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25 giu 2025 | 6 min di lettura | Pubblicato da Cristina B.

influencer mentre crea video

Aumentano sui siti e sulle piattaforme social i profili di soggetti, influencer, che promettono accesso a finanziamenti, prestiti ed elargiscono consigli finanziari e di guadagno sicuro. Purtroppo, in molti si affidano, condividendo dati, informazioni personali e affidando soldi o legandosi a strutture contrattuali di prestito capestro. Per queste ragioni, per il proliferare di soggetti in un territorio privo di regolamentazione, la Consob è intervenuta per la prima volta con un alert molto circostanziato. Facile.it leader nel confronto tra prestiti personali, approfondisce l'argomento.

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Negli stessi giorni, negli Emirati Arabi Uniti è stata approvata una legge che richiede a chi vuole svolgere la professione di finfluencer di possedere particolari requisiti ed essere iscritto ad un albo. Vediamo le novità che riguardano i consigli finanziari, ma che arrivano a toccare anche i prestiti e il credito, con pericolo di truffe molto elevato per le persone che si affidano.

Il richiamo Consob

La Consob mette in guardia i risparmiatori sui rischi che possono arrivare dall’attività degli influencer finanziari, che offrono servizi online denominati finfluencer.

Chi sono? Persone note, con un elevato seguito sul web, che diffondono contenuti in relazione a possibili investimenti o offrono possibilità di facile guadagno, o forniscono consigli e indicazioni su contenuti finanziari online.

La Consob individua l’atteggiamento delle possibili vittime in soggetti che si identificano in quello che fanno gli influencer, assumendo le stesse scelte e comportamenti: “I risparmiatori che accedono ai contenuti condivisi dai finfluencer devono evitare di assumere decisioni di investimento in maniera affrettata, esclusivamente sulla base di quello che altri fanno ("effetto gregge") o sulla spinta emotiva di informazioni generiche e non verificate in merito al tipo di investimento e alla persona che le fornisce”.

Il consiglio è applicabile anche per le richieste di finanziamento su forme di prestiti. Il secondo alert è di diffidare da chi promette guadagni facili: “È inoltre necessario diffidare di presunte occasioni di investimento prospettate come altamente redditizie nonché prive di rischio a fronte di esborsi limitati: bisogna sempre ricordare, infatti, che gli investimenti finanziari comportano l'assunzione di un certo grado di rischio".

Particolare attenzione occorre prestare anche ai possibili conflitti di interesse in capo a chi diffonde informazioni rispetto agli investimenti oggetto di valutazione. Le decisioni di investimento vanno assunte in modo consapevole e informato, prestando la massima attenzione.

Dunque, ricapitolando, gli alert si possono sintetizzare come segue.

  • No atteggiamenti di emulazione
  • Diffidare dalle promesse di guadagni facili
  • Attenzione ai conflitti di interesse di chi diffonde le informazioni
  • Assumere decisioni di investimento in modo informato

La Consob chiede inoltre a queste figure di verificare se la loro attività è conforme a quella di settore o non sia vietata. “Essi devono verificare gli obblighi e i divieti vigenti, con particolare riferimento alle regole sulla corretta presentazione delle informazioni che possono costituire raccomandazioni di investimento, ai sensi delle norme sugli abusi di mercato, e alla trasparenza di eventuali situazioni di conflitto di interessi”.

Ricorda la Consob che le regole sono molto stringenti nel caso di informazioni diffuse da soggetti che presentino le caratteristiche di "esperti", e avverte: “La diffusione di informazioni che risultino false o fuorvianti può inoltre comportare illeciti che ricadono nella tipologia della manipolazione del mercato prevista dalla disciplina sugli abusi di mercato con riferimento sia agli strumenti finanziari sia alle cripto-attività”.

La stretta di Dubai che ha riflessi anche per l’Italia

Negli stessi giorni in cui la Consob metteva in guardia da questi fenomeni sul web, da Dubai arriva un’ulteriore stretta sulla professione di chi, attraverso i social media, dà consigli di investimento.

Chi crea contenuti su investimenti, trading o consulenza finanziaria negli Emirati Arabi Uniti sarà ora tenuto a richiedere una licenza. La Securities and Commodities Authority (SCA) ha recentemente annunciato il lancio di questa nuova licenza per "influencer", la prima del suo genere nella regione.

Una cosa da non percepire come lontana da noi, considerato che anche molti professionisti dei finanziamenti del web italiani hanno trasferito da tempo le attività presso Dubai e rivendicano l’attrattività del paese, proponendo investimenti e altri tipi di offerte.

Anche negli Emirati, dunque, la decisione di far dotare di una licenza gli influencer finanziari ha l’obiettivo di definire regole chiare per chi offre analisi di investimento, raccomandazioni e promozioni finanziarie sulle piattaforme digitali. Fa parte di un'iniziativa più ampia volta a tutelare gli investitori e garantire che le informazioni finanziarie condivise online siano accurate, responsabili e conformi alla legge.

Per semplificare il lavoro dei creatori di contenuti, la SCA ha rinunciato ai costi di registrazione, rinnovo e consulenza legale relativi a questo servizio per i prossimi tre anni. Ciò ridurrà la burocrazia governativa e promuoverà l'innovazione finanziaria all'interno di un solido quadro giuridico e normativo.

Chi ha bisogno della licenza?

Chi crea contenuti che forniscono raccomandazioni finanziarie o di investimento, attraverso social media, blog, video di YouTube, podcast, webinar o eventi dal vivo, e che si riferiscono a prodotti o servizi finanziari regolamentati negli Emirati Arabi Uniti, deve ottenere la licenza dalla SCA. Le raccomandazioni possono includere:

  • fornire consulenza sull'acquisto o la vendita di azioni o altri prodotti finanziari;
  • offrire opinioni o previsioni sul valore futuro di investimenti o asset;
  • creare contenuti su asset virtuali, piattaforme di trading o servizi di investimento;
  • condividere analisi finanziarie, report o opinioni attraverso qualsiasi tipo di media.

Una volta registrati, i finfluencer devono seguire una serie di linee guida normative per garantire che i loro contenuti soddisfino elevati standard di accuratezza e responsabilità.

Creare uno spazio finanziario digitale affidabile

L'autorità ribadisce il suo impegno a salvaguardare l'integrità del mercato, a promuovere l'alfabetizzazione finanziaria e ad allinearsi alle migliori pratiche internazionali nel panorama finanziario digitale in rapida evoluzione.

I rischi dell’affidamento

Se abbiamo visto quali sono i punti strategici della comunicazione Consob, è il caso di ricordare e sintetizzare quali sono i rischi del rivolgersi a questi “esperti” del web.

Mancanza di competenza e regolamentazione

Molti non hanno titoli, qualifiche o autorizzazioni necessarie per questo genere di consulenza professionale. Il consulente finanziario è una professione regolamentata, mentre i fin-influencer non sono soggetti a controlli e normative stringenti, il che espone i follower a consigli non verificati e potenzialmente dannosi.

Conflitto di interessi

Come evidenziato anche dalla raccomandazione Consob, si presta il fianco a pericolosi conflitti di interesse. Niente di più semplice che l’influencer spinga verso formule di prodotti da cui percepisce un compenso. I consigli dunque potrebbero mancare di obiettività e di terzietà, proprio perché retribuiti per promuovere uno specifico servizio.

Rischio di truffe

Il rischio di truffe è poi dietro l’angolo, lo ribadisce anche la Consob: diffidare delle promesse di facili guadagni, di investimenti senza rischi, o prestiti a condizioni eccezionali. Tutte queste esemplificazioni e garanzie dovrebbero mettere in allerta. Si può perdere il capitale o ritrovarsi a rimborsare rate poco sostenibili.

Danno alla reputazione creditizia

Affidarsi a prestiti suggeriti da influencer senza un'adeguata valutazione della propria situazione finanziaria può portare a difficoltà nel rimborsare il prestito. Le prospettive di guadagno non sono mantenute e non si è in grado di ripagare il debito, con la conseguenza di finire segnalati alle banche dati creditizie e mettere a rischio anche le certezze di futuri finanziamenti.

Autore
cristina bartelli

Giornalista professionista dal 2004 e vicecaporedattore per ItaliaOggi, scrive del Fisco in ogni sua forma. Ha fatto incursioni su Classcnbc e Tgcom per raccontare le novità di manovra di bilancio, sanatorie fiscali e storie di elusione.

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