Fondi Pensione: come funzionano le polizze di previdenza

In Italia il tema del lavoro è sempre di grande attualità anche in ragione delle oggettive difficoltà nell’accedere al sistema previdenziale con un assegno mensile che possa essere considerato soddisfacente o quanto meno congruo rispetto alle necessità della vita quotidiana.
Un valido motivo che ha portato una sempre più ampia fetta di italiani nel prendere in considerazione i fondi pensione. In questa breve ma esaustiva guida, cerchiamo di capire come funziona questa forma di pensione integrativa, gli eventuali vincoli ed i costi.
Come funzionano i fondi pensione
Negli anni di lavoro ogni cittadino italiano è tenuto a versare all’ente previdenziale Inps dei contributi che permetteranno, una volta maturati tutti i vincoli, di avere accesso ad una pensione mensile. Rispetto al passato l’assegno pensionistico sta diventando via via meno corposo anche per le modifiche resesi necessari per rimettere in equilibrio l’intero sistema previdenziale.
In pratica sono cambiate le modalità di calcolo dell’importo mensile a cui ogni pensionato ha diritto, per cui soprattutto le nuove generazioni si ritroveranno a barcamenarsi nella quotidianità con assegni troppi bassi. Questo ha innescato una vera e propria corsa ai fondi pensione per accedere ad un assegno mensile integrativo che quindi, si andrà a sommare a quello percepito dal sistema pensionistico statale. In Italia sono circa 8 milioni i cittadini che hanno deciso di accedere a questo genere di prodotto assicurativo ed in molti casi si tratta di genitori preoccupati del futuro dei propri figli.
In pratica è una forma di risparmio (è quindi un fondo di investimento) che consente di ritrovarsi in futuro una somma considerevole per una vita più agiata rispetto a quella che permetterebbe la sola pensione erogata dall’Inps. Il fondo pensione può essere sottoscritto da qualsiasi cittadino italiano purchè sia maggiorenne e sul mercato ne sono disponibili diverse tipologie proposte sia da istituti bancari (servizio di Bancassicurazione) che da compagnie di assicurazione.
Tuttavia prima di esaminare i vari fondi pensioni previsti, è bene far proprio un concetto essenziale per stabilire come orientarsi in termini di costi e spese: il gap previdenziale. Si tratta della differenza tra l’importo mensile di cui si vorrebbe disporre una volta andati in pensione e l’importo che ipoteticamente l’Inps vi andrebbe ad erogare nel vostro caso (un calcolo abbastanza affidabile è possibile accedendo sul sito dell’Inps nella sezione La mia pensione oppure recandosi presso la sede Inps di riferimento). Una volta valutato il gap, si può stipulare un fondo pensione adatto alle proprie necessità.
Quali sono le differenze tra fondi pensione e assicurazione sulla vita
Come detto in precedenza, attualmente in Italia sono disponibili diverse tipologie di fondi pensione che si differenziano non solo per vincoli d’accessi ma anche per condizioni economiche (in funzione dell’investimento che si intende sostenere, il tipo di rendimento, etc.). Tuttavia i fondi pensione vengono suddivisi in tre principali categorie in base ai vincoli d’accesso nei riguardi del contraente.
In particolare esistono:
- i fondi pensione aperti messi a disposizione sia da istituti bancari che da compagnie d’assicurazione ed accessibili per qualsiasi genere di lavoratore
- i fondi pensioni chiusi che sono frutto di accordi particolari tra aziende e sigle sindacali per cui accessibili soltanto per determinate categorie di lavoratori.
- i piani individuali in pratica sottoscrivibili da chiunque e che per struttura e vincoli, sono molto simili alle polizze vita.
A prescindere dalla tipologia, la sottoscrizione di un fondo pensione richiede anche la scelta della strategie di investimento (azioni, obbligazioni) alle quali corrispondono degli specifici rischi. Come per altri prodotti di investimento, anche nel caso dei fondi pensioni maggiore è il rischio di perdere il capitale investito e maggiore sarà il rendimento.
La scelta del piano di investimento ideale per il proprio caso specifico viene in parte dettato dal gap previdenziali che si vuole andare a coprire. Va ricordato che l’investimento, a seconda della tipologia di fondo, può essere anche versato mensilmente.
Infine, è bene sapere che il capitale investito può essere in parte ritirato fino ad un massimo del 30% dell’importo versato prima dell’accesso alla pensione ma solo in presenza di casi urgenti peraltro previsti all’atto della sottoscrizione e che comunque, una volta in pensione, si può richiedere il 50% del capitale di cui si ha diritto in un’unica trance mentre il restante sarà ripartito mensilmente come integrazione della pensione.
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