15 dic 2022 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
Sarà un Natale amaro quello in arrivo per gli automobilisti italiani, preludio di un nuovo anno che nasconde una vera e propria stangata dietro l’angolo. Assicurazioni e carburanti: questa la combinazione di aumenti che peserà non poco nelle tasche degli italiani.
L’effetto accise sui carburanti ha già cominciato a produrre i suoi effetti.
Dal 1 dicembre, infatti, il governo ha deciso, con decreto approvato dal Consiglio dei ministri, di ridurre lo sconto su benzina, gasolio (da 0,25 per litro a 0,15) e GPL (da 0,085 per kg a 0,051). Si passa così dal precedente taglio di 25 centesimi che, comprensivo di Iva, equivaleva a uno sconto al distributore di 30,5 centesimi (in vigore dal 22 marzo scorso, ndr), a un taglio di 15 centesimi che si tradurrà, con l’Iva, in 18,3 centesimi in meno.
Gli interventi sono già visibili in tutti i distributori presenti lungo la rete nazionale che espongono ora i prezzi praticati con le accise maggiorate. Gli operatori hanno, infatti, adeguato i prezzi consigliati dei tre carburanti che sono pertanto saliti di 12 cent/litro per benzina e diesel e di 2 cent/litro per il Gpl, per tenere conto delle nuove aliquote Iva compresa.
Calcolatrice alla mano, dunque, la riduzione del taglio delle accise determinerà un aumento di spesa di 6,1 euro a pieno, 146 euro all’anno ad automobilista in caso di due pieni al mese, e ben 220 euro in caso di tre pieni al mese.
Non c’è solo il caro carburante a pesare sulle tasche degli italiani. Le cattive sorprese, infatti, per gli utenti della strada, non sono finite. C’è il rischio, già denunciato dalle associazioni dei consumatori, per due milioni di assicurati di ritrovarsi dal 1° gennaio con polizze auto quadruplicate.
È l’effetto dell’entrata in vigore, con l’arrivo del nuovo anno, della norma prevista dalla legge sulla Concorrenza che obbliga le imprese straniere che operano in Italia ad adottare la procedura di risarcimento diretto (effettuato dall’assicurazione di chi ha subito l’incidente che poi riceverà il rimborso da quella di chi lo ha causato).
Una “norma ingiusta, altamente iniqua e fortemente inflattiva” è l’allarme lanciato da Assoutenti e Movimento consumatori: la novità comporta, infatti, il rischio per due milioni di assicurati, la gran parte nel sud Italia e nelle grandi aree urbane, e di tanti titolari di assicurazioni per ciclomotori, di vedersi quadruplicati i premi delle polizze RC auto.
Un aumento esponenziale di tale portata rischia, denunciano le associazioni dei consumatori, di aumentare il tasso di evasione assicurativa. Anche per questo motivo il sistema del forfait tra compagnie “va profondamente rivisto e va ripristinato un minimo principio di concorrenza: non devono essere le imprese estere sottoposte all'obbligo di adottare una procedura come il risarcimento diretto ritenuta facoltativa dalla Corte costituzionale tre lustri fa, ma si deve rendere tale procedura facoltativa per tutte le assicurazioni e per tutti gli assicurati”.
Ecco perché i consumatori vogliono ora portare il caso in discussione con procedura d'urgenza al Cncu (Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti) presieduto dal ministro Adolfo Urso.
Nel 2021, sul mercato italiano, secondo gli ultimi dati dell’Ivass (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), nel ramo Rc auto si registrano poco più di 43 milioni di veicoli assicurati, di cui 32,5 milioni sono autovetture.
I premi complessivi per le auto ammontano a 9.789 milioni di euro e il premio medio, al netto degli oneri fiscali e parafiscali, è di 301 euro. Il premio puro è di 233 euro e riflette la frequenza sinistri (5,2%) e il costo medio (4.516 euro) dell'anno.
Tra le diverse provincie vi è tuttavia una elevata eterogeneità (da un minimo di -30 euro a Caltanissetta e un massimo di 148 euro ad Isernia). La quota di sinistri liquidati nell'anno in cui accadono è di poco superiore al 74% ed è pari al 45,3% degli importi pagati a titolo di risarcimento.
Per i motocicli in totale i premi sono pari a 700 milioni di euro. Gli assicurati pagano un premio medio di 208 euro; il premio puro è 219 euro, con una frequenza sinistri pari al 3,1% e un costo medio pari a 6.968 euro. Circa il 60% dei sinistri è liquidato entro l'anno e risulta pari al 30,3% degli importi pagati a titolo di risarcimento.
Gli automobilisti intanto possono tirare un sospiro di sollievo per la decisione da parte dell’esecutivo di sospendere gli aumenti delle multe stradali, che sarebbero dovuti scattare dal primo gennaio 2023. Il Governo ha, infatti, accolto il grido d'allarme lanciato dai consumatori e ha evitato l'ennesimo rincaro a danno degli italiani.
Una misura, questa delle sanzioni amministrative pecuniarie, che viene aggiornata ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati nei due anni precedenti.
In assenza di un provvedimento specifico gli importi delle sanzioni sarebbero aumentati di almeno l’11% - ha calcolato il Codacons - con una nuova stangata sulle tasche degli italiani. Basti pensare che, ad esempio, la multa per il divieto di sosta sarebbe potuta salire a 46 euro, con un rincaro di 4 euro; quella per l’uso del cellulare alla guida a 183 euro (+18 euro); la multa per accesso vietato alla Ztl a 92 euro (+9 euro), mentre per il superamento dei limiti di velocità di oltre 60 km/h si sarebbero raggiunti i 938 euro (con un incremento di 93 euro rispetto agli attuali 845 euro).
La decisione del Governo rappresenta, quindi, una prima vittoria per tutti gli automobilisti italiani. “E' certamente giusto sanzionare chi viola le regole stradali – sottolinea il Codacons - ma crediamo che in un momento di inflazione alle stelle e caro-bollette aumentare il valore delle multe sarebbe stato dannoso e inopportuno: semmai ad incrementare devono essere i controlli delle forze dell'ordine lungo le strade, in modo da colpire i trasgressori e garantire la sicurezza dei cittadini”.
Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma, due master, ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali occupandosi soprattutto di economia e finanza. Collabora da diversi anni con Milano Finanz
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