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La solvibilità fa riferimento alla capacità di un debitore di far fronte con puntualità alle proprie obbligazioni di pagamento. Il debitore in questione può essere uno Stato sovrano, una banca o in generale un istituto finanziario oppure un cittadino.

Questa capacità assume particolare rilevanza quando si parla di istituti finanziari. Per i clienti, i consumatori e gli investitori poter fare affidamento su un istituto di credito solvibile vuol dire poter essere sicuri della solidità della struttura bancaria e del suo equilibro tra risorse e impieghi. All'atto pratico, significa poter fare investimenti con la sicurezza di poter ricevere pagamenti regolari e senza ritardi.

Mantenere buoni indici di solvibilità bancaria è importante non solo per il singolo istituto di credito e per i suoi clienti, ma per l'intero sistema economico. Le insolvenze o le difficoltà a far fronte ai pagamenti possono infatti avere conseguenze negative sugli altri operatori finanziari, scatenando un pericoloso effetto domino. Per scongiurare questo scenario, sono stati fissati dei coefficienti di riferimento che tutte le banche sono chiamate a rispettare. Questi coefficienti sono calcolati come rapporto tra il capitale e il totale delle attività e rappresentano il valore minimo che può assumere il cosiddetto capitale di vigilanza. Il valore minimo di questo indice è stato fissato, per il settore bancario, nei cosiddetti accordi di Basilea.

Conti Correnti: trova il più vantaggioso
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