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Cosa è la patrimoniale e come funziona

18 gen 2021 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.

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Patrimoniale, croce e delizia degli italiani. Una imposta mai piaciuta ai contribuenti, ma spesso rientrata negli anni tra le opzioni di diversi governi per far fronte a delle crisi economiche. Anche in questi mesi, la crisi provocata dall’epidemia da Coronavirus ha portato il governo a scelte di emergenza e quindi a cercare delle misure per far fronte al grosso rallentamento dell’economia per sostenere famiglie e imprese.

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E cosìl’incubo patrimoniale è tornato a farsi vivo alimentando i timori degli italiani di "prelievi" dello Stato dal risparmio privato. Fortunatamente per i contribuenti il pericolo che incombeva nelle scorse settimane e cioè quello di una nuova imposta patrimoniale che sarebbe andata a colpire i patrimoni netti superiori ai 500mila euro (immobili inclusi) per ora sembra scampato e gli italiani possono tirare un sospiro di sollievo. I loro conti correnti saranno 'salvi' ancora per un po'.

In realtà quello della patrimoniale non è una novità, ma a ciclo ritorna nelle scelte dei governi dal secolo scorso.

Fu imposta per la prima volta già nel 1919 dal governo Nitti per far fronte ai debiti di Guerra contratti dallo Stato, con un prelievo sugli extraprofitti bellici incassati dagli industriali. E poi, ancora, nel 1936, per la Guerra di Etiopia, e nel 1940, per la seconda guerra Mondiale. Nel 1947, poi, fu introdotta per sostenere la ricostruzione post-bellica e rimase in vigore fino agli anni ‘60 quando fu trasformata nell'Invim.

In molti ancora ricordano, poi, il governo Amato del 1992 che introdusse, "con mano pesante" e dall'oggi al domani, un prelievo forzoso del 6 per mille sui conti correnti, libretti postali e buoni fruttiferi, depositi bancari e altri prelievi con aliquota del 7 per mille su alcuni beni di lusso.

Da ultimo, nel 2012, come non citare l’estensione dell’Ici-Imu sull’abitazione principale voluta dal governo Monti.

Insomma l’Italia ha sempre convissuto con questa imposta più volte invocata per fronteggiare situazioni di emergenza. E oggi, come ieri, è ritornato lo spettro di questa tassa con un emendamento alla manovra (che però non è passato).

In pratica, a fronte dell'abolizione per tutti dell'Imu e dell'imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, nell'emendamento si prevedeva "un'imposta sostitutiva con un'aliquota progressiva.

Insomma quando serve liquidità lo spettro della patrimoniale è il primo che torna ad aleggiare sulle tasche dei contribuenti italiani. Una sorta di "coniglio nel cilindro" che lo Stato tira fuori per far fronte a un'emergenza.

Cos'è la patrimoniale?

La patrimoniale è un'imposta che colpisce sia le persone fisiche che quelle giuridiche e riguarda il patrimonio, sia mobile che immobile: case, soldi, azioni, gioielli, obbligazioni. Inoltre può essere fissa o variabile. Nel primo caso, viene versata "indistintamente da tutti i contribuenti per lo stesso importo". Nel secondo, è variabile, appunto, cioè è diversa a seconda del patrimonio dei contribuenti. Ancora, si parla di patrimoniale "straordinaria" quando viene applicata una sola volta e senza essere ripetuta, o periodica, quando viene, appunto, versata icon scadenze fisse.

Si parla di imposta e non di tassa patrimoniale "perchè corrisposta non a fronte di un servizio ricevuto ma per servizi che lo Stato o gli Enti pubblici corrispondono alla collettività nel tempo".

Il dibattito è comunque aperto. Alcuni fautori della patrimoniale sostengono che si tratti di uno strumento di "giustizia sociale", una sorta di Robin Hood: in periodi di crisi viene chiesto un "sacrificio straordinario" ai più ricchi per aiutare chi versa in difficoltà. Per i contrari, invece, si tratta di una imposta ingiusta perchè va a tassare nuovamente il patrimonio che, generalmente, è stato accumulato attraverso redditi già soggetti a a prelievo fiscale.

Occorre chiarire che in Italia esistono già delle patrimoniali ‘nascoste’. La Cgia di Mestre ne calcola addirittura una quindicina che nel solo 2017 hanno generato un gettito che ha sfiorato i 46 miliardi di euro.

Come si può ben immaginare la parte del leone la fanno le imposte sugli immobili che hanno fruttato allo Stato, nel 2019, ben 21,8 miliardi. Dal bollo auto sono arrivati, poi, altri 6,7 miliardi, mentre l'imposta di bollo ne ha portati 6,3. L'imposta di registro e sostitutiva è ammontata invece a 5,3 miliardi.

Non è escluso che in futuro saranno proprio le aliquote di queste patrimoniali preesistenti ad essere ritoccate al rialzo per non dover introdurre nuove imposte.

Tra le revisioni più probabili c'è sicuramente quella delle imposte di successione. Dunque, se nell’immediato il rischio di nuova patrimoniale sembra essere limitato, in futuro invece, una volta usciti dall’emergenza, una qualche patrimoniale per ridurre il debito pubblico diventerà più probabile.

Come ridurre i rischi per i propri risparmi?

In realtà una soluzione per proteggersi del tutto non c’è. Però si potrebbero attuare alcuni movimenti che potrebbero diminuire i rischi.

Tra questi, sicuramente, c’è quello di non mantenere i soldi fermi sul conto corrente che, si sa, oltre a non rendere nulla perdono anche potere d’acquisto tra costi e spese varie, oltre all’inflazione.

Versare poi i propri risparmi in un Fondo Pensioni Integrativo potrebbe essere un’altra soluzione. Tali somme, infatti, non essendo nella disponibilità del risparmiatore non dovrebbero essere soggette a patrimoniale. I contributi versati potranno, poi, essere riscattati al momento della pensione o anche prima, in caso di necessità.

Un altro strumento potrebbe essere anche quello di investire in polizze Vita. Le polizze Vita sono, infatti, uno strumento di investimento assicurativo abbastanza tutelato dal punto di vista normativo e fiscale. È infatti prevista una tassazione agevolata a scadenza, sono esenti dall’imposta di bollo, non possono essere sequestrate o pignorate e sono, al momento, esenti anche da una eventuale imposta patrimoniale.

Autore
giusy-iorlano

Giornalista professionista, Giusy Iorlano è laureata in Scienze politiche presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma con una tesi in studi strategici.

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