Guerra in Ucraina: l'impatto economico sull'Italia
22 mar 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Marco B.

La guerra in Ucraina rallenterà la crescita nell'UE. Anche l'Italia, pur crescendo rispetto al 2021 e al 2020, nel 2022 vedrà calare almeno dello 0,7% le previsioni (erano pari al +4,1% annuale) precedenti sul Pil (prodotto interno lordo), per l'aumento dei prezzi dell'energia.
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La produzione industriale
Quel calo dello 0,7% è frutto di una prima recente valutazione dell'Istituto nazionale di Statistica (Istat) legata al solo incremento dei costi energetici, a parità di altre condizioni, qualora le quotazioni di gas e petrolio restassero sui livelli di inizio 2022. Tutto ciò ha già frenato la produzione industriale italiana a Gennaio e Febbraio.
I consumi delle famiglie
Il quotidiano Avvenire, nel riferire la valutazione, scrive che l'attività economica verrebbe condizionata negativamente dal più basso livello dei consumi delle famiglie che si accompagnerebbe a una riduzione della propensione al risparmio. Rispetto allo scenario base risulterebbe più bassa sia l'occupazione, sia il saldo della bilancia di beni e servizi.
Inflazione verso il 6%
Anche alcune stime del Centro studi di Unimpresa (rappresenta le micro, piccole e medie imprese) vanno in questa direzione: prevedono - a causa della crisi determinata dalla guerra tra Russia e Ucraina - l'aumento dell’inflazione, che potrebbe arrivare fino al 6%, e l'effetto negativo sul Pil, che si attesterebbe molto al di sotto del 4%.
Verso un 2022 complicato
Per Unimpresa, qualora il conflitto russo-ucraino si confermasse di lunga durata, il prodotto interno lordo italiano, nello scenario più avverso, accuserebbe un contraccolpo dell’1,1%, fermandosi complessivamente sotto la soglia del 3%. ...L’Italia deve prepararsi a un anno assai complesso: l’aumento del prezzo delle materie prime farà inevitabilmente salire i costi di produzione delle attività manifatturiere, con danni durissimi da sopportare soprattutto per le piccole e medie imprese.
Il carrello della spesa
Secondo il Centro di ricerca finanziaria indipendente Mazziero Research, riporta Idealista.it, la guerra ha introdotto ulteriori incertezze e spinto ancora più in alto i prezzi di petrolio, gas e prodotti agricoli, con aumenti che non si sono ancora riversati interamente sul carrello della spesa.
La sfiducia dei consumatori
Continua l'analisi: L'attuale dinamica dei prezzi fa pensare che non si tratti di un fenomeno temporaneo, ma che possa durare per diversi mesi. Nel contempo, la sostanziale stabilità dei salari determina una sensibile perdita del potere di acquisto, peggiorando la fiducia dei consumatori.
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