Soldi e conto corrente: risparmi a rischio con la crisi?
23 apr 2020 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
Una crisi inaspettata, quella causata dall'emergenza coronavirus, che ha fatto piombare gli italiani nell’incertezza per il futuro con una ‘Fase 2’ che sembra non arrivare mai. E allora sono tante le domande dei risparmiatori. La prima, quella che preoccupa quasi tutti, è: i miei risparmi sono in pericolo?
Cosa potrebbe succedere se la banca dovesse fallire?
L'indagine BVA Doxa
Incertezza su incertezza. Che il risparmio sia in cima ai pensieri degli italiani lo dimostra una indagine condotta in Italia, dal 20 al 24 marzo, da BVA Doxa sui principali impatti sullo stile di vita della popolazione determinati dalla diffusione del Covid-19. Da quel che emerge pare che quasi 3 italiani su 4 (63%) siano preoccupati per i propri risparmi e con la pandemia da coronavirus più della metà della popolazione italiana (52%) teme di non riuscire a pagare neanche le bollette.
A tutto ciò si aggiunge la paura, di circa il 70% degli italiani, per una pesante recessione economica che potrebbe avere effetti diretti sul reddito, così come il timore di dover utilizzare i soldi messi da parte per fare fronte alle spese fisse durante i mesi di emergenza (55%). Alta anche la preoccupazione rispetto alla solidità finanziaria degli istituti di credito (51%), si legge nell’indagine, mentre il 53% dei professionisti teme di non avere supporto adeguato dalla propria banca e quindi un peggioramento della relazione con la propria banca e assicurazione (42%). Il problema dei risparmi, d’altronde, è molto delicato, soprattutto in Italia se considera che siamo un popolo di risparmiatori.
Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia e Istat gli italiani, infatti, siamo sempre più un popolo di risparmiatori: nel corso del 2019 la ricchezza è cresciuta di 98 miliardi di euro raggiungendo la cifra di 9.743 miliardi di euro. In sostanza la ricchezza delle famiglie è cresciuta dell’1% considerando sia le attività reali (case, proprietà, ecc) che quelle finanziare (depositi, titoli e investimenti vari). Ed è proprio in questo periodo di forte crisi sanitaria ed economica che sui conti correnti si tende a conservare maggiori risparmi possibili per eventuali emergenze. Bisogna. però, mettere in conto che i soldi "parcheggiati", potrebbero essere esposti a maggiori pericoli. Vediamo quali sono quelli che ci preoccupano maggiormente.
Se la banca fallisce?
Partiamo dal timore più alto per tutti: se la banca dovesse fallire? Si tratta di uno scenario davvero molto remoto. Prima di tutto perché le banche oggi sono molto più solide rispetto al passato, ma soprattutto perché i conti correnti sono coperti dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che prevede un risarcimento fino ad un massimo di 100mila euro in caso di fallimento.
Questa tutela viene applicata ai depositi in conto corrente, libretti di risparmio, depositi vincolati (conti di deposito), certificati di deposito e assegni circolari che non superano, appunto, la cifra indicata. Il 90% dei risparmiatori italiani, dunque, possono stare tranquilli. Il vero rischio a cui si va incontro oggi, in realtà, è un altro ed è quello che magari meno ci aspettiamo: i risparmi "fermi" sul nostro conto corrente non solo non fruttano alcun interesse, ma diminuiranno sempre di più, anche senza essere toccati.
Dunque, se da un lato sono comunque al sicuro dalle fluttuazioni del mercato dall’altro rischiano di erodersi sia a causa dell’inflazione che dei costi di gestione e delle tasse che comporta un conto corrente. In gergo questo processo viene chiamato perdita di potere d’acquisto e porta ad una riduzione media del 2% annuo del valore dei propri soldi. A ciò si aggiunge il fatto che in questo periodo i conti corrente hanno un rendimento zero o addirittura negativo che possono comportare spese di tenuta anche oltre i 100 euro all’anno.
In Italia il conto corrente con una giacenza media annua inferiore a 5mila euro gode di alcuni benefici fiscali: per questo infatti non si deve pagare l’imposta di bollo. Invece su un conto con giacenza di 5mila euro, in media si paga circa 34,2 euro: circa il 7 per mille. Più conveniente è impiegare i soldi in strumenti finanziari per i quali l’imposta di bollo è dello 0,2%.
Il pericolo della patrimoniale
L’ipotesi di una patrimoniale, cioè di un prelievo forzoso dai conti correnti in percentuale sull’ammontare, è stata tirata in ballo nelle ultime settimane da diversi esponenti politici. La paura non è mai del tutto esclusa visto che in passato è stata già utilizzata. E’ ancora vivo nella mente degli italiani, infatti, il famoso prelievo forzoso sul patrimonio e sui risparmi deciso dal governo di Giuliano Amato nel drammatico luglio 1992, quando l'Italia rischiò il default. Il governo fece un decreto in cui imponeva un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i depositi bancari e postali alla data del 9 luglio.
Oggi una misura del genere sembra però meno praticabile e non rientra affatto nei programmi del Governo. Non ci sono, dunque, particolari minacce per i nostri risparmi ragion per cui non c'è motivo di correre ai bancomat a ritirare i propri risparmi. In questa fase, si può, dunque, tranquillamente mantenere ferma la propria liquidità sul conto corrente in attesa che la situazione ritorni alla normalità per poi valutare come meglio investire i propri risparmi.
Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma, due master, ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali occupandosi soprattutto di economia e finanza. Collabora da diversi anni con Milano Finanz
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