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Inflazione e caro energia: gli stipendi non si adeguano

3 nov 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Marco Brando

conti news le retribuzioni restano ferme ci sara un recupero del potere d acquisto solo a partire dal 2024

Nonostante l'inflazione sia in aumento costante, gli stipendi restano bloccati, con un conseguente abbassamento del potere d'acquisto per le famiglie italiane.

Un recupero in questo senso avverrà soltanto a partire dal 2024.

Quali sono le misure che si adotteranno nei prossimi mesi?

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+2,5% nel 2024

L'ha sottolineato il Governo Draghi in un approfondimento della Nota di aggiornamento al Def (Nadef), approvata dal vecchio Consiglio dei ministri poco prima dalla sua decadenza.

La Nadef prevede, per il settore privato, stipendi in aumento dell'1,8% quest'anno, del 2,9% nel 2023 e del 2,5% nel 2024 (quando dovrebbe esserci un recupero rispetto all'inflazione prevista tra un anno e mezzo).

Guerra e speculazione

Peccato che questi incrementi non compensino per niente il tasso d'inflazione.

L'inflazione media nel periodo Gennaio 2022 - Settembre 2022 è stata pari al 7% ed è passata velocemente - a causa soprattutto della crisi economica legata al conflitto russo-ucraino e alla speculazione sul prezzo dell'energia - dal 3,1% di Gennaio 2022 all'8,9% del mese di Settembre successivo.

L'indice Ipca

L'indice Ipca per la misura dell'inflazione - usato come base per i rinnovi contrattuali e pubblicato dall'Istat a Giugno - è invece fissato al 4,7% quest'anno, al 2,6% per il 2023 e all'1,7% per il 2024.

Ipca significa Indice dei prezzi al consumo armonizzato (per i Paesi dell’Unione europea).

La spesa delle famiglie

Questo indice è stato concepito per garantire una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo.

Infatti è usato come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei Paesi dell'UE, ai fini dell'accesso e della permanenza nell'Unione monetaria.

Si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie; esclude quindi i prodotti energetici importati e altre voci minori (come, ad esempio, le lotterie, il Lotto e altri concorsi con pronostici).

Solo la metà

Tuttavia non sempre, in questo modo, si riescono ad allineare le retribuzioni all'aumento effettivo del costo della vita.

Infatti Ipca - non registrando la dinamica dei prezzi dei beni energetici importati - di fronte ai fortissimi aumenti degli ultimi mesi appare inadeguato e non garantisce aumenti salariali capaci di compensare l’inflazione reale, ma si ferma a circa la metà.

Serve un coordinamento

L'economista Giovanni Piglialarmi e la giurista del lavoro Lucia Valenti hanno recentemente sottolineato che serve un coordinamento più stretto tra governo, sindacati e associazioni datoriali, una sorta di cabina di regia permanente.

Con lo scopo di monitorare l’andamento della crisi energetica sui rinnovi contrattuali e per valutare misure redistributive, anche fiscali, per recuperare gli eventuali scostamenti e compensare quello che le parti non riescono a ottenere con il negoziato.

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