Fido bancario: come si restituisce?
10 gen 2022 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
Un prestito che non è un prestito: parliamo del fido bancario. Spesso ritenuti simili o anche confusi, in realtà tra queste due forme di finanziamento ci sono notevoli differenze. Unico elemento in comune, ovviamente, è il denaro che viene versato dalla banca sul conto corrente del cliente (privato o impresa) che dovrà poi essere rimborsato con gli interessi maturati. Vediamo quali sono le caratteristiche del fido bancario e, soprattutto, come va restituito.
Come funziona
Il fido, come detto, è un finanziamento concesso dalla banca ai propri correntisti. Si tratta di una somma che, dietro le dovute garanzie, l’istituto di credito mette a disposizione oltre il saldo disponibile, dunque anche in caso di saldo negativo. In altre parole, il correntista, se finisce i soldi sul proprio conto corrente, può comunque continuare a prelevare fino al limite concordato con l’istituto di credito.
E questo è proprio il vantaggio maggiore di un fido bancario: avere una copertura per effettuare spese, anche urgenti, nonostante un conto in passivo.
Le tipologie di fido sono:
- Semplice, che permette di usufruire della somma una sola volta e/o con prelievi parziali;
- In conto corrente, che prevede l’utilizzo della somma con diverse soluzioni.
La somma messa a disposizione, dunque, potrà essere utilizzata per intero o anche in parte, non importa, l’istituto terrà conto dell’importo effettivamente prestato e su quella calcolerà gli interessi che il cliente dovrà rimborsare entro la data di scadenza fissata.
Interessi che uniti alle spese, alle commissioni, alle penali e tassi extra in caso di scoperti prolungati rendono il fido tra le forme di finanziamento più care nel breve periodo. Si tratta, quindi, di una formula che, proprio per questo motivo, di solito viene utilizzata per gestire solo le spese ordinarie. Per somme più elevate o, comunque, per investimenti di medio/lungo periodo, sarà preferibile richiedere un prestito da restituire a rate (di solito mensili) perché prevede dei tassi di interesse comunque più bassi rispetto a quelli del fido.
Ma cosa succede se il saldo è negativo?
Il fido bancario rende comunque possibile prelevare denaro dal proprio conto, ovviamente entro i limiti della somma pattuita con la propria banca. Non appena si ritornerà in attivo, il correntista sarà tenuto a rimborsare l’importo prelevato. Ovviamente, oltre alla cifra erogata, l’istituto di credito terrà conto anche degli interessi passivi definendo, eventualmente, un piano di rientro a rate e le tempistiche riferite al saldo del debito.
Nel definire il piano di spese, dunque, è bene tenere presente sempre che il tasso d’interesse è variabile.
Come richiederlo
La domanda di fido va presentata presso la propria filiale, compilando un modulo apposito. I criteri di valutazione che l’istituto di credito applicherà sono simili a quelli dei prestiti tradizionali: la banca verifica l’affidabilità creditizia, cioè se il richiedente possiede tutti i requisiti economici per quello che riguarda le entrate, le uscite e il bilancio mensile. Inclusi prestiti e mutui.
Per questo è importante, nel momento in cui si richiede un fido, verificare di non avere pendenze di pagamento in corso, per evitare slittamenti nella procedura.
Tempi di erogazione
Chiedere un fido bancario non comporta tempi lunghi, anzi, si tratta di una procedura molto veloce con tempi brevi, l’importante è rispettare i requisiti definiti dalla banca. L’istituto, infatti, effettua tutti i controlli del caso, per valutare se la persona potrà, di volta in volta, restituire la somma di denaro che ha chiesto. In generale, l’esito della concessione di un fido si avrà già dopo qualche giorno fino ad arrivare a un mese al massimo dalla presentazione della domanda (di solito, se si supera tale tempistica significa che il fido non è stato concesso).
Ovviamente questa è solo una delle tante e diverse modalità di richiesta di denaro per il fido bancario; interessi e tempi per la restituzione possono, infatti, variare in base agli accordi che il correntista prende con l’istituto di credito che concede il fido.
Fido bancario: rientro
Il fido bancario a tempo determinato ha una sua scadenza oppure revoca, mentre quello a tempo indeterminato ha clausole diverse ma con l’opzione di revoca. In ogni caso, all’istituto di credito andrà restituita l’intera somma con tutti gli interessi passivi maturati.
Nel caso in cui il correntista, anche se momentaneamente, si trovi in difficoltà nel restituire la somma, la banca opterà per un piano di restituzione agevolato.
Superato il periodo di tempo concordato, l’istituto di credito richiederà il rientro del fido bancario concesso. È bene, comunque, quando si parla di fido bancario avere sempre ben presente un particolare molto importante, cioè i costi. Quanto più lunghi saranno i tempi per la restituzione del fido, tanto maggiori saranno i tassi di interesse applicati dalla banca.
È bene dunque scegliere, in base al proprio profilo, qual è il tipo di piano di rientro agevolato migliore a cui poter accedere. L’istituto di solito propone un pagamento in maniera progressiva sino a quando l’intera somma non sarà restituita. Ovviamente l’intento è quello di non incorrere in questioni giudiziarie, ma arrivare a saldare il debito a rate.
Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma, due master, ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali occupandosi soprattutto di economia e finanza. Collabora da diversi anni con Milano Finanz
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