Normativa cessione del quinto: Legge 180/50 e altre normative

La cessione del quinto è una particolare tipologia di finanziamento introdotta per la prima volta in Italia nell'immediato secondo dopoguerra per consentire soprattutto ai dipendenti statali di accedere con più facilità al credito al consumo. E' basata su un meccanismo estremamente funzionale che permette di rimborsare la banca oppure la società finanziaria che ha concesso l'importo attraverso una trattenuta mensile direttamente sullo stipendio percepito.
La cessione del quinto è prevista soltanto per lavoratori statali, lavoratori privati con contratto a tempo indeterminato e pensionati. Il piano di ammortamento con la cessione del quinto viene calcolato in funzione della retribuzione mensile netta che si percepisce e dell’importo di cui si necessita. Scopriamo maggiori informazioni sulla cessione del quinto ed in particolare tutte le normative che lo disciplinano in Italia.
Sommario
- Normativa originaria sulla cessione del quinto
- Legge 80/2005 sulla cessione del quinto
- Normativa cessione del quinto: la legge 180/50
- La normativa del 2015
- Cessione del quinto e Legge sul rimborso
- Approfondimenti utili
Normativa originaria sulla cessione del quinto
La prima normativa proposta in Italia sulla cessione del quinto risale al 1950. In particolare è stata introdotta attraverso il testo unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione di stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Il riferimento è soprattutto al d.p.r. n 180/1950 e al d.p.r. 895/1950. In particolare, l'obiettivo del governo per poter rilanciare l'economia, era quello di consentire ai dipendenti statali e parastatali di poter avere maggior semplicità nell'accesso al credito per qualsiasi genere di esigenza come l'acquisto di elettrodomestici, la ristrutturazione di una casa e via dicendo.
Grazie a questo provvedimento, veniva introdotto per la prima volta in Italia un meccanismo secondo il quale il finanziamento potesse essere rimborsato con una trattenuta periodica sulla retribuzione mensile e pari al massimo ad un quinto.
Legge 80/2005 sulla cessione del quinto
La legge 80/2005 sulla cessione del quinto ha permesso di apportare alcuni correttivi e modifiche per rendere questo strumento ancora più funzionale e soprattutto per mettere al riparo da ogni genere di problema il richiedente e il datore di lavoro.
Una legge che ha apportato una vera e propria evoluzione della normativa in quanto ha:
- abolito il concetto di minima anzianità di servizio per poter richiedere il quinto;
- allargato la platea dei possibili beneficiari anche a pensionati e ai lavoratori privati con contratto a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda i pensionati sono stati inclusi sia quelli provenienti da enti pubblici che quelli privati. Naturalmente sono rimasti alcuni vincoli legati all' importo massimo complessivo del prestito e soprattutto alla durata del piano di ammortamento rispetto alla data di scadenza.
Ad esempio, per i lavoratori il piano di ammortamento deve terminare prima della fine del contratto di lavoro ossia dell'accesso al sistema previdenziale, mentre per i pensionati ci sono limiti anagrafici che variano da banca a banca.
Normativa cessione del quinto: la legge 180/50
La prima e più importante normativa sulla cessione del quinto è la cosiddetta legge 180/50 che venne pubblicata il 5 gennaio del 1950.
Si trattava di un decreto del Presidente della Repubblica che poi venne ulteriormente integrato ed ampliato il 28 luglio del 1950 con il DPR 985/50. Questi sono in buona sostanza i primi che andavano a disciplinare la gestione della cessione del quinto sia per quanto concerne il lavoratore, che per quanto riguarda il rapporto con il datore di lavoro.
Una normativa ben differente da quella attuale anche perché all'epoca l'accesso alla cessione del quinto era ristretto soltanto alla platea dei dipendenti pubblici e statali.
Un altro aspetto essenziale e per certi versi rivoluzionario del decreto era quello di inserire l'obbligo da parte del lavoratore di dover per forza di cose sottoscrivere una polizza assicurativa sulla vita. Questa era un’ulteriore forma di tutela per gli istituti che concedevano una cessione del quinto in quanto in questo modo vi era un meccanismo che permetteva il recupero del debito in caso di decesso del debitore.
Si è fatto per la prima volta riferimento a concetti molto importanti legati alla cessione del quinto come l'impignorabilità degli stipendi e delle pensioni. In pratica, gli stipendi e le pensioni potevano essere utilizzati soltanto dal legittimo titolare come una sorta di garanzia reddituale per richiedere un prestito o altre forme di finanziamento.
La normativa del 2015
L'ultima normativa in ordine di tempo che ha riguardato la regolamentazione della cessione del quinto in Italia è la cosiddetta normativa 2015.
Si sono estese tutte le caratteristiche della cessione del quinto prevista per lavoratori statali e pensionati anche ai lavoratori privati purché in possesso di un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato. Con questa normativa si è decretato il successo e la consacrazione della cessione del quinto quale principale forma di finanziamento preferita dagli italiani in virtù della sua semplicità soprattutto nella gestione della fase di rimborso che prevede ovviamente una trattenuta sullo stipendio.
Altro aspetto molto importante che ha contribuito al successo di questo genere di finanziamento è il fatto di non essere un prestito finalizzato, per cui il richiedente al momento della sottoscrizione non deve dichiarare l'utilizzo dell'importo.
Cessione del quinto e Legge sul rimborso
La cessione del quinto è tra le forme di prestito più utilizzate dagli italiani: un sistema semplice e funzionale che mette al sicuro anche l'ente erogatore. Negli ultimi anni in Italia è stata prevista una legge che disciplina il rimborso, in particolare consente al richiedente la possibilità di richiedere l'estinzione anticipata della cessione del quinto versando alla finanziaria l'intero importo ancora dovuto.
In questo genere di situazione la legge prevede che il cliente possa avere il rimborso di tutti i costi già anticipati. Questo significa che nel caso in cui il piano di ammortamento prevedesse il pagamento della quota interessi anticipata, allora la banca o chi per essa dovrà rimborsare la quota di cui il cliente non ha fruito. Ad esempio, se si anticipa l'estinzione del prestito di 4 anni e già si sono prestati gli interessi per uno dei quattro anni, la banca dovrà provvedere al rimborso.
Approfondimenti utili
Qui di seguito ti riportiamo alcune risorse che possono tornare utili per ulteriori approfondimenti sul tema:
- La cessione del quinto in 10 punti
- Come funziona l'estinzione anticipata di un prestito
- Assicurazione sul prestito: come funziona e quando serve
- Quali sono i tempi di erogazione della cessione del quinto?
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