4 lug 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Marco B.
Una multa tanto più alta quanto più alto è il reddito.
È quello che è successo a un ricco finlandese, che ha appena pagato 121.000 euro, già prima ne aveva sganciati 63.680 e 95.000.
Sono già diversi i Paesi che adottano questo tipo di approccio. E se succedesse anche in Italia?
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Anders Wiklöf, un uomo d'affari finlandese di 76 anni, è incappato nel Codice della strada del suo Paese, dove le contravvenzioni non sono soltanto calcolate in base alla gravità dell’infrazione, ma anche considerando il reddito del multato.
Grazie all’affidabilità del sistema fiscale della Finlandia, la polizia può verificare subito la situazione del contribuente attraverso lo smartphone collegato alla banca dati tributaria.
Avevo appena iniziato a rallentare, ma credo che non sia successo abbastanza velocemente. È così che va, ha commentato Wiklöf, intervistato dal Nya Åland, quotidiano delle isole Åland, regione autonoma nel Mar Baltico.
L'uomo ha raccontato infatti di aver visto il limite di velocità passare da 70 chilometri orari a 50, ma, ha raccontato, non è riuscito a rallentare subito. Così è stato beccato mentre andava a 80 km/h.
Non è solo la Finlandia ad adottare questo sistema legato alla dichiarazione dei redditi. Capita in altri Paesi, come Svezia, Danimarca, Austria e Svizzera. Mentre le multe in Italia sono uguali per tutti.
È chiaro che nel Belpaese il proprietario di una Ferrari o di una Maserati può pagare senza problemi multe per lui irrisorie; le stesse sono invece salassi per chi ha un reddito contenuto.
L'ipotesi di seguire la stessa strada in Italia è stata ipotizzata all'inizio del 2023 dal sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Galeazzo Bignami. Però non sembra che, in un Paese come il nostro in cui evasione ed elusione fiscale sono da record europeo (99,2 miliardi di euro nel 2019), questa possa essere una soluzione davvero equa, almeno finché tutti (o quasi, come capita altrove) non si riveleranno contribuenti credibili.
Nel 2019 le imposte più evase sono state IRPEF (32,4 miliardi), IVA (27 miliardi) e IRES (8,3 miliardi).
Non solo. Nel 2022, secondo un recente rapporto della Guardia di Finanza, gli evasori totali sono cresciuti del 54,8%: ne sono stati individuati 8.924 (per non parlare delle decine e decine di migliaia di evasori parziali). Cosicché forse in Italia, prima di far pagare le multe in base al reddito, bisognerebbe far sì che le dichiarazioni fiscali fossero affidabili.
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