Decesso intestatario carta di credito: cosa accade agli eredi
28 ott 2025 | 4 min di lettura | Pubblicato da Eleonora D.

La carta di credito consente di pagare in piccole rate o a saldo gli acquisti quotidiani. Ciò significa che ogni mese, sul conto corrente del titolare, viene addebitata una rata oppure l’importo speso il mese precedente.
Ma cosa accade in caso di decesso dell’intestatario di una carta di credito? Gli eredi sono tenuti oppure obbligati a saldare i debiti? Facile.it, sito di comparazione di carte di credito e altri prodotti finanziari come i conti correnti, risponde a tutte le domande su questo argomento.
Sommario
Carta di credito, debiti ed eredità
Come tutti i debiti contratti in vita, anche quelli derivanti dagli acquisti effettuati con carta di credito possono entrare a far parte del corredo ereditario, alla stregua dei crediti e dei beni posseduti (immobili, auto, quote aziendali ad esempio). Ciò significa che, se al momento del decesso, l’intestatario di una carta di credito risulta debitore nei confronti di una banca o di una società finanziaria in ragione degli acquisti effettuati, l’erede potrebbe essere chiamato a rispondere del pagamento. In parole semplici, potrebbe dover saldare l’importo dovuto. Eppure non è detto che questo avvenga, di seguito vi spieghiamo il perché.
Accettazione dell’eredità
Gli eredi sono tenuti a saldare i debiti contratti dal defunto, in ragione dell’utilizzo di una carta di credito a saldo o a rate, solo ed esclusivamente se accettano l’eredità. Tuttavia, la legge prevede due modalità di accettazione dell’eredità:
- l’accettazione pura e semplice;
- l’accettazione con beneficio di inventario.
Come vedremo, solo una delle due comporta il trasferimento della responsabilità finanziaria, ovvero del debito. L’altra, invece, consente di proteggere il proprio patrimonio.
Cosa accade agli eredi in caso di accettazione integrale (pura) dell’eredità
In caso di accettazione pura e semplice dell’eredità, gli eredi subentrano a tutti gli effetti nella posizione del defunto senza alcun limite. Di conseguenza assumono l’intero patrimonio ereditario, inclusi i debiti.
Questo tipo di accettazione può essere espressa o tacita.
Da un lato, l’accettazione espressa si espleta con un atto formale, ad esempio con un documento certificato da un notaio. L’accettazione tacita, invece, si realizza quando l’erede compie un atto che presuppone la volontà di accettare l’eredità (ad esempio, vendere un immobile).
Sia in caso di accettazione tacita che espressa, gli eredi sono tenuti a pagare tutti i debiti del defunto, quindi anche quelli contratti con una carta di credito.
Da notare come la responsabilità si estenda anche al patrimonio personale dell’erede e il fatto che si tratti di una responsabilità solidale (ogni erede risponde illimitatamente e solidalmente dei debiti ereditari, (salvo poi rivalersi sugli altri coeredi in base alle quote).
Dato che l’accettazione pura può essere rischiosa per gli eredi, specie se non conoscono le abitudini e la situazione finanziaria del defunto, la legge prevede l’accettazione con beneficio d’inventario, che limita la responsabilità al valore dell’eredità.
Cosa accade agli eredi in caso di accettazione con beneficio di inventario
Se l’eredità è stata accettata con beneficio di inventario, gli eredi non rispondono dei debiti del defunto con il proprio patrimonio personale, ma solo nei limiti di quanto ricevuto in eredità. Questo vale, naturalmente, anche per i debiti contratti tramite carta di credito. In sostanza, il debito con la banca o la società finanziaria permane, ma l’erede (o gli eredi) ne risponde solo con i beni ereditati. Questa è una differenza molto importante rispetto all’accettazione integrale, poiché con il beneficio di inventario, il patrimonio personale dell’erede non rischia di essere attaccato.
Di seguito, un esempio pratico.
Il defunto lascia in eredità:
- 15.000 euro in liquidità (conto corrente o libretto)
- 23.000 euro di debiti contratti tramite carta di credito
Quando l’erede accetta con beneficio di inventario, risponde solo fino a 15.000 euro, corrispondenti all’attivo ereditato. Non risponde invece della somma restante (23.000 euro), poiché l’inventario realizza una separazione fra il patrimonio ereditario e quello personale dell’erede.
Cosa fare in caso di decesso del titolare di una carta di credito
La prima cosa da fare in caso di decesso del titolare di una carta di credito è contattare la banca o la società finanziaria e richiedere:
- il blocco della carta di credito American Express, Visa o Mastercard
- un estratto conto aggiornato.
In questo modo, da un lato si evitano ulteriori addebiti o utilizzi fraudolenti della carta, mentre dall’altro si può conoscere nell’immediato, esattamente, l’ammontare del debito contratto. La seconda cosa da fare è scegliere se accettare l’eredità integrale o se accettarla con beneficio di inventario. Per fare la scelta giusta è importante contattare un professionista, nello specifico un avvocato esperto in successioni ereditarie. Solo un esperto, infatti, può analizzare il patrimonio ereditario, valutare il bilancio delle attività e delle passività e aiutare gli eredi a non compromettere il proprio patrimonio personale.

Eleonora D'Angelo, romana ma residente in Sardegna, si è laureata in Giurisprudenza all'Università Roma Tre nel 2013.
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