17 mar 2023 | 3 min di lettura
Le banche tradizionali di molti paesi dell'Area Euro e degli USA stanno cominciando ad osteggiare il trading ed altre operazioni con i Bitcoin e le criptovalute.
Questo è un altro aspetto del "Crypto Winter", la crisi che le divise digitali stanno attraversando.
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Le ragioni di ciò variano a seconda delle giurisdizioni e delle banche. Avvocati ed esperti del settore bancario spiegano che ci sono valide ragioni per cui alcuni istituti bloccano le transazioni di criptovalute.
Per alcune banche è illegale effettuare transazioni in criptovalute semplicemente perchè queste non sono legali in molti luoghi del mondo e quindi è impossibile per gli istituti di credito elaborare transazioni relative ai Bitcoin ed alle altre divise digitali.
La Cina e la Bolivia ad esempio hanno deciso di non elaborare transazioni in Bitcoin rendendolo di fatto contro la legge.
In altre regioni, le banche sono costrette a navigare nelle aree grigie in cui spesso operano anche le società di criptovalute. Tuttavia spesso non ne vale la pena, ragion per cui alcune delle banche più grandi hanno trovato più facile sospendere l'oeratività con le divise virtuali piuttosto che cercare di fare ricerche per offrire alternative che consentano di aggirare gli ostacoli in maniera più trasparente.
In Russia (e parecchi altri paesi del mondo) ad esempio non è facile acquistare criptovalute in modo legittimo e affidabile. Le banche si trovano infatti ad interagire con intermediari di terze parti non regolamentati. Ciò accade anche per le transazioni Bitcoin peer-to-peer per le quali non c'è alcuna garanzia di ottenere la criptovaluta per cui si sta pagando. Per le banche questa situazione richiede parecchie risorse da impiegare per spiegare alle autorità regolamentari il loro operato in questo settore.
Il governo russo comunque sta permettendo ai suoi cittadini di acquistare criptovalute a fini speculativi a patto di segnalare queste transazioni alle autorità fiscali.
Anche nelle giurisdizioni in cui le criptovalute sono legali, alcune banche non vogliono avere a che fare con clienti arrabbiati che chiedono un chargeback da qualche schema Ponzi legato alle criptovalute. Alcuni consumatori potrebbero non comprendere tutti i rischi delle criptovalute, ma d'altro canto le banche non vogliono pagare il conto per clienti poco informati.
È quindi più conveniente evitare del tutto le criptovalute che sono anche prodotti molto volatili.
Le banche, inoltre, non vogliono avere a che fare con i crimini legati alle criptovalute, sia che i loro clienti siano gli autori che le vittime. Infatti la mancanza di regolamentazione nel settore è attraente per soggetti poco trasparenti, criminali e truffatori.
Finché non ci sarà una sorta di regolamentazione e gli istituti di credito non saranno sicuri di avere i meccanismi di applicazione necessari per rendere il sistema sicuro, probabilmente non gestiranno il settore delle criptovalute in maniera strutturata.
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