27 set 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Marco B.
Il taglio del cuneo fiscale, deciso dal Governo per contrastare la perdita del potere d'acquisto, dovrebbe garantire da ottobre 2023 un aumento nei salari.
A chi si rivolge questo taglio e di quanto sarà l'aumento?
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Lo sostiene un rapporto dell’Inps. Ha esaminato il mese di ottobre 2023 confrontando gli effetti della riduzione contributiva nel 2022 e nel 2023 e tenendo conto dell'aumento percentuale del taglio a partire da luglio scorso.
È opportuno ricordare che per cuneo fiscale si intende il totale delle imposte che gravano sul costo del lavoro: è la differenza tra quanto paga un’azienda per un dipendente e l’importo che quel lavoratore percepisce, al netto delle tasse, attraverso lo stipendio.
Nel 2022 l'agevolazione media era arrivata a circa 30 euro, con valori superiori a 50 euro che riguardavano soltanto il 5% degli aventi diritto.
In tutto ne hanno beneficiato 11 milioni di lavoratori, con retribuzioni medie arrivate così a 25.112 euro; soltanto un +4% rispetto all'anno precedente, assai più meno dell’inflazione. La conseguenza è stata una forte perdita del potere d'acquisto reale.
Il taglio al cuneo fiscale era stato introdotto dalla legge di bilancio 2022 per i dipendenti con salari inferiori a 2.692 euro lordi al mese. L'aliquota del 2% è stata confermata per il primo semestre del 2023. Poi è salita al 6% a luglio per chi guadagna fino a 2.692 euro al mese (860.000 dipendenti) e al 7% (335.000 dipendenti) per chi ne guadagna fino a 1.923.
Questo aumento dovrebbe garantire nell’ottobre 2023 una media di 98 euro in più; circa il 57% dei beneficiari ne percepirà 100 euro in più al mese, soprattutto quelli a tempo pieno che lavorano per l'intero mese, con incrementi fino a 123 euro.
Due lavoratori su cento riceveranno meno di 80 euro, 45 su cento ne arriveranno 150.
Però c’è un rischio, segnalato dallo stesso Inps. L'aumento del reddito può avere contraccolpi sull’Irpef dei beneficiari, perché - incrementando il reddito imponibile - pagherebbero più tasse, legate al cambio di aliquote fiscali. Quindi l’aumento verrebbe in buona parte assorbito dal Fisco.
Il Governo sostiene di voler rimediare, ma ad oggi non si hanno informazioni più dettagliate.
Teoricamente dovrebbe accompagnare la proroga del taglio al cuneo fiscale con la riforma, anticipata dalla legge delega, che prevede l'accorpamento delle prime due aliquote Irpef al 23% fino a 28.000 euro. Di certo, la proroga nel 2024 del taglio del cuneo fiscale richiederebbe circa 10 miliardi di euro a carico dello Stato, per evitare una riduzione dai 40 ai 110 euro netti in busta paga.
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