25 mag 2020 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
Nelle lunghe settimane di lockdown gli italiani lo hanno imparato a proprie spese: per poter sfruttare le infinte opportunità dal web è indispensabile poter "viaggiare" online con una connessione ultraveloce. Un’esigenza, questa, che da temporanea si avvia a trasformarsi in bisogno primario per milioni di famiglie, con lo smart working diventato ormai prassi in tanti uffici, e la didattica a distanza che si avvia a entrare, almeno per i prossimi mesi, nei nuovi modelli scolastici.
Tantissimi avrebbero convenienza a passare dal tradizionale collegamento in Adsl alla più veloce Fibra ottica.
Basti pensare che l’Adsl per sua natura non è in grado di fornire una velocità superiore a 20 megabit al secondo (Mbps), mentre, per intenderci, la velocità di connessione raccomandata da Netflix per guardare in streaming film e serie tv in qualità HD è di 5 megabit al secondo (25 per la Ultra qualità HD). A dicembre 2019, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio realizzato dall’Autorità garante per le comunicazioni, il 47,2% degli accessi alla rete avveniva ancora tramite la "vecchia" tecnologia in rame, quella dell’Adsl, e il 42,9% degli utenti residenziali viaggiava a una velocità inferiore o uguale ai 30 Mbps per secondo.
I numeri potrebbero crescere rapidamente, ma la migrazione, va detto, non per tutti è facile e indolore: potrebbe richiedere tempi lunghi, e, a trasloco fatto, non garantire le prestazioni promesse. Ecco allora le cose da sapere.
Intanto, va detto che non tutte le connessioni con Fibra garantiscono le stesse perfomance. Ecco perché è opportuno se non indispensabile verificare il tipo di copertura nella propria area di residenza.
I collegamenti con fibra ottica possono essere di tre tipologie: Ftth, Fttc o Ftts:
In questi casi la velocità massima dichiarata dei gestori telefonici va tra i 100 e i 200 Mbps in download, ma può in certe condizioni non superare i 30 Mbps, molto dipende dalla distanza che corre tra l’armadio di strada e l’appartamento: quanto più è lunga tanto più ci saranno dispersioni.
Il dato della velocità effettiva è fondamentale nella scelta dell’offerta.
I gestori di telefonia sono tenuti a informare gli utenti sul tipo di tecnologia che sono in grado di garantire a seconda della posizione geografica dell’appartamento, e ogni operatore mette a disposizione sul proprio sito un servizio gratuito per verificare qual è il tipo di copertura raggiunta per ogni indirizzo e numero civico, con la velocità indicativa.
Prima di confrontare le varie proposte commerciali, è quindi indispensabile procedere con questa operazione: se ci si rende conto che la velocità reale assicurata dalla Fibra supera di poco quella attuale, il passaggio può essere inutile. Per avere conferma dei dati del gestore si può anche utilizzare la mappa dell’Autorità garante per le comunicazioni, che dà la possibilità di verificare quale tipo di tecnologia copre il proprio indirizzo e la velocità massima raggiunta. È sufficiente collegarsi al sito dell'Autorità, cliccare su "fisso cablato" dal menu principale e poi digitare sulla mappa il proprio indirizzo.
Dopo aver comparato i costi e aderito all’offerta, è necessario un intervento tecnico da parte del gestore per potere adattare l’esistente al nuovo tipo di connessione.
Va detto, a questo proposito, che una volta completato il passaggio, anche la linea voce transiterà sugli stessi binari. Ragione per cui in caso di problemi e disservizi con la fibra, non sarà possibile effettuare le telefonate sul telefono di casa.
I tempi di attivazione della Fibra ottica non sempre sono immediati. Il passaggio dall’Adsl alla nuova modalità di trasmissione richiede diversi giorni e in alcuni casi può arrivare a un mese. Le tempistiche massime garantite sono indicate nella Carta dei servizi di ciascun operatore (le carte sono consultabili e scaricabili nei rispettivi siti web), ma questo non aiuta, perché le aziende in genere indicano un range di 60 giorni per l’attivazione, spesso inserendo la clausola "salvo difficoltà tecniche".
Vale sempre la pena, prima di stipulare il contratto, farsi chiarire dalla società quali sono i tempi previsti per lintervento e quali le operazioni necessarie. Ad ogni modo l’Agcom spiega sul suo sito che se insorgono difficoltà "o ove non sia possibile attivare il servizio entro il termine contrattualmente previsto, l'operatore deve informare l'utente illustrando le ragioni del ritardo e indicando la data attesa di attivazione".
Se i tempi non vengono rispettati, l'utente ha diritto agli indennizzi indicati dalla Carta dei servizi, che in linea di massima prevedono circa 5 euro per ogni giorno di ritardo. Tuttavia, sempre l’Agcom chiarisce che gli indennizzi non sono sempre dovuti "nel caso in cui il disservizio non sia imputabile all'operatore telefonico, per esempio laddove vi sia un impedimento di natura amministrativa (quali il mancato o ritardato rilascio dei permessi di scavo o di altre autorizzazioni) o tecnica non causato da colpa dell'operatore".
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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