5 mag 2022 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
Da maggio è vietato impostare i condizionatori a temperature polari, almeno negli uffici pubblici. Gli ambienti dovranno avere "per decreto" una temperatura minima di 27 gradi, con soli due gradi di tolleranza, come stabilito dal governo nel decreto bollette. La norma non riguarda le abitazioni e gli uffici privati, ma l'obiettivo è chiaramente quello di ridurre i consumi di energia, abbassando il ricorso all'elettrodomestico più energivoro di sempre.
Il condizionatore è infatti il maggior responsabile dei consumi elettrici estivi. Secondo le stime di Legambiente (rapporto Civico, 2020), pur essendo utilizzato solo nei mesi caldi, incide per il 6,9% sui consumi delle famiglie.
Anche una recente indagine di Otovo, multinazionale specializzata nell'installazione di pannelli solari, ha evidenziato che il condizionatore è l'elettrodomestico con i consumi più elevati in assoluto, con circa 450 kWh all'anno.
È difficile definire il consumo orario di un apparecchio, in quanto molto dipende da fattori come la dimensione della stanza dove è stato installato, o la posizione rispetto all'esposizione solare, ma negli anni sono state fatte diverse stime sui consumi stagionali, e sulle spese che questi comportano per le famiglie.
Una delle più attendibili è quella dell'ente nazionale per l'energia (Enea), che ha preso a modello un condizionatore split da circa 6kW, in grado di raffreddare 2 o 3 stanze per un totale di 40 metri quadrati, e ha ipotizzato un utilizzo di 8 ore al giorno nei tre mesi estivi. A conti fatti, la spesa totale è stata stimata in 160 euro per i tre mesi, che possono salire fino ai 200 euro in caso di elettrodomestici in una classe energetica bassa.
Si tratta però di un calcolo effettuato in un momento storico diverso da quello attuale, e fatto sulla base di un prezzo al chilowattora a 18 centesimi, mentre attualmente la media è a circa 25 centesimi. Viaggiamo insomma su cifre più alte, anche se il riconteggio va fatto considerando anche i costi fissi in bolletta, sia nel primo sia nel secondo caso.
Per chi desidera calcolare i consumi del proprio climatizzatore c'è però un dispositivo, il wattometro, un adattatore che può essere attaccato alla spina della corrente dell’elettrodomestico, e che mostra esattamente i suoi consumi in ogni momento. Può essere il primo passo per verificare quanto incide la voce sulla bolletta.
Se invece si è deciso per l'acquisto di un nuovo condizionatore non si può non tenere conto della classe energetica. Sempre secondo i calcoli dell'Enea, da questo fattore può dipendere il 30% dei consumi, e la maggiore spesa per un modello efficiente può essere recuperata nel giro di due o tre anni.
Prima dell'acquisto, inoltre, bisogna affidare a un esperto il calcolo della potenza necessaria per raffrescare la stanza dove si vuole montare il dispositivo, un particolare non di poco conto per avere buone performance. Dobbiamo ricordare, a questo proposito, che il condizionatore non andrebbe mai installato per esempio in un corridoio, nella speranza che rinfreschi tutte le camere, ma vale la regola di un climatizzatore per ambiente.
Per fare una scelta accurata, bisogna anche sapersi orientare tra i modelli e le tecnologie. Quella più consigliata dagli esperti di risparmio energetico è la tecnologia inverter, specie se si prevede di usare l'apparecchio per molte ore di seguito.
Al contrario dei climatizzatori "on-off", che partono e pompano al massimo, fino a spegnersi quando questa è stata raggiunta, quelli a tecnologia Inverter sono in grado di regolare la potenza del getto, diminuendola con l'avvicinarsi alla temperatura impostata. Raggiunto l'obiettivo, impiegano solo la potenza necessaria a mantenere costante la temperatura, senza fermarsi. In questo modo, la temperatura dell’ambiente varia solo di circa 0,5°C contro i 2°C dei classici condizionatori on-off.
Quando si sceglie di climatizzare la casa, bisogna anche fare attenzione ai consumi in rapporto alla potenza elettrica del contatore. Nella maggior parte delle abitazioni il parametro è a circa 3kW, e potrebbe non bastare.
Secondo l'Enea, per raffrescare una camera da letto occorre un apparecchio di circa 0,9kW di potenza, e con due stanze il consumo salirà a circa 1,8kW. Se si desidera installare un terzo dispositivo, sarà necessario aumentare la potenza elettrica disponibile. L'unica soluzione, a meno di non voler utilizzare i condizionatori alternativamente, è scegliere dei modelli inverter. Grazie a questa tecnologia il picco di consumo (e l'assorbimento di 0,9kW) si raggiunge solo nella prima fase. Una volta raggiunta la temperatura, l'apparecchio riesce a mantenerla riducendo la potenza.
Resta l'ultimo passo, il momento dell'installazione. Per non sbagliare e raggiungere i migliori risutati possibili, vanno osservate tre regole:
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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