Quanto si paga di tasse sugli affitti e come si calcolano

Le 3 cose da sapere
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Le tasse sugli affitti dipendono dal regime fiscale e dal tipo di contratto.
1Le tasse sugli affitti dipendono dal regime fiscale e dal tipo di contratto.
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La base imponibile non coincide mai con il canone incassato.
2La base imponibile non coincide mai con il canone incassato.
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La cedolare secca semplifica il calcolo e sostituisce più imposte.
3La cedolare secca semplifica il calcolo e sostituisce più imposte.
Se stai pensando di acquistare un immobile da affittare, per percepire un reddito da locazione (e magari usarne una parte per sostenere le rate del mutuo), è fondamentale conoscere a fondo tutte le tasse e le imposte legate all'affitto.
Affittare un immobile comporta infatti obblighi fiscali precisi che è importante conoscere prima di firmare un contratto. Capire quali tasse si pagano sugli affitti, come si calcolano e quali regimi fiscali sono disponibili aiuta a evitare errori e a gestire il reddito da locazione in modo più consapevole.
Sommario
Quali sono le tasse da pagare sugli affitti
Quando si percepisce un canone di locazione, il reddito derivante dall’affitto è soggetto a tassazione. Le imposte variano in base al regime fiscale scelto e alla tipologia di contratto stipulato, ma ruotano tutte attorno al concetto di reddito fondiario.
In linea generale, le imposte che possono entrare in gioco sono diverse e hanno funzioni differenti. Alcune colpiscono direttamente il reddito, altre sono legate alla registrazione del contratto o alla proprietà dell’immobile.
- IRPEF, se si sceglie la tassazione ordinaria sul reddito da locazione;
- addizionali regionali e comunali, collegate all’IRPEF;
- cedolare secca, imposta sostitutiva alternativa all’IRPEF;
- imposta di registro, dovuta in assenza di cedolare secca;
- imposta di bollo, applicata al contratto se non si opta per la cedolare.
In presenza di cedolare secca, alcune di queste imposte non si applicano, mentre con la tassazione ordinaria il reddito da affitto si somma agli altri redditi del proprietario.
Come si calcolano le tasse sugli affitti
Il calcolo delle tasse sugli affitti parte sempre dal canone annuo percepito, ma non coincide mai con l’importo incassato al 100%. La normativa prevede infatti una riduzione forfettaria del reddito imponibile, che varia in base al tipo di contratto.
Prima di arrivare all’imposta finale, è quindi necessario determinare correttamente la base imponibile, su cui applicare IRPEF o cedolare secca.
| Tipologia di contratto | Base imponibile |
|---|---|
| canone libero | 95% del canone annuo |
| canone concordato | 66,5% del canone annuo |
Questa differenza incide in modo significativo sull’importo delle tasse dovute e rende il contratto a canone concordato fiscalmente più leggero già in partenza.
Base imponibile e canone annuo
Il canone annuo è la somma di tutti i canoni mensili incassati nel corso dell’anno. Su questo importo viene applicata una riduzione forfettaria che tiene conto delle spese sostenute dal proprietario, senza necessità di documentarle.
In pratica, il Fisco presume che una parte del canone serva a coprire costi di gestione e manutenzione e tassa solo la quota residua, che rappresenta il reddito effettivo.
Differenze tra contratti a canone libero e canone concordato
La distinzione tra canone libero e canone concordato non riguarda solo l’importo dell’affitto, ma anche il trattamento fiscale. Il canone libero è stabilito liberamente tra le parti, mentre quello concordato segue accordi territoriali tra associazioni di proprietari e inquilini.
Dal punto di vista fiscale, il canone concordato beneficia di una base imponibile ridotta e, in caso di cedolare secca, di un’aliquota più bassa. Questo doppio vantaggio rende spesso questa formula interessante per chi affitta in comuni ad alta densità abitativa.
Tassazione ordinaria sugli affitti
Con la tassazione ordinaria, il reddito da locazione si somma agli altri redditi del contribuente e viene tassato secondo gli scaglioni IRPEF. A questo importo si aggiungono le addizionali regionali e comunali.
È una soluzione che può risultare meno conveniente quando il reddito complessivo è elevato, perché l’affitto contribuisce ad aumentare l’aliquota media applicata.
| Scaglioni IRPEF | Aliquota |
|---|---|
| fino a 28.000 € | 23% |
| da 28.001 a 50.000 € | 35% |
| oltre 50.000 € | 43% |
Alle aliquote IRPEF si applica la base imponibile del reddito da locazione, dopo la riduzione prevista per legge.
Aliquote IRPEF e scaglioni
Gli scaglioni IRPEF funzionano in modo progressivo: ogni fascia di reddito viene tassata con la propria aliquota. Questo significa che l’affitto non viene tassato separatamente, ma contribuisce a formare il reddito complessivo.
Più alto è il reddito totale, maggiore sarà il peso fiscale del canone di locazione.
Deduzioni e detrazioni applicabili al reddito da locazione
Nel regime ordinario sono previste alcune agevolazioni che possono ridurre l’imposta finale. In particolare, incidono:
- la deduzione forfettaria già inclusa nella base imponibile;
- eventuali detrazioni legate alla tipologia di immobile o di contratto;
- le detrazioni IRPEF personali, che si applicano al reddito complessivo.
Questi elementi rendono necessario valutare il quadro fiscale nel suo insieme, non solo il reddito da affitto.
Come scegliere il regime fiscale più conveniente
La scelta tra tassazione ordinaria e cedolare secca dipende da diversi fattori, come il reddito complessivo e il tipo di contratto. Per capire l’impatto reale, è utile fare qualche esempio numerico.
Supponiamo un canone annuo di 10.000 euro con contratto a canone libero.
- Con la tassazione ordinaria, la base imponibile è 9.500 euro, che si sommano agli altri redditi e vengono tassati secondo lo scaglione IRPEF di riferimento.
- Con la cedolare secca, invece, si applica direttamente un’imposta del 21%, pari a 2.100 euro, senza addizionali.
Nel caso di canone concordato, a parità di canone, la base imponibile più bassa e l’aliquota ridotta della cedolare secca rendono il carico fiscale ancora più contenuto.
Quando si può scegliere la cedolare secca
La cedolare secca è un regime opzionale riservato alle locazioni abitative tra persone fisiche. Può essere scelta al momento della registrazione del contratto o negli anni successivi, rispettando le modalità previste.
Questo regime sostituisce IRPEF, addizionali, imposta di registro e imposta di bollo, semplificando la gestione fiscale e rendendo l’imposta più prevedibile.
Domande frequenti sulle tasse relative agli affitti
Le tasse si pagano anche se l’inquilino non paga?
Sì, in linea generale le tasse sono dovute anche in caso di morosità, finché il contratto è in essere. Il reddito non percepito può essere escluso dalla tassazione solo dopo la convalida di sfratto o in presenza di specifiche condizioni previste dalla legge.
Si può cambiare regime fiscale negli anni successivi?
Sì, è possibile passare dalla tassazione ordinaria alla cedolare secca, o viceversa, in occasione del rinnovo annuale del contratto. La scelta non è irrevocabile, ma va comunicata correttamente.
La cedolare secca è valida per tutti i tipi di immobile?
No, la cedolare secca si applica solo agli immobili ad uso abitativo e alle relative pertinenze, se locate congiuntamente. Sono esclusi gli immobili strumentali e le locazioni a soggetti che agiscono nell’esercizio di impresa.
È obbligatorio comunicare la scelta del regime fiscale?
Sì, la scelta del regime fiscale deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate al momento della registrazione del contratto o del rinnovo. In caso di cedolare secca, è necessario informare anche l’inquilino.
17 dic 2025 | 4 min di lettura | Pubblicato da Linda Montemurro
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