Cos'è: quando la banca impedisce all'intestatario di accedere al credito
Cos'è: quando la banca impedisce all'intestatario di accedere al credito
Quando avviene: per scoperto, debiti, antiriciclaggio o decesso
Quando avviene: per scoperto, debiti, antiriciclaggio o decesso
Chi può bloccarlo: la banca, dopo aver ricevuto notifica dall'Autorità giudiziaria
Chi può bloccarlo: la banca, dopo aver ricevuto notifica dall'Autorità giudiziaria
Può succedere che la banca blocchi un conto corrente online o tradizionale, impedendo all’intestatario di accedere al credito. Le ragioni per le quali ciò avviene sono diverse e il blocco si può configurare sia come un’azione preventiva da parte dell’istituto di credito per evitare che particolari situazioni debitorie possano degenerare, e per prevenire quindi la possibile insolvenza del correntista, sia per ottemperare alle norme antiriciclaggio, sia su richiesta di eventuali creditori: privati, imprese, enti pubblici. Il blocco del conto corrente può infine avere luogo in caso di decesso dell’intestatario.
Blocco per ‘scoperto’ – Quando il conto è ‘in rosso’ e l’intestatario utilizza fondi che non ha oppure quando non paga le rate di un finanziamento, è possibile che quest’ultima blocchi il conto, impedendo al correntista di utilizzare i normali strumenti di pagamento quali, ad esempio, carta di credito, bancomat, assegni. La banca in questo modo si vuole tutelare dal rischio di insolvenza ed evitare che si aggravi la situazione di indebitamento del correntista. Normalmente, una volta ripianato il debito, la banca sblocca il conto e si può ricominciare ad accedere al credito.
Blocco per legge antiriciclaggio – Con l’entrata in vigore delle direttive antiriciclaggio, a partire dal 1° gennaio 2014, i correntisti hanno l’obbligo di presentarsi in filiale per firmare un questionario sui propri dati sensibili, oltre che con un documento d’identità non scaduto. Nel caso in cui il correntista non ottemperi a questo obbligo entro 60 giorni dalla notifica da parte della banca, rischia il blocco del conto corrente. Dal canto suo, se la banca non effettua le procedure di verifica, può essere passibile di una sanzione pecuniaria che oscilla tra 2.600 e 13mila euro per ogni omesso controllo.
Blocco per debiti – In caso di situazioni debitorie nei confronti di privati o di imprese, i creditori possono ottenere dall’Autorità giudiziaria un’ordinanza che dà il via al cosiddetto pignoramento presso terzi del conto bancario o postale.
Una volta ricevuta la notifica, la banca vincola i fondi sul conto corrente per una somma pari al debito più la metà, fino a quando il dovuto non viene saldato totalmente e non termina tutta la procedura esecutiva. Il pignoramento presso terzi prevede diversi casi e, talvolta, alcuni limiti all’entità dell’esproprio.
Se sul conto corrente confluiscono lo stipendio, la pensione o altri redditi assimilabili, e i fondi presenti sul conto derivano esclusivamente da queste fonti di reddito, sono stati imposti dei limiti al pignoramento anche in funzione della tempista dei versamenti. Più precisamente, alla data della notifica, se sul conto sono già presenti dei fondi, è possibile pignorare solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale che è pari a 1345,53. Ad esempio, se al momento della notifica sul conto corrente ci sono 2mila euro, si possono pignorare solo 654,47 euro (2.000 – 1345,53). Quanto versato sul conto dopo la notifica, può essere invece pignorato nella misura di un quinto sino ad estinzione del debito.
Se sul conto confluiscono somme derivanti da redditi diversi da stipendi, pensione e assimilabili, è possibile pignorare il 100% di quanto depositato sul conto. Se però il conto è cointestato con un'altra persona il pignoramento agisce sul 50% delle somme depositate.
Nel caso, infine, di situazioni debitorie con il Fisco, il pignoramento avviene direttamente, senza l’ordinanza dell’Autorità giudiziaria perché la cartella esattoriale è già configurabile come atto esecutivo. Una volta ricevuta la cartella, se non si estingue il debito nel giro di 60 giorni, può essere pignorato il 100% di quanto depositato sul conto. L’ente di riscossione, dal 1° luglio 2017, è l’Agenzia delle Entrate-Riscossione che da quella data subentra a Equitalia.
Blocco per decesso – Quando il titolare muore, il conto viene temporaneamente bloccato dalla banca fino a quando non termina la procedura di successione.
Il blocco del conto corrente viene attivato dalla banca quando quest’ultima si vuole tutelale dai rischi di insolvenza o dopo che ha ricevuto una notifica dell’Autorità giudiziaria su richiesta del creditore.
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