Conto corrente condominiale: come aprirlo

La legge n. 220/2012, entrata in vigore il 18 giugno 2013, ha introdotto in Italia l’obbligo di apertura del conto corrente condominiale. La norma sussiste indipendentemente dal numero dei condomini ed è imperativa in presenza di un amministratore, la cui nomina è facoltativa solo fino a otto condomini. In quest’ultimo caso, l’assemblea condominiale può individuare altre modalità di gestione. Bancario o postale, tale conto corrente ha l’obiettivo di assicurare ai condomini la trasparenza e le giuste informazioni su come viene utilizzato il loro denaro e, al tempo stesso, permette all’amministratore di rendere conto ai condomini più facilmente circa il suo operato, evitando eventuali accuse di cattiva gestione. Sul conto corrente condominiale devono transitare tutte le somme versate dai condomini e da terzi ed erogate per conto del condominio.
Come aprire un conto corrente condominiale
L’apertura del conto corrente spetta esclusivamente all’amministratore di condominio che deve ottemperare all’obbligo non appena viene nominato, mentre i condomini non possono opporsi a questa procedura. Il conto deve essere intestato al condominio e non all’amministratore. Dato che per aprire un conto corrente bisogna sostenere dei costi, che possono cambiare da banca a banca, e che tali costi vengono pagati dai condomini, è buona pratica che l’amministratore presenti all’assemblea condominiale diverse opzioni al fine di scegliere la più vantaggiosa. Le banche hanno predisposto offerte dedicate per questa tipologia di conti correnti, con spese che variano in funzione del numero delle unità immobiliari, dei servizi offerti e del volume delle operazioni effettuate. Uno dei costi obbligatori è l’imposta di bollo pari a 100 euro annui, la stessa somma pagata dalle aziende, in quanto l’Agenzia delle Entrate considera il condominio diverso dalla ‘persona fisica’, che pagherebbe invece 34,20 euro l’anno. Normalmente, per aprire un conto condominiale, l’amministratore deve presentarsi in banca con un documento d’identità, il codice fiscale e il verbale di nomina.
Quali sono i costi da sostenere?
Uno dei costi obbligatori è l’imposta di bollo pari a 100 euro annui, la stessa somma pagata dalle aziende, in quanto l’Agenzia delle Entrate considera il condominio diverso dalla ‘persona fisica’, che pagherebbe invece 34,20 euro l’anno. Normalmente, per aprire un conto condominiale, l’amministratore deve presentarsi in banca con un documento d’identità, il codice fiscale e il verbale di nomina.
Come funziona un conto corrente condominiale
Sul conto corrente condominiale devono transitare tutte le somme versate (come ad esempio le quote condominiali) o erogate (ad esempio quelle utilizzate per le spese di manutenzione o per il pagamento delle utenze) per conto del condominio. I servizi previsti dal conto devono essere tali da permettere una facile gestione delle entrate e delle uscite come: libretto degli assegni, bancomat, carta di credito, ricezione e invio di bonifici, estratto conto ed elenco movimenti. I condomini hanno il diritto di prendere visione in ogni momento dei rendiconti periodici inviati dalla banca ma sempre attraverso l’amministratore.
I vantaggi di un conto corrente condominiale
Uno dei vantaggi è costituito dalla maggiore trasparenza e facilità nella gestione del bilancio condominiale, grazie alla possibilità di ricevere e verificare mensilmente gli estratti conto, e della cassa, soprattutto per quanto riguarda le spese di minore entità che devono comunque essere sempre annotate fra le voci in uscita. Se inoltre l’amministratore viene sostituito, non serve cambiare il conto ma basta variarne l’intestazione a favore del nuovo. Tra gli altri benefici, si possono avere tassi agevolati se si ha la necessità di chiedere un mutuo, un prestito o un fido per effettuare lavori di manutenzione importanti o di ristrutturazione. I condomini di piccole dimensioni infine possono usufruire di tassi più bassi con un conseguente risparmio sulle spese.
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