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Da che giorno si dovranno spegnere i termosifoni? Le date previste per ogni zona climatica

24 mar 2025 | 4 min di lettura

Persona che accende riscaldamento domestico e regola termosifone

Il corretto spegnimento dei termosifoni è fondamentale per garantire un uso sostenibile dell'energia, e seguire le regole in vigore è essenziale per ottimizzare il consumo e ridurre gli sprechi. 

Da che giorno si dovranno spegnere i caloriferi quest'anno? Le scadenze variano in base alla zona climatica, quindi è cruciale conoscere la propria per contribuire al risparmio energetico.

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Energia: confronta le tariffe
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Quando si spengono i termosifoni a seconda delle zone

In Italia, la gestione del riscaldamento è regolata da normative precise per garantire un uso efficiente dell'energia e per ridurre l'impatto ambientale. Il Decreto del Presidente della Repubblica 412/1993 stabilisce le linee guida per lo spegnimento dei termosifoni, suddividendo il territorio nazionale in sei zone climatiche. Ogni zona ha date specifiche per l'accensione e lo spegnimento del riscaldamento, adattandosi alle diverse esigenze climatiche regionali.

Zona A

La Zona A comprende località come Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa, situate in aree caratterizzate da un clima particolarmente mite. In queste regioni, il periodo di riscaldamento è più breve e la scadenza era prevista a partire dal 15 marzo. Questo consente di risparmiare energia durante i mesi più caldi, quando le temperature medie sono già sufficientemente elevate.

Zona B

Nella Zona B, che include città come Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani, il clima è leggermente più freddo. Qui, il riscaldamento può rimanere acceso fino al 31 marzo. Questa estensione del periodo di riscaldamento tiene conto delle temperature invernali che, seppur non rigide, possono richiedere un supporto termico più lungo per garantire il comfort abitativo.

Zona C

La Zona C comprende città come Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. In queste aree, il riscaldamento deve essere spento il 31 marzo. Le temperature medie di queste zone, pur essendo più alte rispetto al nord, necessitano comunque di un prolungamento del riscaldamento fino a fine marzo per garantire un adeguato comfort termico.

Zona D

La Zona D include città come Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo. Qui, i termosifoni devono essere spenti dal 15 aprile. Questa data tiene conto delle condizioni climatiche più fresche e delle esigenze di riscaldamento prolungate rispetto alle zone meridionali.

Zona E

Nella Zona E, che abbraccia città come Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L'Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza, il riscaldamento deve essere spento dal 15 aprile. Questa zona, che copre gran parte del nord e del centro Italia, è caratterizzata da inverni più freddi, giustificando un periodo di riscaldamento più lungo.

Zona F

Infine, la Zona F include Belluno, Cuneo e Trento, dove non vi sono restrizioni specifiche per lo spegnimento dei termosifoni. In queste aree, le condizioni climatiche rigide richiedono l'adozione di normative comunali che permettano una maggiore flessibilità nel periodo di riscaldamento, rispondendo alle esigenze locali e garantendo comfort durante i mesi più freddi.

Gestione degli impianti

Negli edifici con impianti centralizzati, come i condomini e le scuole, la gestione del riscaldamento è solitamente affidata a un amministratore. Questo garantisce che le normative siano rispettate e che il sistema di riscaldamento operi in modo efficiente. Gli amministratori sono responsabili di programmare accensioni e spegnimenti in linea con le normative e di gestire eventuali deroghe climatiche.

Per quanto riguarda gli impianti autonomi, i residenti hanno la possibilità di gestire il riscaldamento secondo le proprie esigenze, pur rispettando le date di spegnimento previste dalla legge. Questa flessibilità consente alle famiglie di adattarsi a cambiamenti climatici improvvisi o a esigenze personali, come la presenza di persone anziane o bambini piccoli che potrebbero necessitare di temperature più elevate.

Deroghe climatiche

Le scuole, in particolare, possono richiedere deroghe climatiche per estendere il periodo di riscaldamento. Queste deroghe sono concesse in base a condizioni climatiche eccezionali che giustificano un uso prolungato del riscaldamento per garantire un ambiente di apprendimento confortevole e sicuro. Le richieste devono essere presentate alle autorità competenti e giustificate da dati metereologici.

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