Pensione integrativa obbligatoria? Per i fondi pensione arriva l’iscrizione automatica
14 nov 2025 | 4 min di lettura | Pubblicato da Eleonora D.

Il nostro Paese si prepara ad una vera rivoluzione previdenziale: l’iscrizione automatica ai fondi pensione potrebbe presto diventare realtà.
Il Governo Meloni vuole introdurre una misura per rafforzare la sostenibilità del sistema pensioni, garantendo maggiore tutela ai giovani e, più in generale, alle nuove generazioni. In questo scenario, investire nei fondi pensione il prima possibile diventa una scelta strategica. Scopri le novità e tutti gli aggiornamenti su Facile.it.
L’Italia invecchia: meno speranze per le pensioni, ma aumentano gli iscritti alla Gestione Separata INPS
L’Italia guida la classifica europea per invecchiamento demografico. A confermarlo è l’ultimo Rapporto di Itinerari Previdenziali, che fotografa uno scenario preoccupante: entro il 2025 la quota di contribuenti anziani potrebbe aumentare, passando dal 24,3% al 34,6%, mentre la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) scenderà dal 63,5% al 54,3%.
Tale cambiamento, purtroppo, impatterà sul sistema pensioni, poiché si tradurrà in meno contributi versati, pensioni ridotte e nell’erosione del PIL.
Nonostante le stime c’è un dato in controtendenza: gli iscritti alla Gestione Separata INPS aumentano. Secondo l’indagine di Confcommercio Professioni ("Primo rapporto sui professionisti nella Gestione Separata INPS"), tra il 2015 e il 2024 il numero di aderenti è cresciuto del 68%, ma non solo. La maggior parte delle iscrizioni riguarda le donne, il che riflette una crescente presenza femminile fra le professioni legate al lavoro autonomo.
Quale futuro per i giovani? Verso i fondi pensione obbligatori
Mai come oggi i giovani sono chiamati a pensare al proprio futuro previdenziale, individuando forme di risparmio e tutela alternative a quella pubblica, che rischia di essere insufficiente.
I lavoratori under 40 sono di fatto la fascia più esposta alle conseguenze del possibile tracollo del sistema pensioni nazionale, Proprio per questo motivo, il Governo lavora da tempo a una riforma strutturale dedicata ai giovani.
L’ipotesi al vaglio - che potrebbe trovare spazio nella prossima Legge di Bilancio - prevede l’introduzione di fondi pensione obbligatori per le nuove generazioni. Una misura che, se approvata, rappresenterebbe una svolta epocale in ambito previdenziale e sociale.
In questo contesto, diventa essenziale comprendere le differenze tra fondi pensione e assicurazioni previdenziali, per scegliere con consapevolezza lo strumento più adatto al proprio profilo contributivo.
Come funzionerebbero i nuovi fondi pensione
Se la misura entrasse in vigore, coinvolgerebbe circa 420 mila nuovi lavoratori ogni anno e si baserebbe sul principio del silenzio-assenso.
Il modello richiama quanto stabilito nel 2007 per il TFR: sei mesi a disposizione dei dipendenti per scegliere se lasciarlo in azienda o destinarlo a un fondo pensione. In caso di mancata scelta, il TFR confluiva nel fondo di categoria in automatico.
Questa volta, però, lo schema si invertirebbe: il TFR maturato finirebbe direttamente nel fondo pensione, restando in azienda solo se il neoassunto ne fa esplicita richiesta entro sei mesi.
Va precisato che la misura, almeno in una prima fase, riguarderebbe solo i nuovi occupati. Estenderla a tutti i lavoratori avrebbe infatti un impatto eccessivo su un sistema pensionistico già fortemente sotto pressione.
Nuovo fondo pensione: l’evoluzione di un business
L’eventuale obbligatorietà dei fondi pensione rappresenterebbe una grande opportunità per assicurazioni e gestori previdenziali.
Basti pensare a Intesa Sanpaolo, che già oggi gestisce 9,1 miliardi di euro in fondi pensione aperti, o a colossi come Generali e Unipol, leader nel settore dei piani individuali pensionistici (PIP).
Ad ogni modo, i contribuenti che si affacciano ora al mondo della previdenza integrativa, per rivolgersi alla banca o all’assicurazione giusta, nonché per scegliere il prodotto adatto alle proprie esigenze, dovrebbero approfondire la differenza fra fondo pensione, PIP o polizza vita, strumenti simili ma con finalità, vantaggi fiscali e livelli di rischio diversi.
Impatto sui tassi di adesione, inversione della rotta
L’introduzione dell’obbligatorietà potrebbe invertire la tendenza al basso tasso di adesione ai fondi pensione, specie da parte dei più giovani.
Secondo i dati Covip 2024, solo l’11% degli iscritti ha meno di 29 anni, contro il 40% nella fascia tra 45 e 59 anni.
Nel complesso, gli aderenti rappresentano appena il 38% della forza lavoro, percentuale che scende al 27,6% se si escludono coloro che, pur iscritti, non hanno versato contributi nell’anno di riferimento.
Un altro nodo critico riguarda la discontinuità dei versamenti: molte adesioni non si traducono in contributi regolari e adeguati, il che compromette - secondo la Covip - la possibilità di costruire una pensione complementare solida.
Per questo, è importante anche saper scegliere il fondo pensione più adatto in base all’età, valutando il proprio orizzonte temporale e il livello di rischio sostenibile.
Per ora, l’obbligatorietà dei fondi pensione non è stata ancora confermata: bisogna attendere la pubblicazione della nuova Legge di Bilancio per capire se e come la misura diventerà realtà.
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