26 apr 2022 | Pubblicato da Eleonora D.
Con il decreto PNNR2, il Governo ha anticipato di fatto l’introduzione del POS obbligatorio per i commercianti. Immediata la rivolta degli esercenti, che attendevano l’entrata in vigore della norma a Gennaio 2023. In cosa consiste l’obbligo POS e come cambieranno i p agamenti con carta?
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Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR2) contiene norme importanti sui pagamenti elettronici, nello specifico sui pagamenti con carta.
A partire dal 30 Giugno 2022, i commercianti che non si adegueranno al nuovo obbligo POS rischiano multe salate. Ma in cosa consiste l’obbligatorietà del POS per gli esercenti?
In realtà l’obbligo di avere un POS a disposizione esiste fin dal 2012 e si rivolge ad artigiani; commercianti; attività di ristorazione; professionisti e attività ricettive.
La prima novità introdotta dal PNRR riguarda l’eventualità che il commerciante (o il professionista) rifiuti il pagamento con carta, perché in tal caso scatterà una sanzione.
Fino a ieri esisteva un limite che consentiva di rifiutare i pagamenti con carte di credito, bancomat o prepagate, sotto un determinato importo. Il limite negli anni è cambiato e si è passati da:
Pur esistendo un limite, nessuna norma prevedeva sanzioni in caso di rifiuto del pagamento.
La seconda novità introdotta dal PNRR2 riguarda dunque l’eliminazione di ogni limite. I commercianti non potranno rifiutare i pagamenti con carta di qualunque importo, anche di 1 euro (ipotizziamo per acquistare un caffè) pena la multa.
I pagamenti via POS con carta cambieranno sia per i commercianti che per i consumatori. I primi dovranno accettare transazioni di ogni importo, anche di pochi centesimi.
I secondi potranno pagare tutto via POS, senza limite di importo. Le novità introdotte dal PNRR2 hanno scatenato una vera rivolta tra gli esercenti.
L’entrata in vigore delle sanzioni per violazione del nuovo obbligo, era originariamente fissata a Gennaio 2023. L’anticipazione di diversi mesi, al 30 Giugno 2022, darà il tempo a tutti di adeguarsi?
Non si tratta di un adeguamento: basta accettare i pagamenti per non incorrere nella sanzione, fissata a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento.
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