Fine del mercato tutelato: cosa succede dopo il 10 gennaio 2024?

La fine del mercato tutelato di gas e luce è ufficialmente fissata per il prossimo 10 gennaio 2024. La scadenza vale per tutti i clienti domestici, sia per la fornitura di energia elettrica che per quella di gas. Vediamo insieme cosa accadrà dopo e quali saranno le strategie per risparmiare sulle bollette e scegliere in maniera intelligente il nuovo fornitore.
Sommario
- Verso la fine del Servizio di Maggior Tutela
- Quando finisce il Mercato Tutelato?
- Cosa succede con la fine del mercato tutelato
Verso la fine del Servizio di Maggior Tutela
Fino al 2007 l'unico ente adibito alla produzione e alla distribuzione di energia e gas era lo Stato. Le risorse non potevano essere commercializzate da privati e venivano gestite in maniera unica e univoca, con condizioni contrattuali identiche per tutti i cittadini italiani. Questa politica permetteva, da un lato, di offrire a tutti un servizio senza discriminazioni di sorta ma, dall'altro, non c'era di fatto libertà di scelta né alternativa a quello che proponeva l'unico fornitore e distributore di energia.
Per permettere ai cittadini di poter scegliere tra differenti opzioni per quanto riguarda l'acquisto e l'utilizzo di energia elettrica e gas, nel 2007 è nato quello che oggi noi chiamiamo mercato libero, ossia è avvenuta la liberalizzazione della produzione e commercializzazione delle materie prime energetiche. La normativa prevedeva che ciascun fornitore potesse redigere e promuovere la sua offerta, esattamente come accade per tutti gli altri mercati.
Da quel momento, quindi, ogni cittadino ha potuto uscire dal fornitore unico (mercato tutelato) e sottoscrivere un contratto di fornitura di luce e gas presso il fornitore che aveva la promozione più adatta alle sue esigenze e alle sue possibilità economiche.
La libertà di commercio nel corso degli anni ha prodotto l'innesco della concorrenza, che di conseguenza ha portato al proliferare di offerte per energia e gas sempre più strutturate e complete, attraendo moltissimi clienti.
Di fatto, la stragrande maggioranza degli italiani, a partire appunto dal 2007, ha abbandonato il mercato tutelato per scegliere in autonomia un fornitore del mercato libero, dando fiducia, ovviamente, all'azienda che metteva a disposizione la proposta migliore. Parliamo quindi di prezzi più bassi, agevolazioni sulla fruibilità (pensiamo, banalmente, all'opzione bioraria o trioraria che permettono di risparmiare considerevolmente sul prezzo dell'energia se la si utilizza in determinate fasce orarie), gadget, omaggi, scontistica o partnership con altre aziende (ad esempio per offrire offerte di energia e gas e contestualmente contratti telefonici a tariffa agevolata).
Il mercato tutelato ha così perso gran parte della clientela e, di conseguenza, degli introiti, aumentando di conseguenza i prezzi. Tuttavia, le bollette più salate non hanno fatto altro che far scappare ulteriori clienti verso la piazza del mercato libero.
Quando finisce il Mercato Tutelato?
L'annuncio della chiusura del mercato tutelato, e la conseguente migrazione obbligatoria di chi ancora riceve energia e gas da quel canale verso un fornitore del mercato libero, è già stata annunciata da diversi mesi. Adesso si ha la data definitiva: entro il 10 gennaio 2024 tutti i clienti residenziali e di microbusiness ancora attivi dovranno per forza recedere dal contratto e passare a un fornitore di loro scelta del mercato libero. Se questo non avverrà, sarà il fornitore stesso a passare il cliente a un altro fornitore, avvisandolo semplicemente con una comunicazione cartacea o digitale.
Di fatto, questa migrazione coatta sta già avvenendo e molti cittadini ancora legati contrattualmente al mercato tutelato si sono visti recapitare bollette da parte di fornitori con i quali non avevano sottoscritto alcun contratto. Questo comportamento è legale e corretto? La risposta è sì, soprattutto se, prima, si è ricevuta regolare comunicazione.
Cosa succede con la fine del mercato tutelato
Riconosciuta l'ufficialità della chiusura del mercato tutelato prevista per il 10 gennaio 2024, in questo articolo invitiamo tutti i cittadini che ancora ricevono da questo canale energia elettrica, gas o entrambe le forniture, a controllare scrupolosamente la loro casella di posta elettronica e le bollette, che siano cartacee o digitali. Questo per accertarsi di non essere stati spostati sotto un altro fornitore e, di conseguenza, di rischiare di ricevere sorprese non gradite con l'arrivo della prossima bolletta.
Il passo da fare urgentemente, in questo momento, è quello di scegliere un nuovo fornitore di energia elettrica e di gas, tra i disponibili sulla piazza del libero mercato. Una volta scelto è bene affrettarsi a spostare le proprie utenze, tenendo conto che il servizio di erogazione luce e gas non viene interrotto, ma che il passaggio da un fornitore all'altro necessita di tempi tecnici. Solitamente, si passa al nuovo fornitore il primo giorno del secondo mese dalla data di richiesta.
Per eseguire il passaggio al mercato libero è necessario essere in possesso di alcuni documenti:
- il codice POD (per l'energia elettrica) e il codice PDR (per il gas), rilevabili da una qualunque bolletta o dai contatori stessi;
- un documento della persona intestataria dei contatori e tutti i dati anagrafici;
- eventualmente il codice IBAN per fare la domiciliazione bancaria.
In definitiva: conviene restare col mercato tutelato? La risposta è: no, per due motivi molto semplici. Il primo è che, comunque, si potrà restare in regime di tutela ancora per pochi mesi, dopodiché si sarà invitati a scegliere un nuovo fornitore o si verrà spostati direttamente previa comunicazione no-reply. Il secondo è che, attualmente, i prezzi del mercato tutelato sono esageratamente più alti rispetto a tutte le promozioni offerte dai fornitori che operano in libero mercato. Pertanto, ostinarsi a restare con il tutelato non solo non è possibile, ma non è nemmeno conveniente.
Il passaggio da un fornitore di energia all'altro è, per legge, sempre gratuito. Non ci sono assolutamente costi di attivazione. Ci possono essere costi di attivazione solo nel caso in cui si richieda un nuovo allaccio, un subentro (riattivazione di un contatore precedentemente cessato) o una voltura (cambio del nominativo dell'intestario della fornitura).
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