Auto aziendali, le nuove normative sui fringe benefit frenano il rinnovo delle flotte
16 apr 2025 | 3 min di lettura

Nel panorama delle auto aziendali, da gennaio 2025 è entrato in vigore un nuovo regime fiscale che esclude le auto diesel, benzina e full-hybrid dai benefici fiscali sui fringe benefit.
Questo emendamento, pur non invertendo il trend negativo già in atto, intende penalizzare le auto termiche a favore di veicoli elettrici e plug-in. Tuttavia questa decisione ha innescato una serie di reazioni e preoccupazioni tra le aziende e gli esperti del settore automobilistico.
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Impatto delle nuove normative fiscali
Le modifiche al regime fiscale stanno avendo un impatto tangibile sul mercato delle auto aziendali. Secondo un sondaggio presentato al Fleet Motor Day, un evento chiave per il settore, molte aziende stanno infatti ritardando il rinnovo delle loro flotte aziendali.
Tra gli intervistati, il 25% dei manager prevede un aumento dei costi di noleggio: questo incremento è attribuibile alla minore disponibilità di auto termiche a costi competitivi, poiché queste perdono il loro vantaggio fiscale.
Oltre ai costi, le nuove normative fiscali stanno spingendo le aziende a rivedere anche le loro politiche interne. Il 23% dei manager prevede un aumento delle lamentele da parte dei dipendenti, mentre il 20% dei prevede un aumento dei costi di ricarica - questo è particolarmente rilevante per le aziende che operano in aree dove l'infrastruttura di ricarica è ancora in via di sviluppo.
La transizione verso veicoli più ecologici, sebbene positiva in termini di sostenibilità, potrebbe comportare dunque costi aggiuntivi per le aziende in termini di installazione di stazioni di ricarica e adeguamento delle infrastrutture esistenti. Solo l'8% dei manager, infatti, vede le nuove normative come un impulso significativo all'elettrificazione. Ciò indica che, nonostante le intenzioni del legislatore, la strada verso una flotta aziendale completamente elettrica è ancora lunga.
Discussioni del Fleet Motor Day
Durante il recente Fleet Motor Day, esperti e addetti ai lavori hanno discusso le implicazioni della nuova normativa. Luca Zucconi - membro del Comitato Scientifico di LabSumo - ha sollevato preoccupazioni sostanziali riguardo a un possibile taglio agli investimenti sul welfare aziendale. Con i costi di gestione delle flotte aziendali in aumento, le risorse destinate a benefit per i dipendenti potrebbero subire riduzioni.
Alberto Viano - presidente si Aniasa - ha invece evidenziato il rischio di una frenata nelle immatricolazioni. Con le vetture termiche meno appetibili dal punto di vista fiscale, le aziende potrebbero esitare nell'aggiornare il loro parco auto, preferendo attendere un quadro normativo più chiaro o soluzioni di mobilità più vantaggiose.
Infine il presidente di Ford Italia, Fabrizio Faltoni, ha proposto una rimodulazione delle detrazioni fiscali, suggerendo che dovrebbero essere basate sulle emissioni dei veicoli. Questo approccio potrebbe incentivare una riduzione reale delle emissioni, premiando quelle aziende che scelgono veicoli più puliti.
Implicazioni future
Come abbiamo visto, le nuove normative sui fringe benefit delle auto aziendali rappresentano una sfida significativa per le aziende italiane. Mentre l'obiettivo è chiaramente quello di promuovere l'elettrificazione e ridurre le emissioni, le implicazioni economiche e pratiche sollevano dubbi sulla tempistica e sull'efficacia di queste misure. Le aziende si trovano ad affrontare un delicato equilibrio tra sostenibilità e sostenibilità economica. Un approccio più calibrato e un dialogo tra legislatori e industria potrebbero essere essenziali per garantire una transizione fluida e vantaggiosa per tutti gli attori coinvolti.
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