4 mar 2019 | Pubblicato da Daniela D.
In un periodo di difficoltà economica potrebbe accadere di rompere l’equilibrio tra entrate e uscite sul conto corrente e avere un saldo negativo, quello che comunemente è definito andare in rosso. Può anche accadere di andare sotto al limite stabilito dal fido bancario, all’importo che già corrispondeva a un credito aperto presso la banca. Vediamo quali possono essere le conseguenze del saldo negativo e dello sconfinamento del fido bancario.
Si va in rosso sul conto corrente quando si spende più della somma depositata e le entrate non compensano. Un esempio classico è l’addebito in saldo della carta di credito, il mese successivo alle spese effettuate, senza aver garantito sufficienti entrate sul conto. A seconda dell’importo e della gravità del problema la banca può procedere con un primo avviso informale e passare all’ingiunzione di pagamento solo se la situazione non si risolve entro tempi accettabili. In ogni caso il cliente è sempre tenuto a rientrare del debito con l’aggiunta degli interessi di mora calcolati sul numero di giorni in cui il conto è rimasto in rosso.
In genere la banca si tutela in queste situazioni bloccando l’utilizzo delle carte di credito e degli assegni, oltre a impedire bonifici e prelievi. Lo sconfinamento del fido bancario segue in parte lo stesso principio. Il fido non è altro che un prestito, una linea di credito, accordato dalla banca al cliente, che può così utilizzare una somma superiore a quello che sarebbe il suo saldo, pagando interessi concordati da contratto. Uno sconfinamento del fido si ha quindi quando si scende non solo sotto il saldo ma oltre l’importo concesso a credito. Ne conseguirà la richiesta da parte della banca di rientrare immediatamente del valore dello sconfinamento, richiesta che può essere accompagnata in alcuni casi dalla revoca del fido. Continueranno ad essere addebitati interessi sull’ammontare dello sconfinamento fino a quando la situazione non sarà sanata. La banca può inoltre, in queste situazioni, preannunciando l’azione tramite diffida scritta, procedere alla segnalazione del cliente nel registro dei protestati e anche, specie nei casi più gravi, attivare azioni di pignoramento (dei beni, dello stipendio o della pensione entro i minimi di legge) per rientrare di quanto le è dovuto.
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