26 mag 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Marco B.
Gli stipendi e le pensioni valgono sempre meno.
L’inflazione (ancora all’8,2% ad aprile 2023) fa calare il potere d’acquisto (-3,7%, secondo Istat), mentre i salari non riescono a stare al passo, neanche col taglio del cuneo fiscale.
Anzi, l’aumento in termini assoluti (+0,8%) provoca un ulteriore incremento del prelievo fiscale.
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Intanto la diminuzione del valore reale non è compensata dal taglio del cuneo fiscale disposta per una fascia a reddito medio-basso (fino a 35.000 euro lordi) di lavoratori dipendenti: quei 100 euro in più al mese (2,9 miliardi in tutto) non recuperano neppure per questi beneficiari una perdita che, durante il 2022, ha raggiunto, per tutti gli italiani, il valore di 10 miliardi.
Quindi tutti gli interventi degli ultimi due governi, che valgono 8,4 miliardi, sono comunque inferiori alle perdite subite da lavoratori e pensionati. Tanto più che il taglio delle accise, pensato a suo tempo per contenere in parte il rincaro delle bollette, non è stato rinnovato, almeno per il momento.
Per quale motivo i salari non riescono a stare al passo con l’inflazione?
Perché in Italia (e nel resto dell’Unione europea, seppur con modalità diverse e con stipendi medi spesso più elevati di quelli italiani) non sono previsti da decenni automatismi di adeguamento all’inflazione.
Una prospettiva su cui la stessa Banca centrale europea sta svolgendo una ricognizione, in modo da individuare un sistema automatico di compensazione per i salari dei suoi dipendenti.
Gli stessi sindacati europei, secondo il quotidiano economico Financial Times, hanno chiesto un intervento più impegnativo, contestando l'efficacia di aumenti in busta-paga arrivati appena sopra il 4%, mentre l’inflazione media nella Zona Euro arriva all’8,4%.
Un esempio di ipotetico adeguamento efficace? Secondo i parametri dell’Office for National Statistics britannico, basandosi sul tasso di inflazione italiano registrato a dicembre 2002 (+11,6%), per ogni 100 euro di importo di un salario l’aumento dovrebbe arrivare a 112 euro per far sì che la retribuzione valga quanto valeva prima che i prezzi si impennassero.
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