Con il fermo amministrativo un ente o un'amministrazione può bloccare un bene
Con il fermo amministrativo un ente o un'amministrazione può bloccare un bene
Il bene viene iscritto al PRA e l'amministrazione può decidere per il fermo
Il bene viene iscritto al PRA e l'amministrazione può decidere per il fermo
La causa del fermo può essere il mancato pagamento di tasse o multe
La causa del fermo può essere il mancato pagamento di tasse o multe
Con il fermo amministrativo un ente o un'amministrazione può bloccare un bene, appartenente al debitore, che sia iscritto in un registro pubblico. Nel caso del blocco amministrativo dell'automobile, il bene viene iscritto al PRA, acronimo di Pubblico Registro Automobilistico, e l'amministrazione può decidere per il fermo, impedendo così al proprietario di circolare con l'automobile e addirittura di venderla. La causa del fermo amministrativo può essere il mancato pagamento di tasse, tributi oppure multe, comminate a causa di una violazione del Codice della Strada.
Il fermo amministrativo auto è un atto preso in considerazione e richiesto da amministrazioni oppure altri enti competenti come INPS, le regioni o lo Stato. L’ente si rivolge ai concessionari della riscossione dei crediti per bloccare un bene di proprietà di un debitore iscritto nei pubblici registri.
Insomma, un debitore nei confronti dello Stato oppure di qualsiasi altro organo amministrativo per via del mancato pagamento di tributi, tasse oppure multe, può essere destinatario di fermo amministrativo di un determinato bene che nel caso specifico è un’automobile.
Da evidenziare che il fermo amministrativo auto può colpire anche un coobbligato e non solo il titolare. Nello specifico, in caso di mancato pagamento di una cartella esattoriale nei termini di legge il concessionario della riscossione può richiedere e ottenere il fermo dei veicoli intestati al debitore.
In pratica, avviene un’iscrizione del provvedimento nel pubblico registro automobilistico (PRA). Il veicolo non potrà essere più utilizzato dal proprietario fino a che quest'ultimo non avrà saldato i propri debiti.
Il fermo amministrativo viene predisposto quando un soggetto contrae un debito con l'erario e non lo onora. L'ente predisposto alla riscossione del credito invia per prima cosa una cartella esattoriale. A quel punto il debitore ha due mesi di tempo, a partire dalla notifica, per provvedere al pagamento.
Può anche chiedere una rateizzazione dell'importo, oppure richiedere una sospensione o un annullamento del provvedimento, magari intentando un ricorso. Se non esegue alcuna di queste procedure l'Agenzia delle Entrate procede contro di lui, con l'obiettivo di rispettare la legge e tutelare il creditore.
C'è una distinzione da fare rispetto all'ammontare del debito; se la cifra dovuta non supera i mille euro, il debitore ha circa quattro mesi per cercare una conciliazione, prima di incorrere in azioni esecutive da parte dell'Agenzia delle Entrate; il termine di 120 giorni si calcola a partire dalla ricezione di una comunicazione scritta, con il dettaglio della cifra dovuta.
Prima del fermo, l'Agenzia delle Entrate avvisa il debitore del provvedimento amministrativo a suo carico. A questo punto il contribuente ha a disposizione un mese per mettersi in regola. Qualora la cartella esattoriale rimanesse ancora inevasa, l'amministrazione dovrebbe procede al fermo dei veicoli che sono intestati al soggetto debitore. Come avviene esattamente? Il concessionario della riscossione iscrive il provvedimento di fermo nel PRA, il Pubblico Registro Automobilistico.
Bisogna ricordare che si può incorrere nell'iscrizione al PRA per il mancato pagamento del bollo auto o della cartella esattoriale. La normativa in materia prevede che non sia possibile iscrivere un'ipoteca sull'abitazione del debitore se la cifra è inferiore ai 120.000 euro; in questo caso il fermo è predisposto sul parco auto del soggetto debitore.
Tuttavia, entro i 30 giorni, il contribuente ha facoltà di dimostrare che l'automobile è necessaria alla sua attività lavorativa, in quel caso specifico il provvedimento non viene iscritto al PRA. In mancanza delle due notifiche il fermo dell'automobile può considerarsi illegittimo.
Nel preavviso inviato devono essere contenute alcune informazioni:
Quali sono le conseguenze del fermo amministrativo di un veicolo? Il proprietario non dispone più dell'automobile, almeno fino a quando non avrà saldato la il suo debito, cancellando così l'iscrizione dal PRA. Dunque non potrà circolare col veicolo, pena la multa e non è consentita la rottamazione dell'auto con fermo amministrativo.
Il veicolo non potrà essere cancellato dal Pubblico Registro oppure portato all'estero. Anche gli acquirenti del veicolo sottoposto al fermo non potranno circolare sulle strade e autostrade italiane. Se il debitore, nonostante il fermo, non provvede al pagamento, il concessionario della riscossione venderà l'automobile per recuperare il credito.
Si può verificare il fermo amministrativo con l’utilizzo di diversi strumenti e modalità:
Il fermo amministrativo può essere evitato al presentarsi di determinate situazioni, come stabilito in varie sentenze.
La prima modalità per evitare il fermo è il caso della cointestazione del veicolo con una seconda persona. In caso di cointestazione (un amico o un congiunto) l'amministrazione non potrebbe procedere al fermo, in quanto sarebbe illegittimo. Lo hanno stabilito diverse sentenze che hanno prescritto che il debito di uno degli intestatari non debba ledere il diritto del cointestatario di utilizzare l'automobile.
Dunque, nel caso in cui non si è pagato il bollo o una multa, se l'auto è intestata anche a una seconda persona, la vettura potrò circolare liberamente.
Una seconda possibilità per evitare il fermo amministrativo auto è quella di dimostrare che la propria vettura sia un bene strumentale per cui non può essere prevista questa sanzione. Insomma, bisogna dimostrare che la propria auto sia indispensabile per svolgere la propria attività professionale.
In alternativa, si può evitare il fermo amministrativo dimostrando entro 30 giorni dalla ricezione della notifica di pagamento che l'auto è per l'appunto un bene strumentale. Per poter fruire di questa opportunità è necessario essere una professionista o un imprenditore dimostrando che l'auto sia indispensabile per l'attività.
Un'altra situazione contemplata dalla legge e che permette di evitare il fermo amministrativo è quella in cui l'auto è destinata al trasporto di persone diversamente abili. Per dimostrare questa situazione bisognerà necessariamente seguire un iter burocratico presso gli organi competenti.quando l'automezzo è utilizzato, dal contribuente, per motivi di lavoro.
Se ti stai chiedendo se e come cancellare il fermo amministrativo imposto a un veicolo, la risposta è sì, che è possibile cancellarlo: in questo caso occorre precisare però che la cancellazione del fermo amministrativo al PRA può avvenire differentemente se si tratta di una situazione anteriore al primo gennaio 2020 oppure posteriore.
Nel caso in cui la cancellazione avvenga dopo il primo gennaio il proprietario non deve far nulla se non pagare il proprio debito in quanto la cancellazione viene emessa con notifica in via telematica dal concessionario della riscossione al sistema informativo del PRA.
Se, invece, si tratta di un provvedimento anteriore al primo gennaio rimangono in vigore le vecchie modalità. Nello specifico, il debitore deve presentare la richiesta di cancellazione presso un qualsiasi ufficio provinciale del Pubblico Registro Automobilistico, inviare una PEC o una classica mail. Per la cancellazione è previsto il pagamento di 32 euro di imposta di bollo.
Così come avviene per la cancellazione del fermo amministrativo, anche la sospensione gode di una nuova normativa attiva praticamente dal 12 ottobre 2020 e che fa riferimento a tutti quei provvedimenti di sospensione emessi a partire dal primo gennaio del 2020.
Come evidenziato in precedenza, la sospensione avviene con modalità telematiche gestite dal concessionario della riscossione e non richiede il pagamento del bollo come invece avveniva in precedenza. Anche in questo caso il proprietario della vettura è sgravato da qualsiasi operazione ulteriore in quanto avviene tutto automaticamente.
Naturalmente, nel caso in cui la sospensione dovesse essere anteriore al primo gennaio 2020, bisogna procedere con le vecchie in modalità, in particolare l'annotazione deve essere richiesta presso l'ufficio del PRA esclusivamente tramite mail oppure PEC. Bisognerà pagare in questa situazione l'imposta di bollo per la nota di richiesta del valore di 32 euro.
Se è stato possibile appurare che il provvedimento di fermo amministrativo effettuato su un'auto sia illegittimo, allora è possibile fare ricorso e ottenere la cancellazione. Le situazioni in cui il fermo amministrativo sull'auto può risultare illegittimo sono molteplici partendo dalla mancata notifica della cartella di pagamento oppure la mancanza del preavviso di fermo.
Si tratta di cavilli che possono essere utilizzati per ottenere ragione nei confronti degli organi di riscossione. Un’altra situazione contemplata dal codice è quella del mancato rispetto delle tempistiche previste per ratificare il provvedimento.
A queste si aggiunge un classico errore ossia si tratta di un fermo amministrativo che non ha motivo di esistere in quanto il proprietario non è gravato di alcun genere di debito. Nel caso si voglia far valere i propri diritti e quindi fare ricorso, è necessario rivolgersi al giudice di competenza che a seconda del caso specifico può essere ordinario oppure tributario.
Secondo una sentenza del giudice di pace di Nola, avvenuta nell’anno 2019, il fermo amministrativo non cade mai in prescrizione. Infatti, per legge il fermo amministrativo rimane in vigore fino a che non viene estinto il debito del proprietario di quel determinato veicolo.
L'unica speranza per poter godere di una prescrizione è che sia la cartella esattoriale a cadere in prescrizione. In questo genere di situazioni, in virtù del fatto che il debito è prescritto, il procedimento di fermo amministrativo non ha alcun motivo per poter essere richiesto.
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