18 giu 2019 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
Nella gestione del proprio conto corrente ci si può imbattere in un gran numero di voci e definizioni non sempre intuitive. Talvolta, infatti, termini comunemente utilizzati a livello bancario risultano molto simili ma indicano aspetti completamente differenti di un conto. E’ il caso del saldo contabile e del saldo disponibile di un conto corrente: tra queste due voci c’è una differenza che può influire sulle operazioni che facciamo.
Il saldo contabile rileva la differenza tra le operazioni registrate a credito e quelle registrate a debito: solitamente coincide con quanto riportato a fine mese nell’estratto conto e viene fornito in ordine di data. Nel saldo contabile vengono registrate anche le scritture contabili relative ad operazioni con valuta successiva alla chiusura del conto corrente.
Più precisamente, il saldo contabile è il risultato di una somma algebrica tra le entrate e le uscite registrate sull’estratto conto in una data specifica. Si utilizza il termine “contabile” per specificare le operazioni effettuate sono state contabilizzate sul conto corrente ma non sono ancora effettive per il correntista.
Facciamo un esempio: se si versa un assegno da 500 euro sul proprio conto corrente, nel saldo contabile si vedrà l’importo, ma in realtà non si avrà subito a disposizione il denaro sul conto.
Tra le operazioni che presentano una data di disponibilità successiva a quella contabile troviamo, ad esempio, i bonifici in uscita o i versamenti. Queste operazioni possono avere effetto sul conto corrente nel giro di qualche giorno. I tempi tecnici sono legati a doppio filo alle tempistiche con cui la propria banca gestisce questo tipo di operazioni. Il titolare di un conto corrente, quindi, può richiedere tutte le informazioni relative ai tempi necessari affinché un’operazione abbia effetto sul conto direttamente al proprio istituto bancario.
Il saldo disponibile è quello che effettivamente c’è sul proprio conto corrente. Si tratta quindi della somma che si può realmente utilizzare. Viene chiamato anche saldo liquido, proprio perchè rappresenta la liquidità reale che c’è sul conto corrente. Include, dunque, oltre alla differenza tra le entrate e le uscite, anche l’eventuale importo complessivo del fido bancario. A questo importo si aggiungono eventuali rettifiche, ad esempio versamenti di assegni con valuta a maturare.
In parole più semplici, mentre il saldo contabile comprende tutte le operazioni registrate sul conto corrente e visualizzabili nella lista movimenti, il saldo disponibile mostra quanti soldi ci sono effettivamente sul conto ed include anche le spese recenti non ancora inserite nella lista movimenti.
Questa distinzione è fondamentale: per sapere quanti soldi si possono spendere senza incorrere in uno scoperto, infatti, è necessario fare sempre riferimento al saldo disponibile, e non al saldo contabile
Il saldo disponibile ha, chiaramente, un ruolo molto importante nella gestione delle proprie spese e dei pagamenti che vengono effettuati. Il titolare di un conto corrente, infatti, deve sempre tenere sott’occhio il saldo disponibile in quanto è questa la voce che indica l’effettivo quantitativo di soldi utilizzabili in un preciso momento. Confondere il saldo contabile con il saldo disponibile può creare alcuni problemi al titolare del conto che potrebbe tentare di effettuare un’operazione credendo di avere a disposizione una liquidità maggiore rispetto a quella disponibile.
In questi casi, il rischio di dover fare i conti con uno scoperto è concreto. Per questo motivo, è prioritario distinguere con precisione le due tipologie di saldo. L’assenza della giusta liquidità, infatti, potrebbe tradursi nell’impossibilità di portare a termine l’operazione desiderata oppure in un conto in rosso con la necessità per il titolare del conto di dover versare degli interessi, spesso anche molto elevati, al proprio istituto di credito.
Un altro dato da tener presente è la data disponibile, che indica il giorno dal quale si possono utilizzare somme per pagamenti e prelievi, mentre la data contabile è semplicemente il giorno in cui viene eseguita la registrazione di una operazione.
Si tratta probabilmente di particolari noti ai più, ma ricordiamoci che spesso proprio a causa di piccole disattenzioni si finisce con il conto in rosso, accollandosi interessi piuttosto salati sullo scoperto.
E’ eventualmente possibile attivare forme particolari di finanziamento, quali gli scoperti di conto concordati con la banca, a fronte di un limite di importo definito dalla banca e da interessi extra da corrispondere.
La differenza tra saldo contabile e disponibile, insomma, è soprattutto “cronologica”. Registrano cioè i movimenti in tempi diversi. Di solito, soprattutto per i conti correnti personali non si tratta di un grande problema: saldo disponibile e saldo contabile si “allineano” nel giro di qualche giorno. Bisogna invece tenere conto sui conti molto movimentati o che hanno appoggiati prodotti finanziari particolari. In questo caso le differenze potrebbero essere piuttosto sensibili.
In linea di massima, è comunque preferibile, attraverso semplici accorgimenti, monitorare la salute del proprio conto. E, per ridurre ulteriormente le spese extra, non bisogna dimenticare di verificare le migliori soluzioni disponibili sul mercato. Con una semplice comparazione delle offerte di conto corrente disponibili al momento, è possibile capire qual è il conto più adatto e conveniente, in maniera gratuita e veloce.
Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma, due master, ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali occupandosi soprattutto di economia e finanza. Collabora da diversi anni con Milano Finanz
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