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Rate finanziamento non pagate: cosa succede

30 ott 2025 | 4 min di lettura | Pubblicato da Linda M.

consulente con cliente in banca

Quando si parla di prestiti, una delle preoccupazioni più grandi per chi li sottoscrive è quella di non riuscire a pagare una o più rate. Le ragioni possono essere molte: perdita del lavoro, spese impreviste, difficoltà economiche temporanee o una gestione del budget non sempre ottimale. 

Tuttavia, saltare il pagamento di una rata non è mai una questione da prendere alla leggera, perché può generare conseguenze importanti, sia economiche che legali, che si ripercuotono sul futuro creditizio del debitore.

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Sommario

Cosa succede se non si pagano le rate di un finanziamento

Quando si salta il pagamento di una rata di un finanziamento, la prima conseguenza è l’applicazione degli interessi di mora, cioè un aumento del costo della rata proporzionato ai giorni di ritardo. In genere, dopo circa 30 giorni dall’insoluto, la banca o la finanziaria contatta il cliente per un primo sollecito, cercando di comprendere le cause del mancato pagamento.

Se però il ritardo si protrae oltre i 60 o 90 giorni, la situazione diventa più seria: l’istituto può considerare il debitore inadempiente e procedere con una segnalazione alla Centrale Rischi, che andrà a incidere sulla sua affidabilità creditizia.

In questo momento, il dialogo con la banca è essenziale. Mostrare collaborazione e disponibilità a trovare un accordo può evitare che il problema si trasformi in una procedura di recupero crediti o in conseguenze più gravi sul piano finanziario.

Conseguenze del mancato pagamento

Le conseguenze variano in base alla gravità e alla durata del mancato pagamento, ma in generale si possono riassumere in alcuni punti principali.

  • Aumento del debito complessivo, dovuto agli interessi di mora e alle spese di sollecito.
  • Segnalazione alle banche dati creditizie come CRIF o Centrale Rischi della Banca d’Italia.
  • Attivazione del recupero crediti, con la possibilità che il debito venga ceduto a società terze.
  • Azioni legali in caso di inadempimento prolungato, come decreti ingiuntivi o pignoramenti.

Va ricordato che anche un solo ritardo prolungato può compromettere la reputazione creditizia del debitore, rendendo più difficile ottenere nuovi prestiti o carte di credito in futuro.

Segnalazioni alla Centrale Rischi e impatto sul credito

La Centrale Rischi raccoglie e conserva informazioni sui finanziamenti e sui debiti concessi da banche e intermediari finanziari. Se un cliente salta due o più rate consecutive, la banca può segnalarlo come “cattivo pagatore”, una registrazione che rimane attiva per 36 mesi dalla regolarizzazione del debito e può influenzare negativamente la possibilità di ottenere nuovi prestiti o carte di credito.

Per fare un esempio concreto: se un cliente non paga due rate consecutive di un prestito personale e successivamente salda quanto dovuto, la segnalazione rimarrà visibile per tre anni a partire dalla data dell’ultimo pagamento effettuato, incidendo sulla reputazione creditizia anche dopo aver sanato la posizione.

Recupero crediti e possibili azioni legali

Quando i solleciti della banca o della finanziaria non ottengono risultati, il credito può essere ceduto ad una società di recupero, che tenterà di riscuotere la somma dovuta attraverso telefonate, lettere o incontri diretti. Se il debitore continua a non saldare il debito, l’istituto può ricorrere legalmente a un decreto ingiuntivo, un ordine del giudice che impone il pagamento entro un termine stabilito. In caso di mancata opposizione, può seguire il pignoramento di beni mobili o immobili.

Va sottolineato che queste azioni legali vengono avviate solo dopo un periodo di inadempienza prolungato, generalmente oltre 120 giorni, anche se ogni banca o finanziaria può avere politiche interne leggermente differenti.

Tempi di prescrizione e diritti del debitore

Secondo la normativa aggiornata al 2025, il termine di prescrizione per i finanziamenti rimane di 10 anni (art. 2946 del Codice Civile), ma è bene sapere che ogni atto di sollecito o richiesta di pagamento interrompe la prescrizione, facendola ripartire da capo. 

Il debitore ha comunque diritto a chiedere copia dei documenti che attestano il debito e a verificare la legittimità della segnalazione o della procedura di recupero. In alcuni casi, può essere utile rivolgersi a un legale o a un’associazione di tutela dei consumatori per far valere i propri diritti.

Come gestire un finanziamento in difficoltà

Quando si capisce di non poter rispettare le scadenze, è importante intervenire subito, prima che la situazione diventi irreversibile. Tra le principali strategie ci sono:

  • rinegoziazione del debito, chiedendo alla banca di modificare la durata del finanziamento per ridurre l’importo delle rate;
  • sospensione temporanea dei pagamenti, possibile in presenza di eventi specifici (ad esempio perdita del lavoro o gravi motivi di salute);
  • consolidamento dei debiti, che permette di unire più finanziamenti in un’unica rata mensile più sostenibile;
  • contatto tempestivo con la finanziaria, per cercare una soluzione personalizzata prima dell’attivazione del recupero crediti.

Soluzioni preventive: rinegoziazione o sospensione del debito

Molte banche offrono strumenti per prevenire l’insolvenza, come la rinegoziazione del piano di rimborso o la moratoria dei pagamenti. Nel caso di difficoltà temporanea, si può chiedere una sospensione fino a 12 mesi delle rate, mantenendo intatto il rapporto contrattuale. Queste soluzioni consentono di evitare la segnalazione negativa e di mantenere una buona reputazione creditizia.

Quando conviene chiedere assistenza a un consulente finanziario

Se la situazione economica è complessa, può essere utile rivolgersi a un consulente finanziario o a un mediatore del credito, figure professionali che aiutano a valutare le opzioni possibili e a negoziare condizioni migliori con la banca. Un’analisi preventiva del bilancio familiare e delle spese mensili può evitare che piccoli ritardi si trasformino in problemi gravi.

Domande frequenti sul mancato pagamento delle rate

Dopo quante rate scatta la segnalazione?

In genere, la segnalazione avviene dopo due rate consecutive non pagate o una rata rimasta insoluta per oltre 60 giorni. Tuttavia, le politiche possono variare da istituto a istituto.

Si può evitare il pignoramento dell’auto o della casa?

Sì, è possibile se si trova un accordo con la banca prima dell’avvio dell’azione legale. Ad esempio, saldando una parte del debito o concordando un nuovo piano di rientro, si può bloccare la procedura di pignoramento.

Cosa succede se non pago una cessione del quinto o una delega di pagamento?

Nel caso della cessione del quinto o della delega di pagamento, il rischio di insolvenza è minore perché le rate vengono trattenute direttamente dallo stipendio o dalla pensione. Tuttavia, se il rapporto di lavoro termina e non viene rimborsato il debito residuo, la finanziaria può chiedere il saldo immediato o attivare le garanzie assicurative previste dal contratto.

Quali beni possono pignorare le finanziarie?

In caso di azione legale, le finanziarie possono pignorare conti correnti, stipendi, immobili o veicoli intestati al debitore, nel rispetto dei limiti di legge. Ad esempio, lo stipendio può essere pignorato fino a un quinto dell’importo netto mensile, mentre la prima casa può essere pignorata solo se il credito è garantito da ipoteca.

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