Subentro gas nella seconda casa: quali sono i costi e le tempistiche?

Le 3 cose da sapere
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Il subentro del gas serve a riattivare la fornitura quando il contatore è chiuso o sigillato.
1Il subentro del gas serve a riattivare la fornitura quando il contatore è chiuso o sigillato.
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Conoscere documenti necessari, costi e tempi aiuta a evitare ritardi e spese impreviste.
2Conoscere documenti necessari, costi e tempi aiuta a evitare ritardi e spese impreviste.
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I costi del subentro variano tra mercato libero e tutelato, con possibili spese extra.
3I costi del subentro variano tra mercato libero e tutelato, con possibili spese extra.
Il subentro del gas nella seconda casa è una procedura necessaria quando si entra in un’abitazione in cui la fornitura è stata interrotta e il contatore risulta chiuso o sigillato. A differenza della prima casa, dove spesso il subentro è più urgente per esigenze quotidiane, nella seconda casa è utile pianificare con anticipo la richiesta, così da avere il riscaldamento e l’acqua calda già disponibili all’arrivo.
Conoscere in anticipo le modalità di subentro, i costi previsti e i tempi tecnici consente di gestire al meglio la pratica e di trovare l’abitazione subito funzionale e accogliente.
Sommario
Che cos’è il subentro del gas e differenze con voltura e attivazione
Il subentro del gas è la procedura che consente di riattivare la fornitura di gas in un’abitazione dove il precedente contratto è stato chiuso e il contatore è stato sigillato dal distributore. Si tratta di una pratica distinta dalla voltura e dall’attivazione:
- subentro: si richiede quando il contratto precedente è stato cessato e il contatore è chiuso. Serve a stipulare un nuovo contratto a nome del nuovo intestatario e a riattivare la fornitura;
- voltura: si effettua quando il contratto è ancora attivo e si desidera solo cambiare l’intestatario, senza interrompere la fornitura di gas;
- attivazione: riguarda le nuove utenze, cioè i casi in cui il contatore non è mai stato attivato prima.
Pratica | Quando si usa | Fornitura attiva? | Nuovo contratto? |
---|---|---|---|
Subentro | Contratto chiuso, contatore sigillato | No | Sì |
Voltura | Cambio intestatario, contratto attivo | Sì | No |
Attivazione | Nuova utenza, mai attivata prima | No | Sì |
Quando serve il subentro in una seconda casa
Il subentro è necessario in tutte le situazioni in cui il gas è stato staccato e il contatore risulta chiuso o sigillato. Questo accade frequentemente nelle seconde case, soprattutto se rimaste inutilizzate per lunghi periodi o se il precedente proprietario o inquilino ha disdetto il contratto.
Contatore chiuso o cambio di proprietà
Se entrando nella seconda casa il contatore del gas è chiuso o sigillato, è obbligatorio richiedere il subentro per poter utilizzare la fornitura. Permette infatti di riattivare il servizio a proprio nome, indipendentemente dal precedente contratto. In assenza di questa operazione, non è possibile utilizzare il gas per riscaldamento, cucina o acqua calda. Anche quando cambia il proprietario o l’inquilino e il precedente ha disdetto il contratto, il nuovo intestatario deve richiedere il subentro. Se invece il contratto è ancora attivo, è sufficiente la voltura.
Documenti necessari
Per avviare la procedura, è indispensabile presentare una serie di documenti che garantiscono la corretta identificazione dell’utente e dell’impianto. Il nuovo intestatario deve fornire:
- documento d’identità valido;
- codice fiscale;
- recapito telefonico e indirizzo di residenza;
- dati catastali dell’immobile, richiesti in alcuni casi dal fornitore per la corretta identificazione della proprietà.
Codice PDR e informazioni impianto
Il codice PDR (Punto di Riconsegna) è un codice numerico che identifica in modo univoco la fornitura di gas e si trova sulla vecchia bolletta o direttamente sul contatore. È essenziale per la richiesta di subentro, poiché consente al fornitore di individuare esattamente la posizione dell’utenza.
Se l’impianto del gas è stato modificato, rinnovato o sottoposto a interventi tecnici, possono essere richiesti certificati di conformità e documentazione tecnica per garantire la sicurezza. Se l’impianto non è stato modificato, di norma non sono necessari ulteriori documenti tecnici.
Costi del subentro gas
Il subentro comporta costi fissi e variabili, che dipendono dal tipo di mercato (libero o tutelato) e da eventuali interventi tecnici necessari.
Voce di costo | Importo indicativo |
---|---|
Controllo documenti | 47 – 70 € + IVA |
Attivazione contatore | 30 – 45 € + IVA |
Costi amministrativi fornitore | ~35 € + IVA (talvolta gratuiti) |
Mercato tutelato | ~66 € complessivi |
Mercato libero | 27,03 € fissi + 20–60 € variabili |
Costi extra | Variabili |
Costi fissi e contributi amministrativi
I principali costi da sostenere per il subentro gas sono:
- controllo documenti: da 47 a 70 euro + IVA, per la verifica della documentazione tecnica e amministrativa;
- attivazione: da 30 a 45 euro + IVA, per l’intervento del tecnico che riattiva il contatore;
- costi amministrativi del fornitore: circa 35 euro + IVA, talvolta gratuiti con offerte speciali.
Questi costi sono comunicati dal fornitore al momento della richiesta e possono variare in base alla zona e al distributore locale.
Differenze mercato libero e maggior tutela
Nel Servizio di maggior tutela, il subentro costa circa 66 euro, comprensivi di oneri, contributo fisso e bollo. Nel mercato libero, il costo varia: è previsto un contributo fisso di 27,03 euro più una quota variabile tra 20 e 60 euro, a seconda del fornitore e delle condizioni contrattuali. Alcuni fornitori propongono offerte che azzerano i costi amministrativi per i nuovi clienti.
Possibili costi extra
Se sono necessari sopralluoghi, verifiche tecniche o l’invio di documentazione aggiuntiva (ad esempio per impianti modificati), possono essere applicati costi extra, comunicati preventivamente dal fornitore. In caso di impianti non a norma, potrebbero essere richiesti ulteriori interventi a carico dell’utente.
Tempi previsti per il subentro
I tempi per il subentro gas sono regolati da ARERA e variano in base alla situazione dell’impianto e all’efficienza del distributore. Il fornitore deve attivare la fornitura entro 10-12 giorni lavorativi dalla richiesta, salvo necessità di documentazione tecnica aggiuntiva. Se l’impianto è stato modificato, i tempi possono allungarsi fino a 120 giorni per l’invio dei documenti. Tuttavia, il rispetto di questi tempi è garantito dalla normativa e il fornitore è tenuto a informare il cliente su eventuali ritardi.
Alcuni distributori possono offrire attivazioni più rapide, con tempi inferiori rispetto allo standard, ma spesso a fronte di un costo aggiuntivo. È importante verificare con il proprio fornitore la disponibilità di servizi di attivazione rapida e i relativi costi.
Procedura passo per passo per il subentro
- Richiesta al fornitore: la richiesta può essere presentata online, presso un punto vendita o tramite numero verde. In questa fase è necessario fornire tutti i documenti richiesti.
- Verifica e attivazione: il fornitore trasmette la richiesta al distributore entro 2 giorni lavorativi. Il distributore verifica la documentazione e, se tutto in regola, pianifica l’intervento.
- Installazione e riattivazione contatore: il tecnico fissa un appuntamento per riattivare il contatore, nel quale è necessaria la presenza dell’intestatario o di un delegato. Se l’impianto è stato modificato, il tecnico verifica la conformità prima di procedere.
Durante tutta la procedura, il cliente ha diritto di recedere dal contratto senza penali entro 14 giorni (o 30 giorni se il contratto è stato stipulato fuori dai locali commerciali).
Ritardi e indennizzi
Se il distributore non rispetta i tempi previsti dalla normativa, il consumatore ha diritto a un indennizzo automatico, il cui importo è stabilito da ARERA. L’indennizzo viene riconosciuto direttamente in bolletta e varia in base all’entità del ritardo.
Cosa fare in caso di problemi
In caso di ritardi o disservizi, è consigliabile:
- contattare il servizio clienti del fornitore per segnalare il problema;
- inviare un reclamo scritto, specificando i dettagli della richiesta e i tempi trascorsi;
- rivolgersi all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) per la tutela dei propri diritti, qualora il problema non venga risolto dal fornitore.
In sintesi, il subentro gas nella seconda casa richiede attenzione ai dettagli: dalla raccolta dei documenti alla scelta del fornitore, dalla verifica dei costi ai tempi di attivazione. Conoscere la procedura e i propri diritti permette di evitare sorprese e ottenere la riattivazione della fornitura in tempi certi e a costi trasparenti. La chiarezza sulle differenze tra subentro, voltura e attivazione, insieme alla consapevolezza dei diritti del consumatore, è fondamentale per gestire in modo efficace il passaggio di fornitura del gas nella seconda casa.
Domande frequenti
Ci sono differenze tra subentro gas in prima e seconda casa?
La procedura è identica, ma nel caso di seconda casa è consigliabile muoversi con anticipo per avere la fornitura attiva all’arrivo, soprattutto in periodi di vacanza o stagionali.
Quanto costa il subentro gas in una seconda casa?
I costi vanno in media dai 60 ai 120 euro, variando tra mercato libero e tutelato. Possono aggiungersi spese extra in caso di verifiche tecniche o impianti non a norma.
Quanto tempo ci vuole per il subentro gas?
In genere la riattivazione avviene entro 10-12 giorni lavorativi dalla richiesta, salvo eventuali ritardi dovuti a interventi tecnici o elevata richiesta stagionale.
Quali documenti servono?
Servono i dati anagrafici e il codice fiscale dell’intestatario, l’indirizzo della fornitura, il codice PDR, un documento d’identità e, in alcuni casi, la certificazione di conformità dell’impianto.
18 set 2025 | 6 min di lettura | Pubblicato da Marta R.
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