30 mar 2011 | 2 min di lettura
Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) e Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) hanno affrontato, ad inizio anno, la questione dei rincari RC Auto insieme al ministro dello sviluppo economico Paolo Romani, per presentare delle possibili soluzioni volte alla diminuzione effettiva dei costi delle polizze obbligatorie. L’incontro era incentrato in primo luogo sulla proposta dell’Isvap di ridurre i costi del 15-18% attraverso l’istituzione di una vera e propria agenzia antifrode a livello nazionale.
L’immobilità del Parlamento, a detta del presidente di Ania Fabio Cerchiai, non ha consentito il concretizzarsi di tale soluzione, rimpiazzata dalla creazione di un’agenzia più generica in capo all’Isvap che avrà il compito di vigilare sulle truffe, problema presente soprattutto in Meridione dove il numero vertiginoso di denunce di sinistri simulati fa sì che i premi siano quasi triplicati rispetto alle altre zone d’Italia.
La nuova struttura antifrode potrà avvalersi anzitutto di un sistema informatico per la rilevazione del rischio di truffa, grazie alla raccolta di dati che permetteranno di sospendere la liquidazione di un sinistro in caso di almeno due “elementi critici” precedenti e di effettuare degli accertamenti in seguito alla denuncia. Effetti benefici arriveranno anche dall’entrata in vigore del contrassegno virtuale, destinato a sostituire (entro due anni) l’attuale documento cartaceo per porre fine alle contraffazioni e soprattutto per integrare il sistema digitale di controllo, in modo da stilare una completa banca dati degli assicurati e della loro storia ed individuare più efficacemente i comportamenti fraudolenti.
Interventi indubbiamente utili, che però non sembrano soddisfare le associazioni dei consumatori, le quali segnalano inaccettabili rincari del 173% dal 1994 a oggi e un peso assicurativo praticamente doppio rispetto a nazioni quali Francia e Germania. Questa situazione ha spinto il Sindacato nazionale agenti di assicurazione (Sna) a raccogliere ben 500.000 firme da presentare al Presidente della Camera Gianfranco Fini, allo scopo di accendere i riflettori su problemi sempre più gravi quali l’abbandono del territorio da parte delle agenzie assicurative, la conseguente riduzione della concorrenza e quindi delle alternative per i clienti e, ovviamente, l’annoso dilemma delle frodi che si ripercuote specularmente su automobilisti e assicurazioni.
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