1 dic 2021 | 7 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
È ora di mettere la parola fine al cashback di Stato? Croce e delizia dei vari schieramenti politici da Palazzo Chigi è arrivato lo stop definitivo, dopo la sospensione dello scorso giugno. Anche se il condizionale è ancora d’obbligo, almeno fino a quando non sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo definitivo del Ddl di bilancio, che ha già ricevuto l’ok del Consiglio dei ministri. Ma la bozza del provvedimento parla chiaro: le due “ammiraglie” del Piano Italia Cashless, e cioè il cashback e il supercashback sono destinate a farsi da parte.
Anche il Mef è stato chiaro: si tratta di soluzioni troppo onerose per essere prorogate e le coperture non ci sono. Dunque, anche se il M5S ha ripresentato nuovamente il suo cavallo di battaglia con un nuovo emendamento al voto delle Commissioni, la proposta per ridurre l’uso del contante e incentivare l’uso di carte e app di pagamento, non ha molte probabilità di essere approvata.
Con l’arrivo a Palazzo Chigi di Mario Draghi, dunque, pare ormai certo il tramonto del cashback.
Una esistenza breve ma intensa, dunque, quella del programma fortemente voluto dal M5S e dall’ex premier Giuseppe Conte per contrastare l’evasione e ‘spingere' gli acquisti digitali.
Avviato lo scorso anno in via sperimentale durante le festività natalizie ed entrato in pieno regime ad inizio del 2021 (il primo semestre dell’anno si è chiuso con quasi nove milioni di registrazioni) il programma metteva nel mirino l’uso del contante nelle transazioni quotidiane. Lo scopo era chiaro: far emergere i pagamenti in nero.
Il cashback ha, così, già permesso di ottenere il rimborso del 10% sull’importo degli acquisti con le carte a numerosi italiani. In aggiunta era stato previsto anche il cosiddetto super cashback: i primi 100mila aderenti al programma che avessero fatto più operazioni nei primi sei mesi del 2021 avrebbero ottenuto un premio speciale di ben 1.500 euro. Chi ne ha diritto proprio in questi giorni vedrà accreditato l’importo sul proprio conto corrente, come previsto proprio dal regolamento.
Ma per questo programma la vita non è stata facile: già sospeso per sei mesi dal decreto fisco-lavoro (dl 99/2021) e cioè dallo scorso luglio fino alla fine di quest’anno, peraltro non senza fibrillazioni tra i partiti, l’ultima novità è che il cashback andrà definitivamente in soffitta nel 2022. Uno stop, questo, che a conti fatti permetterà di risparmiare quasi 1,5 miliardi di euro secondo una relazione tecnica che accompagnava la manovra giunta in Parlamento.
Molti di voi lo avranno sicuramente utilizzato ed avranno anche ricevuto, lo scorso giugno, un accredito fino a 150 euro sul proprio conto corrente. Altri addirittura sono tra i ‘fortunati’ vincitori del super premio da 1500 euro e stanno ricevendo, proprio in questi giorni, il rimborso speciale sull'Iban comunicato.
Il piano cashback consiste nel rimborso di Stato pari al 10% sulle spese fatte con strumenti elettronici di pagamento. Nelle intenzioni del governo Conte si voleva evitare l’evasione fiscale incrementando, appunto, l’uso di sistemi di pagamento tracciabili attraverso l’uso delle carte di credito o di debito per i vari acquisti. Questo piano prevedeva un rimborso finale in base al numero di transazioni effettuate.
In aggiunta a questo premio ‘classico’ vi è il supercashback per i primi 100mila partecipanti che nei primi sei mesi dell’anno hanno effettuato il maggior numero di transazioni con gli strumenti di pagamento elettronico. Si tratta di un premio di ben 1500 euro. Sono già diversi gli utenti che in questi giorni stanno ricevendo le notifiche della vincita direttamente sull’app IO e il relativo bonifico sul conto corrente indicato all’atto dell’iscrizione.
Il cashback, a doverla dire tutta, come programma anti evasione non ha mai convinto il presidente del Consiglio Mario Draghi che già in occasione del primo stop ne aveva parlato come di una misura con “carattere regressivo destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori”, e cioè le famiglie più ricche e il Nord del Paese.
Inoltre a palazzo Chigi sono fermamente convinti che il programma non incentivi chi già usa i pagamenti elettronici, e, nel nostro Paese, dati alla mano, quasi il 73% delle famiglie spende già tramite le carte più del plafond previsto dal provvedimento.
Fatta la legge, trovato l’inganno. Non sono passati pochi mesi dall’avvio del programma che subito sono stati scoperti diversi casi di distorsioni, in particolare sul fronte dei micropagamenti. Questi ultimi, infatti, ripetuti, hanno consentito a tanti “furbetti” del cashback di risalire di colpo le classifiche per ottenere il supercashback da 1.500 euro previsto per i primi 100mila che utilizzavano di più le carte. E così, non sono stati rari i casi in cui si è visto che anche un pagamento di pochi euro è stato frazionato in tanti piccolissimi pagamenti digitali, anche di pochi centesimi. C’è stato addirittura chi ha spostato soldi da un conto all’altro utilizzando i nuovi pos portatili proprio per cercare di rientrare tra i vincitori del supercashback.
Di qui la sospensione.
La Corte dei Conti, a fine maggio, nel suo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021 sottolinea che sarebbe “opportuno”, per contenere gli abusi, “limitare il numero di operazioni effettuabili con lo stesso operatore nell’arco della stessa giornata (anche se con carte diverse), limitando in questo modo anche il probabile frazionamento artificioso degli acquisti. La misura del premio, 1500 euro ai primi centomila utenti per numero di operazioni nel semestre, appare inoltre eccessiva”.
Ancora prima, a dicembre 2020, il cashback era finito anche sotto la lente della Banca Centrale Europea. Con una lettera inviata all’allora ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, la Bce lamentava di non essere stato anticipatamente informato su una norma d’impatto sulla circolazione di denaro.
Nonostante tutti questi “stop and go” il M5S non si arrende e continua a chiedere di reintrodurre il cashback, magari con dei paletti. È stato, infatti, presentato un emendamento al dl fisco a prima firma Gianmauro Dell'Olio, capogruppo M5S in commissione Bilancio del Senato. La proposta prevede che accedano al rimborso soltanto coloro che abbiano effettuato almeno 60 transazioni elettroniche. Per chi aderirà al programma dal primo gennaio 2022 il rimborso sarà pari al 10 per cento dell'importo di ogni transazione. Per chi, invece, ha già aderito il rimborso sarà del 5 per cento. Il valore massimo di ogni transazione sarà pari a 150 euro.
L’iniziativa, come ha evidenziato un’analisi di Facile.it, è stata molto gradita dagli italiani e ha contribuito concretamente a farli ‘abituare' alla moneta elettronica tanto che, esaminando un campione di 50mila richieste, si è visto che, nel primo semestre del 2021, c’è stato un aumento del 39% nel numero di ricerche di carte prepagate mentre il numero dei pagamenti digitali è cresciuto del 41% toccando i 3,2 miliardi (Osservatorio Innovative payments, school of management del Politecnico di Milano).
La formula del cashback, dunque, piace. Proprio per questo motivo è stata già fatta propria da diversi istituti di credito che hanno, finchè l’iniziativa è stata valida, integrato all'interno del proprio home banking l'app ufficiale del cashback di Stato, aiutando i correntisti a partecipare al programma. Ora che il cashback è stato sospeso sono diversi gli istituti di credito che, per incentivare l’uso delle carte elettroniche da parte dei propri clienti, hanno scelto di proporre un proprio meccanismo di rimborso. Si tratta, in genere, di un rimborso di importo variabile a fronte di un pagamento effettuato con una carta elettronica. Alcune banche prevedono, invece, un rimborso fisso per ogni transazione fatta.
Al momento, dunque, la partita sul cashback non sembra ancora chiusa del tutto e non sono escluse altre novità. Già si parla, infatti, del nuovo cashback fiscale, una misura innovativa che nelle intenzioni del M5S dovrebbe permettere al contribuente di poter chiedere l’immediato accredito di alcune spese detraibili sul conto corrente. La bozza della legge di Bilancio 2022 dovrà essere ampiamente discussa in Parlamento, prima dell’approvazione vera e propria, anche se la strada del cashback ‘classico’, sembra, ormai, definitivamente destinata al tramonto.
Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma, due master, ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali occupandosi soprattutto di economia e finanza. Collabora da diversi anni con Milano Finanz
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