12 dic 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
C'è ancora tempo qualche settimana per ottenere i fringe benefit da spendere in bollette di luce e gas. Della notizia si è parlato su tutti i giornali: il decreto Aiuti quater ha esteso la soglia dei benefit aziendali esentasse a favore dei lavoratori fino a 3.000 euro, per dare uno strumento in più alle famiglie contro il caro energia. I datori di lavoro potranno erogarli fino al 12 gennaio 2023, e secondo le stime del ministero del Lavoro, saranno 2,5 milioni i dipendenti che ne beneficeranno.
I benefit possono essere usati anche per rimborsare i lavoratori di quanto già speso per pagare le fatture delle utenze domestiche, e oltre a energia elettrica e gas, è compresa anche l'acqua. Le somme erogate dall'azienda sotto forma di benefit non faranno inoltre cumulo con il reddito, e saranno esentasse. L'iniziativa deve partire però dall'azienda, perché i fringe benefit rientrano nel welfare aziendale, e sono generalmente inseriti nel contratto di lavoro. Deve essere cioè il datore di lavoro a stabilire di concedere il beneficio, e in quale misura. Fino a oggi i fringe benefit avevano riguardato soprattutto beni come l'auto o il telefonino aziendale, o servizi come i buoni pasto, voucher per servizi di benessere o d welfare.
Il benefit può essere riconosciuto anche ad personam, senza cioè che sia specificato nel contratto di lavoro. Può inoltre interessare tutti coloro che hanno un contratto di lavoro da dipendente e assimilati, inclusi coloro che sono assunti a tempo determinato e i collaboratori. Non ci sono paletti legati al reddito .
La circolare dell'Agenzia delle entrate numero 35 del 4 novembre 2022 ha definito i confini del benefit bollette.
Intanto, può essere usato anche se l'immobile collegato alle utenze è intestato al coniuge o a un altro familiare del dipendente. Non è limitato alla casa di residenza, ma può essere speso per qualunque altro immobile purché a uso abitativo, e purché le fatture di energia arrivino a nome di un familiare del lavoratore. Può quindi essere speso anche per bollette della seconda casa al mare intestata alla moglie del lavoratore, purché appunto sia evidente che questa persona sostenga le spese.
La regola vale anche per chi è in affitto: non è necessario essere proprietari dell'immobile. In caso di bollette condominiali, invece, il benefit potrà essere utilizzato a patto che il contratto di locazione preveda esplicitamente che la spesa per l'utenza sia a carico del locatario. Il contratto, scrive l'Agenzia delle entrate nella circolare, deve prevedere " una forma di addebito analitico e non forfetario a carico del lavoratore (locatario) o dei propri coniugi e familiari".
Occhio, perché il benefit non potrà essere conservato. Le somme potranno essere usate a copertura solo dei consumi effettuati nel 2022. Si potrà però usare il buono anche per le bollette del 2023, purché riguardino appunto i consumi dell'anno precedente.
Il lavoratore deve presentare al datore di lavoro la documentazione che giustifichi la spesa sostenuta, in pratica la copia della fattura, o, in alternativa, un’autocertificazione in cui attesta di essere in possesso della documentazione che prova il pagamento delle utenze.
Il dipendente dovrà poi fornire un'ulteriore autocertificazione in cui dichiara questa volta di non avere fatto richiesta di rimborso presso altri datori di lavoro. È infatti vietato usufruire più volte del beneficio.
Va infine ricordato che restano escluse dal rimborso, oltre alle spese per utenze non domestiche, quelle per il canone di abbonamento alla televisione incluse in bolletta, nonché i depositi cauzionali e le spese che derivano da transazione o dalla rateizzazione delle bollette, spese di apertura utenza e/o di voltura, interessi di mora e sollecito, così come i canoni per noleggio o acquisto di impianti.
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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