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BoT o conti deposito? Cosa conviene di più?

6 feb 2014 | 2 min di lettura | Pubblicato da Vittoria Giannuzzi

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Quando si tratta di investire, si sa, gli italiani non amano molto il rischio. Sarà per via della crisi economica imperante, ma mettere a repentaglio i soldi faticosamente risparmiati nel corso della vita è cosa riservata a pochi arditi. Ecco perché, storicamente i Buoni del Tesoro sono stati uno strumento molto amato nel nostro Paese, visto che per anni sono stati in grado di assicurare dei buoni ricavi riducendo praticamente a zero i pericoli di perdere il proprio denaro.

Nel corso degli anni, però, abbiamo assistito ad una generale disaffezione verso questo strumento di investimento, chiaramente per via dei rendimenti anno dopo anno sempre più bassi. E oggi? I BoT convengono ancora o è meglio scegliere altri pacchetti di risparmio, come i conti deposito?

L’ultima asta in cui i Buoni del Tesoro sono stati protagonisti ha offerto rendimenti di poco superiore al mezzo punto percentuale (0,59%) per i vincoli a sei mesi, dello 0,73% per quelli a 12 mesi. Chi punta a guadagni maggiori deve per forza di cose allungare la scadenza del buono, vincolando il suo denaro per più tempo – con tutte le conseguenze che ne derivano. Con i conti deposito, al momento, i guadagni medi sono maggiori: tornati a crescere alla fine del 2013, adesso gli interessi sono, in media, del 2,4%.

Certo, va annotato – come vi abbiamo già raccontato – che BoT e buoni fruttiferi postali hanno una tassazione più vantaggiosa (l’aliquota sulle rendite finanziarie è al 12,5% contro il 20% dei conti deposito), ma se la cifra che siamo disposti ad investire è consistente, questa differenza si ammortizza in poco tempo.

Se poi si punta ad investimenti di lunga durata, segnaliamo l’esistenza di Buoni del Tesoro Poliennali, sottoscrivibili per 5 o 10 anni: il rendimento, nel primo caso, è di circa il 2%, nel secondo del 3,3%.

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