30 apr 2018 | 2 min di lettura | Pubblicato da Raffaele D.
Forse non tutti sono informati della necessità di formalizzare anche i prestiti tra familiari, al fine di evitare sgradevoli sorprese che possono verificarsi sotto forma di accertamento fiscale da parte dell'Agenzia delle Entrate. Ovviamente questo genere di accortezza riguarda il passaggio da un parente all'altro di grosse somme di denaro, diciamo da alcune centinaia di euro in su.
Premesso che il Decreto Legislativo 385/1993 punisce chiunque svolga in maniera abusiva un'attività finanziaria e che i prestiti tra privati sono consentiti dalla legge solo in via occasionale, anche nel caso di prestito tra familiari è sempre preferibile dichiarare il passaggio di denaro mediante un'apposita scrittura privata con data certa da conservare in duplice copia.
Potrebbe infatti succedere che l'Agenzia delle Entrate, messa in allerta da una spesa “sospetta” (di solito ciò accade quando si spende, peggio ancora per un bene “non necessario”, una cifra apparentemente fuori dalla portata del proprio reddito), possa chiedere la provenienza della somma impegnata, sospettando un movimento in nero. Ricordiamo che per tal scopo il Fisco italiano può contare sul Redditometro, lo strumento per accertare il reddito complessivo di un contribuente basandosi sulla capacità di spesa dello stesso.
Ebbene, qualora l'importo di un prestito tra parenti superasse del 20% il reddito del contribuente, l’Agenzia delle Entrate potrebbe ordinare un ricalcolo delle somme dovute a titolo di Irpef e disporre le relative sanzioni.
Come si fa a evitare tutto questo? Dimostrando la propria buona fede non solo con la già citata scrittura privata, ma tracciando pure ogni movimento di denaro: nei prestiti tra familiari andrebbe quindi evitato l'uso di contanti, privilegiando invece l'assegno non trasferibile o, meglio ancora, il bonifico bancario, che permette di indicare la natura del prestito nella causale (per esempio “prestito da papà”, “prestito dal nonno”, ecc.).
Con questi accorgimenti, in caso di eventuale richiesta di chiarimenti da parte dell'Agenzia delle Entrate, si potrà dimostrare l'esatta provenienza del denaro avuto in prestito, il tipo di rapporto giuridico in atto tra le parti, la modalità di rimborso e altre informazione utili ai fini fiscali.
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