10 lug 2023 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
Il nuovo Codice della Strada è ormai dietro l’angolo, si appresta a diventare legge e porterà dei cambiamenti anche nel campo delle assicurazioni.
Il disegno di legge per modificarlo, infatti, è stato approvato da parte del Consiglio dei Ministri e l’iter parlamentare dovrebbe concludersi in autunno quando, per l’appunto, il nuovo Codice dovrebbe entrare in vigore.
Provvedimenti definiti “anti-bicicletta” dalla Fiab, la Federazione italiana ambiente e bicicletta, la
più grande associazione in Italia di ciclisti non sportivi. La federazione ha, infatti, ribadito che queste azioni “non intervengono sulle principali cause di incidenti stradali” (e cioè la velocità elevata, la distrazione, la mancanza di precedenza agli attraversamenti) e, anzi, “sono il segnale di una politica sempre più lontana dalle direttive del Parlamento Europeo che ha chiesto incentivi per la diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto in città e nel tempo libero, e alle cargo bike per le consegne nei centri urbani. In Portogallo, ad esempio, è già stata tagliata l’Iva sull’acquisto delle biciclette.
La Svizzera – ha aggiunto l’associazione - è stata l’unico stato a sperimentare in passato obblighi analoghi a quelli oggi in Italia, decidendo poi di abolirli più di dieci anni fa perché ritenuti inutili e persino dannosi ai fini della sicurezza stradale”.
La norma proposta da Salvini, secondo Fiab non solo, quindi, andrebbe a “mettere le mani nelle tasche degli italiani ma, di fatto, annienterebbe l’uso della bicicletta, lo strumento che rende possibile una transizione ecologica rapida e che è alla portata economica di tutti”.
Anche Confindustria-Ancma, l’Associazione nazionale ciclo e motociclo accessori, ha manifestato forte preoccupazione prendendo una posizione netta rispetto alle dichiarazioni di Salvini, considerate dal presidente Paolo Magri “un autogol per l’industria italiana del ciclo”.
Solo nel 2022, secondo stime dell’associazione, in Italia sono state commercializzate 1.435.000 biciclette tradizionali e 337.000 e-bike, generando un fatturato complessivo di 3,2 miliardi di euro.
Un notevole incremento se si pensa che nel 2019 il valore di mercato ammontava a 2,1 miliardi di euro.
Ma vediamo cosa prevede l’attuale normativa.
Il Codice della Strada attuale, entrato in vigore il 1 gennaio 2021, non prevede l’obbligo del casco, né per la bicicletta elettrica nè per quella tradizionale. Nemmeno per chi ha meno di 14 anni.
Il casco sulle bici, dunque, non è obbligatorio, ma solo raccomandato: una decisone presa dalla Commissione Trasporti che non sempre è condivisa all’estero. Non esistendo l’obbligo di avere il casco per un ciclista non indossarlo non fa incorrere in alcun reato né sanzione.
Non bisogna comunque dimenticare che si tratta sempre di un accessorio estremamente importante e che ogni biker dovrebbe tenere in considerazione, per la propria sicurezza quando ci si mette in sella ad una due ruote. In particolare per chi utilizza la bici, magari quella elettrica, per muoversi tutti i giorni nel traffico cittadino, il casco può garantire una maggiore protezione e sicurezza.
Esiste. invece, l’obbligo di indossare giubbotto o bretelle riflettenti se si circola fuori dei centri abitati dopo il tramonto, fino all’alba, o in galleria.
In Italia circolano circa nove milioni di biciclette. Se dovesse entrare in vigore una norma che istituisce l'assicurazione obbligatoria per le bici facendo un semplice calcolo per un costo medio di un'assicurazione da 4 euro al mese, che però non copre la responsabilità civile (che invece sarebbe introdotta dall’assicurazione obbligatoria, ndr), i ciclisti italiani dovrebbero sborsare milioni di euro. Certo è che la sicurezza è sicuramente l'obiettivo delle riforme annunciate. D'altronde i dati degli incidenti stradali che riguardano i ciclisti parlano chiaro: nel 2021, dei 151mila 875 incidenti stradali con lesioni a persone ben 15mila171 hanno riguardato i ciclisti. Quasi il 10%. I ciclisti che hanno perso la vita sono stati 229, praticamente quasi la metà dei pedoni deceduti (circa 470). E il 2022 non è andato meglio con oltre 220 ciclisti morti.
Tra le novità che verranno introdotte dal nuovo Codice della Strada, oltre a norme e pene più rigide per chi si mette alla guida sotto l'effetto di alcolici e stupefacenti, anche nuove regole per i neopatentati e la necessità di possedere una doppia patente per guidare le supercar.
Nel disegno di legge, inoltre, c’è anche una proposta per rendere obbligatoria l’assicurazione per i monopattini: i proprietari sarebbero tenuti a sottoscrivere, dunque, una polizza Rc, la Responsabilità civile che risarcisce i danni a terzi in caso di incidente. Circolare senza assicurazione potrebbe comportare una sanzione da cento a 400 euro.
I monopattini, inoltre, dovranno essere dotati di una targa e un codice identificativo.
Ancora, sarà necessario possedere indicatori luminosi di svolta e di freno su entrambe le ruote, pena una sanzione economica. In arrivo anche una norma che prevede la dotazione da parte dei monopattini di un dispositivo in grado di disattivare il loro funzionamento in maniera automatica qualora uscissero dalle aree permesse. Nel caso dei monopattini è stato già confermato l’obbligo dell’utilizzo del casco alla guida.
Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma, due master, ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali occupandosi soprattutto di economia e finanza. Collabora da diversi anni con Milano Finanz
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