10 mar 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Marco B.
Per adeguare 3,7 milioni di vecchi edifici italiani alle norme sulle case green, in discussione nel Parlamento europeo, quanto si dovrà spendere?
I calcoli li ha fatti l'OICE, l'Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria.
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L'associazione, si legge in suo comunicato, ha formulato alcune stime sull'impatto dell'attuazione della direttiva approvata in prima istanza dalla Commissione UE e che entro marzo sarà votata in plenaria dal Parlamento.
La direttiva prevede che entro il 1° gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali debbano raggiungere la classe energetica E e, entro il 2033, la classe D, per arrivare nel 2050 a zero emissioni.
Secondo il presidente dell'OICE, Giorgio Lupoi, va considerato che con il Superbonus il nostro Paese è già andato avanti sulla linea del miglioramento dell’efficienza delle nostre abitazioni anche in termini di sostenibilità ambientale, pur con tutte le difficoltà che stiamo segnalando sul blocco dei crediti che sta mettendo in ginocchio professionisti, società e imprese e per questo vorremmo si riuscisse a trovare il modo per superare le difficoltà attuali.
Aggiunge Lupoi: Siamo comunque pronti ad intervenire e ad accelerare anche a valle delle nuove regole UE. Però siamod’accordo col fatto che occorra introdurre con gradualità obblighi così impattanti sulla vita della collettività; quindi sarebbe positivo se si arrivasse a un’attuazione flessibile.
Fabio Tonelli, che coordina il Gruppo di lavoro sul Superbonus, descrive dettagliatamente ciò che accadrebbe se si imponesse di arrivare alla classe D entro il 2033.
Come? Elaborando semplicemente alcuni dei dati acquisiti con gli attuali incentivi, un edificio tipo costruito negli anni ’80 e ubicato a circa 400 metri sul livello del mare, nell’ipotesi di 5 piani fuori terra, con appartamenti della superficie media di circa 105 mq.
Ebbene, spiega Tonelli, il passaggio da una attuale classe G alla classe D porta ad un costo minimo medio di circa 40.000 euro ad appartamento con intervento sull’involucro esterno (pareti, copertura e solaio sottostante al primo piano riscaldato). Però, con un intervento più organico (infissi, caldaie e impianto fotovoltaico condominiale) se ne dovrebbero aggiungere altri 20.000 circa per appartamento. Questi costi comprendono lavori, spese tecniche ed Iva al 10%.
Tonelli aggiunge che sarebbe opportuno provvedere, oltre che alla riqualificazione energetica, anche a quella antisismica.
Afferma l'esperto: La spesa stimabile per interventi di miglioramento sismico non invasivi (rafforzamenti locali, antiribaltamento dei paramenti esterni e ripristino di parti ammalorate) per la medesima tipologia di edifici, in zona sismica 1 e 2, è oggi stimabile pari a circa 55.000 euro per appartamento.
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