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La Generazione Z italiana è la meno assicurata d’Europa: lo studio di Deloitte

29 apr 2025 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.

giovane ragazza con smartphone in mano

La Generazione Z italiana è ufficialmente la meno assicurata d’Europa. A confermarlo è uno studio approfondito condotto da Deloitte, che ha analizzato il comportamento di oltre 10mila giovani tra i 23 e i 27 anni nei principali Paesi europei. Il dato allarmante è che solo il 59% dei giovani italiani possiede almeno una polizza assicurativa, contro una media europea del 73%. Questo risultato apre un importante dibattito sul rapporto tra giovani italiani e il mondo delle assicurazioni. Perché la Generazione Z italiana è così poco assicurata? Quali sono le cause? E quali opportunità può cogliere il settore assicurativo per colmare questo divario?

Polizza vita: proteggi i tuoi cari
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Chi è la Generazione Z?

La Generazione Z comprende i nati tra il 1997 e il 2012. In Italia, quelli oggi tra i 23 e i 27 anni rappresentano una fascia in transizione tra il mondo universitario e quello lavorativo, tra la dipendenza familiare e l’autonomia economica.

A differenza dei Millennials, la Gen Z è cresciuta in un mondo già digitale, interconnesso, ma anche più incerto. Hanno vissuto le crisi economiche del 2008 e del 2020 (pandemia) in età formativa e oggi si confrontano con un mercato del lavoro precario, la crisi del welfare e l’aumento del costo della vita.

I dati dello studio Deloitte: l’Italia fanalino di coda dell’Europa

La fotografia scattata dallo studio della multinazionale di servizi professionali rivela che:

  • solo il 59% dei giovani italiani possiede almeno una polizza assicurativa. La media europea si attesta al 73%.
  • In paesi come Germania, Francia e Regno Unito, la percentuale supera l’80%. Il 70% dei giovani italiani si sente impreparato sul tema assicurazioni.
  • Il 22% considera i prodotti assicurativi troppo costosi.
  • Il 43% dei Gen Z italiani vive ancora con i genitori (vs 26% media UE).

Ma perché la Generazione Z italiana è la meno assicurata?

I motivi sono diversi. Sicuramente uno dei principali ostacoli è la mancanza di conoscenza. I giovani italiani dichiarano di sentirsi impreparati su temi come polizze vita, assicurazioni sanitarie, responsabilità civile e protezione digitale. Questa lacuna formativa riflette l’assenza di una cultura assicurativa strutturata nel Paese.

A questi si aggiunge il fatto che, con stipendi bassi, contratti precari e costi crescenti per affitti, spese mediche e mobilità, molti giovani italiani non riescono a permettersi prodotti assicurativi, anche se ne comprendono l’importanza.

Non solo. C’è da considerare che una percentuale elevata di Gen Z vive ancora con i genitori e tende a posticipare scelte di vita come l’acquisto di un’auto o di una casa. Di conseguenza, la necessità percepita di proteggere questi beni è ridotta.

Nonostante siano nativi digitali, inoltre, i giovani italiani preferiscono ancora canali tradizionali per acquistare polizze (agenzie, banche). Tuttavia, faticano a trovare soluzioni personalizzate, flessibili e trasparenti, caratteristiche oggi richieste dal pubblico giovane.

Non è finita. Come le altre categorie di clienti, inoltre, sono aperti ad acquistare polizze da provider non assicurativi e sono disposti a consigliare un brand in cambio di benefici o sconti, e a consentire il monitoraggio individuale dei propri rischi da parte dei player; molto meno a condividere dati personali aggiuntivi.

Il paradosso

Lo studio rivela, inoltre, un paradosso: la Generazione Z italiana crede nelle assicurazioni, ma non le acquista. Le polizze vengono, infatti, considerate come necessarie (35%), utili (32%), efficaci (28%) e moderne (18%), mettendo in luce un atteggiamento complessivamente positivo, in linea con quello dei coetanei europei e dei connazionali italiani.

Gli ambiti di bisogno identificati come più importanti sono gli stessi indicati anche dalle altre generazioni italiane:
casa (41%), salute (37%, inclusi infortuni) e vita (propria o dei propri cari, indicate rispettivamente dal 31% e dal 36%).

Come i coetanei europei, questa generazione mostra maggiore interesse per la protezione di ambiti digitali:

  • dispositivi elettronici (17% vs 10%),
  • beni digitali (16% vs 7%),
  • mobilità alternativa (14% vs 7%),
  • animali domestici (21% vs 17%),
  • attrezzatura per hobby (11% vs 4%) o sport (8% vs 5%).

Cresce anche l’interesse per polizze on demand, mensili, green o collegate a piattaforme digitali. Molto apprezzati sono anche i servizi “extra”.

Secondo quanto indicato dai partecipanti al sondaggio, prezzo e coperture sono i criteri principali per scegliere una polizza assicurativa (tranne per quelle Vita). Ma la Gen Z italiana guarda oltre, considerando anche ulteriori elementi. Per le polizze veicoli, salute e infortuni si guarda anche alla presenza di servizi aggiuntivi come dispositivi di telepedaggio o device indossabili per il monitoraggio dei parametri di salute.

In ambito casa, invece, tra la Gen Z italiana si fa sempre più strada la presenza di prodotti green, che guardano alla sostenibilità (28% vs 13% delle altre generazioni italiane), criterio che ha rilevanza anche nella scelta delle polizze Motor (23% vs 8%). Un criterio, questo, che invece pesa meno per i coetanei europei.

La sfida per il settore assicurativo

La Generazione Z rappresenta un target cruciale per il futuro del settore assicurativo. Le compagnie che sapranno adattarsi ai loro bisogni avranno un grande vantaggio competitivo.

“Nel contesto attuale, per i player assicurativi emerge una sfida cruciale legata alla capacità di adattare il proprio modello di business alle esigenze della Gen Z. Ciò è essenziale per intercettare oggi questo target, ma soprattutto per porre le basi di una relazione duratura nel prossimo futuro”,
ha commentato Luigi Onorato, Insurance Sector Leader Deloitte Italia.

Autore
foto Giusy Iorlano

Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma.

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