31 mar 2021 | 5 min di lettura | Pubblicato da Castiglia M.
Il microcredito è uno strumento finanziario che permette di erogare prestiti a chi, per i più svariati motivi (ad esempio l’impossibilità di presentare garanzie reali) non può accedere al credito offerto dai tradizionali canali come banche o intermediari finanziari. In origine, il microcredito è stato praticato soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove ne hanno usufruito persone emarginate e in condizioni di povertà che, attraverso questo strumento, hanno potuto avviare piccole attività imprenditoriali o far fronte a spese che altrimenti non avrebbero potuto sostenere.
Nel tempo, il microcredito si è evoluto diventando uno dei principali mezzi utilizzati per promuovere lo sviluppo economico e l’inclusione sociale.
Il microcredito deve la sua diffusione a livello globale a Muhammad Yunus, docente di economia del Bangladesh e fondatore di Grameen Bank che significa ‘Banca del villaggio’.
In considerazione della situazione di miseria del Paese, Yunus cerca di convincere alcune banche a prestare piccoli importi alle persone in estrema difficoltà, spesso vittime di usura. La richiesta non viene accolta perché gli istituti di credito non credono alla solvibilità dei debitori.
Yunus lancia così un progetto pilota nel villaggio di Jobra facendosi garante, con i propri soldi, dei prestiti erogati. L’iniziativa ha successo e mostra che gli importi erogati vengono restituiti con puntualità dai debitori.Nel 1983 Yunus fonda la Grameen Bank per erogare credito alle fasce più svantaggiate, come ad esempio le donne, proprio con l’obiettivo di offrire una possibilità di riscatto attraverso la conquista dell’indipendenza economica.
Per il suo impegno a favore dello sviluppo economico e dell’inclusione sociale, Muhammad Yunus,ribattezzato il ‘banchiere dei poveri’, ha ricevuto nel 2006 il Nobel per la Pace.
Attualmente, in Italia, il microcredito è disciplinato dagli articoli 111 e 113 del Testo Unico Bancario (TUB) e dal Decreto attuativo del Ministro dell’Economia e delle Finanze n. 176/2014.
Per promuovere, monitorare, valutare e sostenere i progetti di microcredito, sia nazionali sia internazionali, è attivo nel nostro Paese l’Ente nazionale per il Microcredito (ENM). Si tratta di un ente pubblico erede del Comitato Nazionale italiano per il Microcredito, istituito nel 2004.
Lo strumento si rivolge sia ad aspiranti imprenditori, o imprenditori già in attività, sia ai privati. Le due tipologie si distinguono anche per gli importi massimi erogabili e per la durata dei piani di rimborso.
L’obiettivo del microcredito imprenditoriale è di favorire il diritto all’iniziativa economica per consentire ai soggetti interessati di generare reddito e di essere economicamente indipendenti.
In particolare le categorie alle quali lo strumento si rivolge sono soprattuttoi lavoratori autonomi, le donne, i giovani e le start up.
Con il Decreto Ristori, l’importo massimo erogabile è stato innalzato da 25mila a 40mila euro, limite che in casi particolari può essere incrementato di ulteriori 10mila euro, mentre il piano di rimborso non supera i sette anni, prorogabili a certe condizioni sino a 10. Per ottenere il finanziamento non sono richieste garanzie reali.
I soggetti interessati al microcredito imprenditoriale possono essere: persone fisiche, associazioni, cooperative, società di persone, società a responsabilità limitata semplificata che hanno l’esigenza di incassare liquidità per avviare un’impresa o sviluppare quella già esistente.
Il microcredito sociale è invece destinato a persone e famiglie che si trovano in difficoltà economica e che, pur avendo bisogno di un piccolo prestito, magari per pagare affitto, bollette e altre spese necessarie, non sono nelle condizioni di accedere al credito erogato dai canali tradizionali. In questo caso, l’importo massimo che viene concesso è di 10mila euro, rimborsabili in cinque anni. Come per il microcredito imprenditoriale, non c’è bisogno di presentare garanzie reali.
I soggetti che promuovono iniziative di microcredito possono essere pubblici o privati.
Gli enti pubblici coinvolti sono normalmente: l’Unione europea, lo Stato, le Regioni e altri enti territoriali come, ad esempio, i Comuni e le Camere di commercio, mentre i privati che operano in tal senso sono generalmente le banche convenzionate con l’Ente nazionale per il Microcredito, le fondazioni o le associazioni del terzo settore.
L’Unione europea, in particolare, si avvale anche dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE), gestiti dallo Stato o dalle Regioni, e dei Fondi diretti, gestiti dalla Commissione europea e dagli enti delegati dalla stessa.
Nell’ambito del microcredito per le imprese, è di estrema importanza il Fondo di garanzia per le PMI, strumento pubblico che offre garanzia statale e che opera al fine di facilitare le procedure di accesso.
Diversi i soggetti deputati ad accompagnare nel percorso coloro che intendono usufruire dello strumento. Come:
Possono usufruire del microcredito imprenditoriale: i lavoratori autonomi con partita Iva da non più di cinque anni e con non più di cinque dipendenti, le imprese individuali con non più di cinque dipendenti e partita Iva attiva da non più di cinque anni, le società (di persone , di professionisti, cooperative o a responsabilità limitata semplificata) con partita Iva da non più di cinque anni e 10 dipendenti al massimo.
Giornalista professionista, collabora da diversi anni con il Sole 24 Ore (Casa24Plus, Mondo Immobiliare). In passato ha lavorato, tra gli altri, per Tempo Economico e Tgcom.
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