29 gen 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Marco B.
Il Patto di stabilità tra Italia e Unione europea potrebbe provocare un forte calo degli stipendi nel 2025.
Questo perché l'accordo raggiunto con l’UE impedisce il ricorso all'extra-deficit. Pare infatti che sarà più difficile rinnovare tre misure: taglio del cuneo fiscale, riforma delle aliquote Irpef e bonus mamma, per ora in vigore solo nel 2024.
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Il prossimo anno potrebbe diventare difficile rinnovare tre misure, per ora in vigore solo nel 2024:
L'accordo raggiunto con l’UE impedisce infatti il ricorso all'extra-deficit - cioè, un’eccedenza dell’ammanco di cassa reale rispetto a quello previsto - per finanziare queste misure anche nella legge di Bilancio 2025.
Nel 2024 l’aumento della busta paga vale, grazie allo sgravio contributivo, fino a 100 euro al mese per i redditi lordi inferiori a 1.923 euro (7%) o tra 1.923 e 2.692 euro (6%).
Le nuove aliquote Irpef invece, ridotte da 4 a 3, con un'aliquota fissa del 23%, portano a un aumento massimo di 260 euro l'anno.
Infine, Il bonus mamme ha fornito uno sgravio contributivo fino a 3.000 euro l'anno per le lavoratrici che hanno da due figli a carico in su, ma il beneficio è limitato al 2024 per chi ne ha soltanto due.
Cosa si rischia? Una diminuzione degli stipendi nel 2025 rispetto al 2024, che invece godrà degli aumenti citati. Per non colpire i salari, il Governo dovrebbe varare un nuovo intervento legislativo ma c’è il nodo dei costi:
In tutto 16 miliardi, che servirebbero anche nel 2025. Tuttavia, il Patto di stabilità fatto con l’UE non permette di fare nuovi debiti per finanziare queste e altre misure.
Anzi, l’Italia dovrebbe far calare, in modo strutturale, il suo deficit esistente, con un calo dello 0,5% all’anno (circa 5 miliardi in meno ogni 12 mesi).
Qualora le misure varate nel 2024 non dovessero essere confermate nel 2025, chi lavora rischia di trovare in busta paga circa 1.500 euro in meno all’anno.
Per trovare i soldi necessari il Governo potrebbe tagliare la spesa pubblica in altri settori o aumentare altre tasse, come l’Iva.
Non sarebbe però una soluzione, considerato che gli aumenti garantiti dalle misure citate (sgravio contributivo, aliquote Irpef e bonus mamma) verrebbero “mangiati” da quelli di altre voci di spesa.
Non resta che restare in attesa di nuovi aggiornamenti per vedere cosa accadrà, e se sarà possibile rimediare evitando queste diminuzioni.
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