Imu 2025, il conto finale arriva a dicembre: tutto ciò che serve sapere per il saldo
12 dic 2025 | 4 min di lettura | Pubblicato da Linda Montemurro

Il mese di dicembre segna l’ultimo passaggio dell’anno per i proprietari di immobili: il saldo dell’Imu 2025, da versare entro il 16 dicembre, completa quanto già pagato con l’acconto di giugno. Le regole, però, non sono sempre immediate: categorie catastali, nuovi vincoli sulle aliquote, casi di esenzione e modalità di pagamento creano spesso dubbi.
Per questo, Facile.it, comparatore di mutui online ha preparato una panoramica chiara e aggiornata di tutto ciò che occorre sapere.
Sommario
Chi deve pagare l’Imu nel 2025
L’imposta riguarda una serie definita di immobili e non coinvolge gli inquilini, ma i proprietari o i titolari di specifici diritti reali. Il tributo è dovuto per seconde e terze abitazioni, per le prime case di categoria A/1, A/8 e A/9, oltre che per terreni agricoli e aree edificabili. Rientrano nel pagamento anche coloro che detengono diritti particolari legati all’immobile, come l’uso o l’usufrutto, oppure chi ha ricevuto l’assegnazione della casa familiare tramite un provvedimento del giudice.
Gli immobili esclusi dal pagamento
Non tutte le abitazioni rientrano nell’obbligo. Le prime case che appartengono a specifiche categorie catastali continuano a essere escluse. Ecco una tabella di riepilogo utile.
| Categoria catastale | Descrizione |
|---|---|
| A/2 | abitazioni di tipo civile |
| A/3 | abitazioni di tipo economico |
| A/4 | abitazioni di tipo popolare |
| A/5 | abitazioni di tipo ultrapopolare |
| A/6 | abitazioni di tipo rurale |
| A/7 | villini |
Queste categorie restano al di fuori dell’imposta quando l’immobile costituisce abitazione principale.
Le pertinenze e il loro ruolo nel tributo
Le pertinenze delle abitazioni principali di lusso sono ricomprese nel calcolo. Parliamo di spazi come cantine, box, garage e tettoie appartenenti alle categorie C2, C6 e C7. Per queste unità si applica la stessa aliquota della casa principale cui sono collegate.
Come versare il saldo Imu 2025
Il metodo più diffuso resta il modello F24, dove vanno indicati i relativi codici tributo, come il 3912 per le abitazioni principali di lusso e le loro pertinenze. Molti Comuni permettono anche alternative come il bollettino postale dedicato al tributo e il sistema PagoPA, ormai utilizzato in gran parte dell’amministrazione pubblica. I contribuenti devono verificare se il proprio Comune mette a disposizione modalità aggiuntive o se ha adottato esclusivamente quelle standard.
Come funziona il conguaglio di dicembre
Il pagamento di giugno, regolato dalla legge 160/2019, copriva il primo semestre sulla base delle aliquote note fino a quel momento. Il saldo di dicembre completa il versamento annuale, calcolato sull’imposta effettivamente dovuta, e include l’eventuale conguaglio qualora la prima rata fosse stata parziale rispetto agli importi aggiornati.
Il calcolo dell’Imu: tutti i passaggi
Determinare l’importo finale richiede alcuni step precisi, che partono dalla rendita catastale dell’immobile. Ecco la sequenza essenziale:
- si prende la rendita catastale e la si rivaluta del 5%;
- il valore ottenuto si moltiplica per il coefficiente legato alla tipologia dell’immobile;
- al risultato si applica l’aliquota fissata dal proprio Comune.
Questi elementi permettono di ottenere il valore da versare a dicembre.
Le nuove regole sulle aliquote introdotte nel 2025
Da quest’anno i Comuni non possono più modificare liberamente le aliquote sulla base di criteri individuali. Le delibere devono essere predisposte attraverso la piattaforma del Portale del federalismo fiscale, utilizzando un prospetto standard che elenca solo le fattispecie “tipizzate”. Se un Comune non ha approvato l’atto entro i termini, non si applicano più automaticamente le aliquote dell’anno precedente: da quest’anno si utilizzano quelle di base, previste direttamente dalla legge, fino alla prima delibera valida adottata con la nuova procedura.
Esenzioni, agevolazioni e riduzioni
Il quadro normativo prevede varie formule di alleggerimento del tributo, che i Comuni non possono modificare. Tra queste rientrano:
- la detrazione di 200 euro per le abitazioni principali delle categorie A/1, A/8 e A/9;
- la riduzione al 75% dell’imposta per gli immobili locati con contratti a canone concordato.
L'applicazione di tali misure dipende esclusivamente dalla legge nazionale, senza margini di autonomia per le amministrazioni locali.
Cosa controllare prima del versamento
Prima di procedere con il saldo è utile verificare alcuni aspetti fondamentali:
- che l’immobile sia classificato nella categoria catastale corretta;
- che le aliquote pubblicate dal proprio Comune siano aggiornate;
- che le eventuali pertinenze siano conteggiate secondo le regole vigenti.
Un controllo preliminare evita sanzioni e garantisce un calcolo corretto.
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