Investimenti sostenibili: la crescita del green e l’attenzione alle aziende responsabili
31 ott 2025 | 5 min di lettura | Pubblicato da Alessandro d.

Negli ultimi anni il quadro degli investimenti in Italia è cambiato: cresce l’interesse per la diversificazione, aumenta la quota di risparmio gestito e si rafforza la domanda di soluzioni finanziarie orientate alla sostenibilità. Secondo i dati più recenti, il numero di italiani che investono tramite fondi comuni è salito significativamente: l’Osservatorio di Assogestioni segnala circa 11,6 milioni di sottoscrittori di fondi (dato aggiornato al 2025), con un aumento rispetto alle rilevazioni precedenti e una maggiore propensione verso soluzioni liquide e tematiche. Parallelamente, la Banca d’Italia e le statistiche ufficiali mostrano che la ricchezza finanziaria delle famiglie rimane elevata e che gli investimenti diretti e indiretti continuano a giocare un ruolo centrale nella costruzione del patrimonio domestico. Questi numeri descrivono un mondo degli investimenti più maturo, dove l’attenzione al rischio, alla fiscalità e alla qualità dell’offerta è diventata cruciale per gli investitori retail e istituzionali.
Sommario
Trend recenti: volumi, prodotti e preferenze degli investitori
A livello europeo la crescita dei prodotti sostenibili è stata molto marcata: la regione detiene oggi la parte preponderante degli asset globali in fondi "sostenibili". Lo studio dell'Association of the Luxembourg Fund Industry (ALFI) mostra che, a fine 2023, i fondi sostenibili europei rappresentavano circa 2,2 trilioni di euro, con un’espansione rilevante rispetto al 2019; l’asset class predominante è l’azionario, che pesa circa il 61% degli asset sostenibili. Anche in Italia la domanda è cresciuta: i report di Assogestioni per il 2024-2025 indicano una ripresa delle sottoscrizioni nei fondi e un incremento dell’interesse per soluzioni tematiche e passive, incluse ETF sostenibili. In breve, sempre più investitori cercano esposizione a ESG (ambientale, sociale, governance) senza rinunciare alla liquidità e al controllo dei costi.
Focus: cosa sono gli investimenti "green" e perché piacciono
Con "investimenti green" si intendono strumenti finanziari che orientano capitali verso attività con impatto ambientale positivo o con forti pratiche di sostenibilità (energie rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare, ecc.). Gli strumenti più diffusi sono i fondi ESG, gli ETF "green", le obbligazioni verdi (green bond) e i fondi tematici sulla transizione energetica. Due fattori spiegano la popolarità del green: la crescente consapevolezza dei rischi climatici e la normativa che ha reso la trasparenza ESG un requisito centrale per gli operatori finanziari. A livello europeo, il mercato dei fondi sostenibili è cresciuto rapidamente e ora rappresenta una quota significativa dell’intero patrimonio gestito. L’azionario è la componente dominante, il che significa che molti investitori SRI (socially responsible investing) scelgono esposizioni azionarie con criteri ESG applicati.
Strumenti preferiti dagli italiani: fondi, ETF e green bond
In Italia gli investitori hanno mostrato una predilezione per strumenti che coniugano accessibilità e sostenibilità. I fondi comuni e gli ETF ESG sono i prodotti più gettonati perché permettono diversificazione immediata e trasparenza nelle politiche di investimento. I green bond, emessi sia da governi sia da grandi aziende, rappresentano un altro canale per finanziare progetti "verdi" offrendo un rendimento con finalità ambientale. Anche le soluzioni pensionistiche e assicurative con elementi ESG stanno guadagnando terreno nelle scelte: sempre più fondi pensione e gestori integrano criteri di sostenibilità nelle politiche d’investimento. Le associazioni di categoria sottolineano però come la qualità delle strategie ESG possa variare molto da fondo a fondo: per questo la scelta deve basarsi su documentazione chiara e indicatori verificabili.
Rischi e regole: come evitare il greenwashing
La crescita rapida del mercato "green" ha portato con sé un rischio concreto: il greenwashing, ovvero la pratica di dichiarare sostenibilità senza una base sostanziale. Per contrastarlo le autorità europee hanno rafforzato regole e linee guida. ESMA e la Commissione Europea hanno introdotto limiti e criteri più stringenti per l’etichettatura dei fondi sostenibili; ad esempio, le ultime indicazioni prevedono soglie minime di esposizione reale ad attività sostenibili per poter utilizzare nei nomi termini collegati all’ESG o alla transizione. Queste misure mirano a rendere più trasparente ciò che un fondo dichiara di fare e a tutelare gli investitori dall’essere attratti da etichette fuorvianti. Per l’investitore finale, la raccomandazione è semplice: leggere le informazioni di prodotto (KID/Prospetto), verificare la policy ESG e preferire fondi che pubblicano metriche su impatto e composizione degli investimenti (fonte: Reuters).
Le aziende sostenibili: quali criteri cercare e come valutarle
Investire in aziende "sostenibili" può significare scegliere imprese con basse emissioni, governance solida, politiche sociali responsabili o progetti concreti di transizione. Per valutarle è utile guardare a indicatori ESG standardizzati (emissioni scope 1-2-3, politiche di gestione del rischio climatico, diversità nei vertici, trasparenza fiscale). I rating ESG delle agenzie e i report di sostenibilità delle società forniscono elementi utili, ma non sono un colpo risolutivo: meglio incrociare fonti e privilegiare aziende con target misurabili e verificabili. Infine, per chi vuole esposizione al settore "green" senza scommettere su singoli titoli, i fondi tematici e gli ETF tematici restano un modo efficiente per diversificare.
Consigli pratici per l’investitore interessato al green
Prima di sottoscrivere un prodotto sostenibile è fondamentale definire orizzonte temporale, tolleranza al rischio e obiettivo (impatto vs rendimento). Verificare la politica ESG del fondo, controllare la percentuale effettiva di asset con criteri di sostenibilità e leggere le metriche d’impatto. Usare fonti istituzionali e report indipendenti per confrontare i prodotti e preferire gestori che pubblicano dati chiari su partecipazioni e engagement. Infine, considerare i costi: la sostenibilità non deve essere un supplemento che erode completamente il rendimento netto.
Il futuro degli investimenti è (anche) sostenibile
Il trend verso investimenti green e aziende sostenibili è ormai stabile in Europa e in crescita anche in Italia. Le regole europee più stringenti e la maggiore disponibilità di prodotti rendono oggi possibile costruire portafogli coerenti con obiettivi di sostenibilità senza rinunciare alla diversificazione. Rimane però essenziale un approccio critico e informato: l’investitore deve saper leggere le politiche e le metriche, evitare gli slogan e privilegiare trasparenza e risultati verificabili.
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