è di orientarsi sul tasso fisso.

Il variabile ad oggi ha un differenziale di circa 50-70bp rispetto agli IRS. Considerando l’aumento di altri 25bp del prossimo mese e gli spread leggermente meno competitivi rispetto a qualche mese fa (best ING allo 0,70%) anche su profili di clienti considerati congrui ai variabili, potrebbe esser consigliato comunque l’opzione del fisso.

Lato surroghe troviamo opportunità da cogliere al volo per chi ha un variabile e vuole cambiare: con le condizioni attuali non solo si può fare una surroga passando al fisso (così da tutelarsi da futuri aumenti), ma in alcuni casi è addirittura possibile farlo riducendo la rata mensile. Il consiglio è di procedere velocemente, perché il mercato si evolve rapidamente e queste offerte potrebbero non durare a lungo.

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