Tornano i bond: Btp, aziende e banche puntano sul reddito fisso

Un mercato dominato dall’incertezza

L’instabilità internazionale e la pressione sui tassi americani stanno influenzando profondamente i mercati globali. I rendimenti in crescita dei titoli trentennali e le minacce di dazi da parte di Trump verso l’Unione Europea hanno contribuito ad aumentare la volatilità. La Bce ha lanciato nuovi segnali di allarme, segnalando che le tensioni geopolitiche e la spesa militare possono causare ulteriori choc economici.

Le Borse, dopo i recenti rialzi, potrebbero rallentare, complici anche trimestrali americane sottotono. In questo contesto, il reddito fisso torna a essere un punto fermo, offrendo stabilità e rendimenti competitivi.

Btp Italia: ritorno con cedola all’1,85% e premio fedeltà

Il Ministero dell’Economia ha rilanciato il Btp Italia con scadenza giugno 2032, assente dal mercato dal marzo 2023. Il titolo, indicizzato all’inflazione nazionale, offre una cedola minima dell’1,85%, pagata semestralmente, oltre a un premio finale dell’1% per chi lo detiene fino alla scadenza. Un prodotto pensato per i piccoli risparmiatori, in un momento in cui l’inflazione resta una variabile da monitorare.

Le aziende sul mercato obbligazionario

Anche le imprese tornano a finanziarsi tramite emissioni obbligazionarie, approfittando dei tassi relativamente stabili e di una maggiore appetibilità del mercato del credito.

• Banco Bpm ha collocato un bond AT1 da 400 milioni, con rendimento iniziale al 6,8%.
• Intesa Sanpaolo ha emesso un'obbligazione perpetua da un miliardo, con cedola al 6,3% e richieste superiori a 5 miliardi.
• Eni ha collocato negli Stati Uniti un bond decennale in dollari da un miliardo, cedola 5,7%, attirando ordini per 5,7 miliardi.
• Banca Popolare di Sondrio ha emesso un covered bond a tasso fisso da 500 milioni, scadenza 2030, rendimento stimato al 2,8%.
• Nexi ha concluso un’emissione da 750 milioni a tasso fisso per 6 anni, cedola del 3,8%, con spread di 150 punti base.

La corsa alle obbligazioni riflette il bisogno delle imprese di ottimizzare i flussi di cassa in vista di un possibile calo dei tassi da parte della Bce.

Azioni o obbligazioni? Cosa conviene di più

In un momento in cui l’equilibrio economico è precario, molti investitori si interrogano su dove posizionarsi. Le previsioni indicano che in Europa ci sarà una moderata crescita nella seconda metà dell’anno, mentre negli Stati Uniti i margini delle aziende potrebbero essere messi sotto pressione da nuove tariffe e costi crescenti.

Le strategie multi-asset o diversificate rappresentano una risposta prudente al dilemma azioni vs bond. I gestori preferiscono società meno esposte ai dazi o settori meno ciclici, come energia o infrastrutture, evitando comparti vulnerabili come il retail.

Il reddito fisso torna così ad assumere una funzione fondamentale, sia per i risparmiatori privati che per le aziende. Oltre alla possibilità di ottenere rendimenti certi, consente di stabilizzare i portafogli e gestire meglio la liquidità, in attesa che i mercati azionari ritrovino una direzione più chiara.