Nuovo ddl Concorrenza: la stretta sui furbetti dell’Rc auto. Ecco cosa cambierà
29 ott 2025 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.

Un giro di vite contro i furbetti dell’assicurazione auto. È questo, in sintesi, uno dei capitoli più discussi del nuovo ddl Concorrenza, approvato di recente dal Governo e ora all’esame del Parlamento. Nel mirino del legislatore finiscono le pratiche scorrette, le frodi e le zone d’ombra che da anni affliggono il mercato dell’Rc auto, un settore dove l’obbligo di copertura assicurativa si intreccia con un numero crescente di contenziosi, sospetti e incidenti “fantasma”.
La riforma si propone di rendere il sistema più equo, più trasparente e, soprattutto, più competitivo. Ma come spesso accade, dietro la promessa di una maggiore efficienza si nasconde un dibattito acceso: c’è chi parla di una svolta necessaria per ridurre i premi assicurativi e chi, al contrario, teme che la stretta finisca per penalizzare proprio i cittadini onesti.
Sommario
Una riforma nata per combattere le frodi
Da anni le compagnie assicurative denunciano il peso delle truffe nel settore Rc auto. Incidenti inventati, testimonianze false, perizie gonfiate, riparazioni mai eseguite o pagate il doppio del dovuto: piccoli e grandi raggiri che, messi insieme, pesano miliardi di euro l’anno e si riflettono sui costi delle polizze.
Secondo le stime dell’Ivass, l’ente che vigila sulle assicurazioni, una parte non irrilevante dei sinistri denunciati in Italia presenta anomalie o incongruenze. In alcune province del Sud, il tasso di sospette frodi arriva anche al 20%. Un dato che, seppur migliorato negli ultimi anni grazie all’introduzione della “scatola nera”, continua a destare preoccupazione.
È in questo contesto che nasce il nuovo disegno di legge sulla Concorrenza, il cui obiettivo è duplice: da un lato, colpire i comportamenti fraudolenti e, dall’altro, favorire la concorrenza tra le compagnie, rendendo più semplice e trasparente per i cittadini cambiare assicurazione.
Termini più stretti e controlli più rigorosi
Tra le novità più discusse del provvedimento c’è la riduzione dei tempi per chiedere il risarcimento dopo un incidente. Se finora il termine era di due anni, la proposta prevede che la richiesta debba essere presentata entro 90 giorni dal sinistro. Una vera e propria rivoluzione che punta a rendere più rapide le procedure e, soprattutto, a impedire che emergano incidenti “a scoppio ritardato”, spesso segno di frodi organizzate.
Una misura, però, che ha già scatenato le polemiche. Le associazioni dei periti e dei consumatori avvertono: novanta giorni sono pochi, soprattutto nei casi di incidenti complessi, dove occorre tempo per reperire documenti, testimonianze, referti medici e valutazioni tecniche. “Il rischio - sostengono - è che a rimetterci siano proprio le vittime vere, quelle che già devono affrontare burocrazie e tempi lunghi”.
Il ddl prevede anche un inasprimento dei controlli sulle riparazioni: le compagnie potranno verificare direttamente la congruità dei danni e dei costi presentati dalle carrozzerie convenzionate. L’obiettivo è chiaro: evitare sovrapprezzi e gonfiature dei preventivi, fenomeni purtroppo non rari.
Ma non è tutto. Un’altra novità riguarda l’obbligo di indicare i testimoni dell’incidente sin dalla denuncia del sinistro, anche nei casi di lesioni. Una misura che mira a scoraggiare il ricorso a testimoni “fantasma” o compiacenti, aggiunti in un secondo momento per avvalorare versioni di comodo.
La rivoluzione della scatola nera
Nel pacchetto di norme c’è anche un incentivo alla diffusione della cosiddetta scatola nera, il dispositivo che registra i dati di guida e i movimenti del veicolo. Chi accetterà di installarla potrà beneficiare di sconti sulla polizza, così come chi si sottopone a ispezioni preventive o accetta l’installazione di sistemi anti-alcolock.
La vera novità, però, riguarda la portabilità dei dati: fino a oggi, se un automobilista decideva di cambiare compagnia, perdeva automaticamente gli sconti legati alla scatola nera, perché i dati restavano di proprietà della vecchia assicurazione. Con il nuovo ddl, invece, i dati potranno essere trasferiti al nuovo operatore, favorendo così una concorrenza più leale e una maggiore libertà per i consumatori.
Si tratta di un passaggio cruciale, perché introduce una logica già consolidata in altri settori, come quello bancario o telefonico: il cliente diventa finalmente “proprietario” delle proprie informazioni e può utilizzarle per ottenere offerte migliori.
L’Ivass avrà più poteri
Un altro tassello della riforma riguarda l’Ivass, l’autorità che vigila sul mercato assicurativo. All’istituto vengono attribuiti nuovi poteri di controllo e di analisi: dovrà verificare trimestralmente i sinistri segnalati dalle compagnie e redigere relazioni dettagliate sull’esito delle verifiche. Inoltre, sarà chiamato a garantire omogeneità nei criteri di sconto e nelle tariffe applicate dalle diverse imprese, per evitare che la concorrenza si trasformi in giungla.
L’obiettivo, almeno nelle intenzioni, è quello di creare un mercato più trasparente, dove il consumatore possa scegliere in base a elementi oggettivi e non solo alle strategie commerciali delle compagnie.
Se il meccanismo di vigilanza non sarà bilanciato da garanzie di trasparenza, la riforma rischia di spostare troppo il baricentro verso le assicurazioni.
Il nodo dei tempi e dei decreti attuativi
Come sempre accade con le grandi riforme, molto dipenderà dai decreti attuativi. Alcune delle novità più importanti - come la portabilità dei dati della scatola nera o i nuovi termini per i risarcimenti - richiederanno regolamenti specifici e l’adeguamento delle banche dati nazionali.
I tempi, dunque, non saranno brevi. Ma il messaggio politico è chiaro: l’Italia vuole allinearsi ai modelli europei, dove la concorrenza e la digitalizzazione dei servizi assicurativi hanno già ridotto costi e frodi.
Resta da capire se le misure italiane, spesso più rigide, riusciranno a trovare un equilibrio tra tutela del consumatore e lotta agli abusi.
Cosa cambierà per gli automobilisti
Per gli automobilisti italiani, il nuovo scenario imporrà un approccio più attento e consapevole. Chi subisce un incidente dovrà agire rapidamente, raccogliere prove, indicare subito i testimoni e conservare ogni documento utile. La pigrizia burocratica non sarà più tollerata.
Al tempo stesso, chi guida in modo virtuoso potrà finalmente beneficiare di un sistema più meritocratico, dove i comportamenti corretti si traducono in premi più bassi e possibilità di scelta più ampie.
In altre parole, il ddl Concorrenza ridisegna il patto tra assicurato e assicuratore: meno spazio alle furbizie e più responsabilità per tutti. Ma la vera sfida sarà quella dell’equilibrio. Se la stretta sui “furbetti” servirà davvero a ridurre le frodi e a far calare i premi assicurativi, l’intervento sarà un successo. Se invece finirà per ostacolare i danneggiati onesti e rafforzare il potere delle compagnie, rischierà di essere ricordato come l’ennesima riforma sbilanciata.

Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma.
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