5 mar 2015 | 2 min di lettura | Pubblicato da Vittoria G.
Mentre tanti italiani sono continuamente alla ricerca del miglior conto corrente, analizzando i diversi servizi forniti, i costi da sostenere e la semplicità di utilizzo, moltissimi altri vivono la loro vita senza averne nemmeno uno. Secondo gli ultimi dati divulgati di recente dalla CGIA di Mestre, sono 15 milioni gli unbanked in Italia.
Il tema riveste una particolare rilevanza considerando tutti i tentativi fatti a livello governativo per limitare l’uso del denaro contante – considerato da tutti uno dei principali veicoli per promuovere l’evasione fiscale. Com’è possibile, quindi, che un quarto della popolazione italiana(il 29% di dei cittadini con più di 15 anni di età) non possieda quello che è il principale strumento di gestione dei propri risparmi? E non usi bancomat, carte di credito, o persino il vecchio libretto degli assegni? È possibile perché, in barba ai moniti e ai tentativi dei più, il contante in circolazione nel nostro paese è aumentato: secondo la CGIA di Mestre siamo al +30,4% negli ultimi sette anni. Un vero e proprio record per il resto d’Europa.
Secondo questo studio in Italia le banconote circolanti ammontano, complessivamente, a 164,5 miliardi di euro. Un numero enorme, nonostante da noi ci sia il tetto più restrittivo al pagamento in contanti: mille euro contro, ad esempio, i 3.000 di Francia e Belgio. Addirittura, a voler leggere i dati da un’altra prospettiva, proprio in corrispondenza di politiche più restrittive nella gestione del contante l’impatto del denaro evaso è aumentato.
Va detto, ad ogni modo, che l’italiano medio è, per motivi storici e anche culturali, poco avvezzo all’idea della virtualità. Fasce più anziane e meno scolarizzate della popolazione (più donne che uomini) preferiscono tenere i soldi “sotto al materasso”, anche per via dei costi dei conti correnti– che sono, mediamente, i più alti d’Europa. Certamente, però, esiste una fetta di persone che sceglie in maniera consapevole di vivere unbanked, per evitare che il giro delle sue entrate e delle sue uscite rientri tra i controlli del Fisco.
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